Capitolo 27

5.8K 280 1
                                    

27

Allungai di poco il braccio, e un vuoto mi riempì il petto quando scoprii che Harry non era ancora rientrato. Avevo pianto tutta la serata per lui, Kylie era rimasta con me finché aveva potuto, mentre Christian se ne era semplicemente andato dopo un "ci vediamo".

Mi misi a sedere e guardai verso la sveglia: erano le tre passate.

Mi alzai, afferrai una felpa ed uscii dalla stanza, dirigendomi al piano inferiore. Incrociai le braccia al petto e, mentre scendevo gli ultimi scalini, la porta si aprì. Il cuore cominciò a battere forte quando riconobbi la figura di Harry che, accorgendosi di me e forse delle mie occhiaie, aggrottò le sopracciglia e mi squadrò. Si tolse il berretto e lo lasciò sul divano, assieme alla sua felpa.

«Dove sei stato?» Chiesi, una volta giunta in cucina. «Sono le tre.»

«Lo so.» Rispose, picchiettando le dita sul bracciolo del divano. «Sono stato in giro.»

Gettai il bicchiere di plastica nella pattumiera e camminai fuori dalla cucina. Guardai le spalle di Harry, mentre si piegava a slacciarsi le scarpe.

«Potevi almeno degnarmi di un messaggio o di una telefonata.»

Lo sentii sbuffare. «Non credo tu te li meritassi.»

Fu come la goccia che fece traboccare il vaso. Sapevo che i litigi erano frequenti nella vita di coppia, soprattutto nella nostra, ma non pensavo che quelle parole mi avrebbero fatto così male. Sentii gli occhi pizzicare e mi resi conto che si stavano appannando di nuovo. Respirai profondamente cercando di cacciare via il bisogno che avevo di scoppiare a piangere. Diamine, ero così infantile. Ma non ribattei. Tornai semplicemente in camera, tolsi la felpa e la rimisi proprio dove l'avevo presa, poi mi infilai sotto le coperte, e pregai dio che fosse solo uno stupido sogno, e che Harry non fosse davvero così tanto arrabbiato con me da non degnarmi nemmeno di uno sguardo.

La luce notturna filtrava dalle finestre chiuse, illuminando leggermente la stanza. Strinsi le mani attorno al cuscino e sospirai, era davvero tutto così difficile? Beh, perché a tutti avrebbe fatto comodo una relazione come quelle dei film, senza problemi ed intralci. Eppure a me sembrava di averne un po' troppi, di intralci.

Sentii la porta aprirsi e mi irrigidii. Riconobbi il respiro di Harry, ma non mi azzardai a voltarmi.

«Beverly, dormi?» Rimasi ferma. «Io volevo solo... Lasciamo stare.» E richiuse la porta.

***

Cercai di trovare un posto abbastanza appartato nella classe, dove nessuno mi avrebbe visto troppo e avrebbe domandato cosa c'era che non andava.

Non avevo trovato Harry in casa quella mattina, e non lo avevo visto nemmeno all'università, e sinceramente non mi andava di pensare a lui in quel momento.

Appoggiai la testa sul banco e lasciai che i capelli mi andassero sul viso, coprendomi la vista. Non mi accorsi nemmeno dell'arrivo del professore, e sinceramente mi sarei potuta benissimo addormentare lì. Cosa che stavo per fare, prima di sentirmi picchiettare sulla spalla. Grugnii e, con quella che mi parve una fatica disumana, mi voltai.

«Che c'è?» Sbottai, stropicciando gli occhi.

Indicarono il podio del professore. «Mr. White, ti sta chiamando.»

Spalancai gli occhi e saltai in piedi, fissando il professore, che si era alzato gli occhiali sulla fronte. Guardai la donna al suo fianco e mi sistemai i capelli.

«Evander? La preside vuole vederti.»

Mi guardai intorno per essere sicura che ce l'avessero con me. Scesi dalle scalinate e seguii la donna nella presidenza.

«Salve.» Deglutii.

«Mh, Beverly. Andiamo subito al punto.» Si alzò ed accese lo schermo alle sue spalle. Un video comparve su di esso. «Che diavolo significa questo? È inaccettabile, inaccettabile! Vuoi forse essere espulsa?»

Guardai esterrefatta il filmato che ritraeva una ragazza che distruggeva letteralmente l'aula di arte. Fissai gli occhi sulla preside, aveva lo sguardo serio e studiava ogni mio movimento.

«Io...Davvero, non c'entro nulla! Cosa vi fa pensare che sia colpa mia?»

In quel momento la preside bloccò il filmato e sbatté bruscamente il telecomando sulla cattedra. Sullo schermo, in quel momento, c'era scritto in corsivo lavorato Evander.

«Glielo giuro! Io, io sono in quella classe, perché mai dovrei distruggere il materiale per svolgere forse la mia materia preferita?»

La preside respirò rumorosamente e tornò a sedere. Si tenne il ponte del naso fra le dita. «Ti darò il privilegio del dubbio finché non verrà fuori il colpevole, Beverly. E fa che non si ripeta più, chiaro?»

Annuii. «Chiaro, si. Può, solo, farmi una copia di quel filmato, cortesemente?»

La preside staccò la sua chiavetta dal monitor e me la porse. «La rivoglio qui domani in terza ora, intesi?»

Mi alzai e mi avvicinai alla porta. «Buona giornata, Mrs. Knight.»

Finalmente uscii dalla stanza. Presi un respiro profondo e camminai nuovamente verso l'aula in cui ero prima. Tutta la classe mi guardò quando feci il mio ingresso, il professore mi sorrise schietto e mi disse di tornare al mio posto. Salii gli scalini ed arrivai alla quarta fila. Alzai lo sguardo una volta arrivata al mio posto e quasi non morii di paura. Mi portai una mano sul cuore e feci qualche passo indietro.

«Che diavolo ci fai tu qui?»

Harry alzò le spalle. «Non ho lezione oggi.»

«Oh, e quindi devi venire a rompere i coglioni a me.» Sussurrai acida, poi mi misi seduta.

Harry aggrottò la sopracciglia. «Cos'è, ti sei svegliata dal lato sbagliato del letto stamattina?»

Sorrisi verso di lui. «Probabile, dato che tu non c'eri.»

Lo vidi buttare la testa all'indietro e borbottare qualcosa. «Ero uscito a comprarti la colazione, va bene? Solo che sei venuta qui più presto del solito, oggi.»

Impedii ad un sorriso di formarsi sulle mie labbra. «Non comprerai il mio perdono con una colazione.»

Alzò i suoi smeraldi su di me e sorrise. «Rinuncerò al mio nome, potrai chiamarmi amore.»

Schioccai la lingua e feci per rispondere, ma il professore ci rimproverò e ci mise a tacere. Harry scoppiò in una silenziosa risata appoggiando la testa sul banco. Lo guardai e non potei fare a meno di ridere con lui.

Prese la mia mano e la girò, cominciando a fare disegni immaginari con le dita sul mio palmo. Alzai gli occhi su di lui col cuore in gola quando, in uno di quei disegni, riconobbi H + B.

---------------------------------------------

[SPAZIO AUTRUCE]

Sssssalve!

Non troppo in ritardo, ma eccoci con l'ennesimo capitolo!

State passando bene le ultime settimane di vacanza? Spero di si, perché io sto studiando sempre hahaha

Comunque, spero il capitolo vi sia piaciuto e vi ringrazio come sempre.

Un bacio! Xx

«Sto uscendo con una ragazza..»

Sorrisi. «Oh, ma è fantastico! Non è fantastico, ragazzi?» Gli altri annuirono. «Chi è? La conosciamo?»

Louis si morse un labbro e annuì. «Si tratta di Tiffany.»

Mi immobilizzai sulla sedia e spalancai gli occhi nella sua direzione. «Che cosa?!»

The showgirl [h.s]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora