Capitolo 29

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L'odore di caffé si insinuò nelle mie narici.

Mi stiracchiai sul materasso ed aprii piano gli occhi; la luce filtrava leggera dalle tende chiuse. Mi misi a sedere e passai le mani sul viso, poi indossai le ciabatte e camminai verso le scale. Le scesi silenziosamente e, quando mi affacciai in cucina, trovai Harry di spalle a combattere con la macchina del caffè. Imprecò quando, versandolo nella tazzina, gli schizzò sulla mano

«Dà qua, faccio io.»

Lui sussultò quando parlai alle sue spalle. «Buongiorno anche a te, tesoro.»

Mugugniai e gli lasciai un bacio sulle labbra prima di andare a sedermi sul divano. La TV era già accesa, e mi limitai a guardare quello che trasmettevano.

«Qualcosa non va?»

Scossi la testa e bevvi dalla mia tazza. «Sono ancora dubbiosa sulla relazione fra Louis e Tiffany.»

Harry si mise al mio fianco e mi carezzò il ginocchio nudo. «Non dovrebbe importarti di loro. Dovrebbe importarti di me

Alzai gli occhi al cielo e risi. «Mi importa più di quanto tu pensi.»

Le nostre labbra si scontrarono piano; il suo fiato caldo soffiò sul mio collo.

«Preparati. Ti porto a casa; mio padre è appena tornato e c'è anche Gemma assieme ad Anastasia.»

Sorrisi leggermente e mi alzai. «Il tempo di una doccia e sono qui.»

Harry annuì e continuò a fare colazione mentre mi fiondavo in bagno. Stavo per conoscere il sig. Styles e, sorprendendo me stessa, non ero per niente agitata come lo ero stata per Anne. Ero pronta a conoscerlo e poi, anche se non gli fossi piaciuta, non dovevamo mica sposarci.

Uscii dal bagno e camminai canticchiando in camera. Afferrai il semplice vestito grigio chiaro che avevo preparato e lo indossai dopo aver infilato l'intimo. Il corpetto era stretto fin sotto il seno, poi scendeva morbido e con diverse balze. Afferrai un paio di ballerine e, dopo aver asciugato velocemente i capelli, li raccolsi in una crocchia abbastanza ordinata, lasciando fuori qualche ciuffo che mi scendeva ai lati del viso.

«Bev! Sei pronta?» Harry urlò dal piano di sotto.

Sospirai. «Si! Sto scendendo!»

Mossi le labbra per far applicare meglio il rossetto e corsi al piano inferiore con la pochette in mano. Harry era alla fine delle scale e stava giocando con le chiavi della sua auto.

Il suo petto muscoloso era coperto da una camicia bianca semi-trasparente, col colletto aperto che lasciava intravedere le due date sulle clavicole e i passeri tatuati. Le sue lunghe gambe stavano strette dentro un paio di jeans neri strappati all'altezza delle ginocchia. Arrivai davanti a lui e feci scontrare le punte delle mie scarpe con le sue.

Harry alzò il volto con la bocca semiaperta. Il suo angelico viso fu contornato da un sorriso con tanto di fossette.

«Sei bellissima.» Sussurrò baciandomi la fronte. «Adesso, andiamo.»

Fece intrecciare le nostre mani e mi trascinò letteralmente giù per le scale. Poggiò la sua giacca sulle mie spalle appena si rese conto di quanto pungente fosse l'aria che tirava.

Salimmo in macchina e, dopo aver acceso la radio, raggiungemmo la villa degli Styles.

In giardino c'erano diversi palloncini blu con su scritto "Bentornato nonno!", perciò dedussi immediatamente li avesse scritti Anastasia.

Harry mi aprì lo sportello e, anche sta volta, strinse la mia mano nella sua, grande e calda. Con la mano libera armeggiò con le sue chiavi finché non riuscì ad aprire la porta. La richiuse con un calcio.

«Siamo qui.» Urlò, avvertendo il resto della famiglia.

«Zio Harry, zio Harry!» Non potei fare a meno di sorridere e scostarmi un po' quando Anastasia si fiondò fra le braccia dello zio. Quella bambina era veramente innamorata di quel ragazzo. Forse più di quanto lo ero io.

Gemma venne ad abbracciarmi, e con lei anche Anne. Un uomo più in carne, coi capelli grigi ed un sorrisetto sulle labbra, si avvicinò ad Harry e lo abbracciò, riempendo la sua schiena di pacche.

«Ragazzo mio.» Disse con voce profonda. Capii da chi Harry l'aveva ereditata. «Lei chi è?»

L'uomo si avvicinò. Harry mi fu vicino pochi secondi dopo, mentre cercavo di sfoggiare uno dei miei migliori sorrisi. Allungai la mano.

«Piacere, Sig. Styles. Sono Beverly. Evander.»

Harry mi strinse a sé con una mano. «La mia ragazza, papà.»

L'uomo mi guardò con una scintilla negli occhi. Le stesse fossette di Harry si formarono ai lati delle sue labbra.

«Benvenuta in famiglia, ragazzina. Spero ti renda felice mio figlio.»

Senza dire altro, si allontanò tornando in cucina. Harry buttò rumorosamente fuori l'aria e, grattandosi la nuca, mi si posizionò davanti.

«Fa così con chiunque. Non prendertela, è il suo modo di essere gentile.» Sospirò. «E comunque si chiama Des.»

Annuii. «Non me la sono presa, tesoro. Ero solo un po'...tesa. Senza dubbio.»

Il riccio posò le sue mani sulle mie spalle, stringendomi poi in un abbraccio. «Andiamo,» disse, baciandomi sulle labbra. «mi ha detto Gemma che il pranzo è pronto.»

***

Il cappuccino fumava davanti ai miei occhi. Kylie si stava leccando le labbra davanti alla sua mini-cheescake. La addentò ridendo, poi rispose al millesimo messaggio sdolcinato di Niall.

«Quando la smetterà di scriverti che sei il suo raggio di sole, l'amore della sua vita, l'arcobaleno dopo la tempesta?» Sospirai alzando gli occhi al cielo.

Fece una smorfia. «Mai, mi spiace per te.»

Il campanello della caffetteria trillò, avvertendo che un nuovo cliente era appena entrato. Alzai lo sguardo verso l'entrata e riconobbi Mr. Hamilton. L'uomo si alzò gli occhiali da sole sulla testa e, notandomi, si avvicinò al nostro tavolo.

«Ragazze.» Salutò con un'alzata di sopracciglia.

«Signore.» Dicemmo all'unisono.

«Vado subito al punto; Beverly, fra due, forse tre settimane ho bisogno di te al Treasures. Un addio al celibato, tesoro.»

Girai la cannuccia nel mio bicchiere. «Okay. Con chi lavorerò?»

«Gillian.» Rispose secco. «Dovrai passare al locale non appena riceverai il minimo messaggio, vi spiegherò a cosa andrete incontro.»

Annuii e lo vidi allontanarsi. Collassai sulla sedia, con gli occhi di Kylie curiosi addosso.

«Gillian. Wow, mi sta così sulle palle.» Ammise stridulamente.

Ridacchiai e poi sospirai. «Ora devo solo trovare una scusa.»

«Scusa?» Le scure sopracciglia di Kylie si aggrottarono.

«Si.» Dissi. «Non dirò ad Harry che vado a spogliarmi per altri uomini. Puoi starne certa.»

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E dopo non so quanti giorni, ho aggiornato!

Mi scuso davvero tanto per non averlo fatto prima, ma la scuola (nonostante sia appena iniziata) mi impegna davvero molto.

Spero che il capitolo vi sia piaciuto e mi scuso se in quello precedente l'anteprima non c'era, davvero non ne capisco nemmeno io il perché, dato che l'avevo scritta e salvata. Comunque sia, vi ringrazio tantissimo e vi giuro, non posso crederci che la storia è giunta quasi al termine! Questo solo per merito vostro! Grazie grazie grazie!

Questa volta vi lascio l'anteprima, un bacio!

P.S. ho già in mente di pubblicare altre storie, vi avvertirò non appena posterò qualcosa. Grazie ancora.

«Avete fatto sesso. E lo so perché dall'appartamento di Louis si sente tutto. Hai preso la pillola?»

Spalancai gli occhi per ogni sua singola parola. «Merda, la pillola!»

The showgirl [h.s]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora