Capitolo 34

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34

Erano passati tre giorni dalla litigata con Harry. Non era più tornato a casa da allora, ma invece aveva gentilmente chiesto a Zayn di passare per prendere dei vestiti e della biancheria pulita. Il moro mi aveva detto che gli dispiaceva che quel litigio fosse stato così serio per Harry, ma non gli diedi molto peso, troppo impegnata a scrivere a Kylie di andare a comprare qualche bottiglia di vodka per il sabato sera.

Quando sabato giunse, Kylie si presentò in casa mia tallonata da Louis, perfettamente infilato nei suoi attillatissimi jeans neri, il petto avvolto in una felpa bordeaux tre volte più grande e ai piedi un paio di Vans. Osservai entrambi spettinarsi i capelli e sedersi attorno al mio bancone mentre, facendo finta che non fossero lì, finivo la tequila presente nel mio bicchiere.

«C'è puzza di morto ed alcohol qui dentro.» Si lamentò Kylie. «Sai che sono poco carine le ragazze che bevono.»

Strinsi gli occhi e piegai la testa all'indietro. «Al diavolo le ragazze carine.»

Sentii Louis battere le mani e i suoi piedi tonfare non appena saltò giù dal bancone. Cominciai a lamentarmi quando chiuse la bottiglia di tequila e la mise lontano da me, buttando quella che rimaneva nel mio bicchiere all'interno del lavandino.

«Lasciami stare.» Sbuffai. «Ho sete.»

«Bevi dell'acqua.» Esordì. «E mangia. So che non lo hai fatto prima di bere.»

Tenni gli occhi chiusi mentre sentivo il mio stomaco brontolare. Avevo seriamente bisogno di mettere qualcosa sotto i denti, non avevo neanche pranzato né tantomeno mi ero presentata alle lezioni al College.

Kylie ridacchiò. «Sembri la versione femminile di Harry, lo sai?»

Aprii un occhio e colsi Louis a lanciarle un'occhiataccia mentre le mimava qualcosa. Riabbassò lo sguardo su di me.

«Abbiamo a che fare con due alcolisti.» Louis si prese il viso fra le mani e sospirò teatralmente. «Hai intenzione di morire giovane, Evander?»

«Potrei farti la stessa domanda.»

Fece una smorfia ed alzò gli occhi al cielo. Si avvicinò e, con forza, mi sollevò dal divano. «Certo, certo. Vai a vestirti, troietta, stiamo per uscire.»

Kylie cacciò un urletto e corse verso le scale. «Vado a scegliere il suo outfit!»

«Cosa?!» Urlò Louis di rimando. In pochi secondi corse verso le scale; girai velocemente la testa per vederlo arrancare su di esse. «Avevi promesso che lo avrei fatto io, Kylie!»

Scossi la testa e chiusi gli occhi, un leggero sorriso a contornarmi il volto. Con le poche forze che avevo mi alzai dal divano e mi diressi verso le scale. Trovai Louis fuori dalla mia stanza a battere rumorosamente il suo pugno chiuso contro la porta di legno massiccio.

«Fammi entrare Kylie!» Si lamentò. Poi, senza nemmeno guardarmi, mi puntò l'indice contro. «E tu, va a farti una doccia. Immediatamente.»

Dopo una buona mezz'ora a rilassarmi sotto il getto dell'acqua calda, Louis mi trascinò in camera e mi spronò a sedermi sul materasso, chiudendo gli occhi.

«Kylie ti muovi cristo?» Sbuffò. Cercai di nascondere una risata con scarsi risultati.

Percepii il rumore dei tacchi delle scarpe di Kylie quando uscì dalla cabina armadio e, sospirando, disse "puoi aprire".
Non aspettai altro.

Fra le mani teneva un paio di pantaloncini neri a vita alta, una maglia nera in pizzo ed un paio di scarpe tacco dodici con dei cinturini.

Inclinai la testa e la guardai confusa. «È mia quella roba?»

Kylie scrollò le spalle mentre Louis mi gettava i vestiti contro. «Non importa. Vestiti in fretta, noi ti aspettiamo al piano inferiore.»

Li seguii con lo sguardo finché non si chiusero la porta dietro le spalle, sghignazzando. Quei due, insieme, erano peggio di due bambini perfidi. Lanciai uno sguardo verso la sveglia ferma sul mio comodino: segnava quasi l'ora di cena.

Di malavoglia mi alzai e mi infilai nell'outfit, passando velocemente a sistemare i miei capelli umidi e il make-up. Finite di indossare le scarpe lasciai la stanza col mio cellulare in mano. Sentii Louis urlare un "eccola!" a Kylie che, correndo dalla cucina, arrivò davanti le scale con la bocca piena di patatine. Entrambi cominciarono a fare complimenti a loro stessi per il magnifico e spettacolare outfit - testuali parole - da loro scelto.

«Ti sto preparando dei toast,» annunciò Louis tornato in cucina.

Osservai Kylie sedersi sul divano ed accendere la tivù, le gambe stese ed appoggiate sul tavolino di fronte a lei. «Non ho molta fame in realtà.»

«Sai che non si può bere a stomaco vuoto!» Urlò la rossa.

Fissai Louis. «Chi ha detto che dovrò bere?»

Il moro si girò verso di me e poggiò una mano sulla mia spalla, serio. «Nessuno. Ma non si sa mai. E comunque sono un ottimo cuoco, ho bisogno di qualcun'altro che me lo dica.»

Annuii in risposta e non ascoltai più i discorsi di quei due. Addentai i toast di Louis con un po' più fame di quella che avevo prima e lo ammisi, era davvero un ottimo cuoco. Li finii entrambi, aver passato gli ultimi due giorni con un bicchiere pieno di tequila in mano avendo addentato si e no un cracker non era stata poi una così buona idea.

Scesi dallo sgabello con lo stomaco pieno e l'umore leggermente migliore. Louis sorrise e mi seguì in salotto.

«Allora, dove mi portate stasera?»

«Uhm, il Club Four?» Kylie si picchiettò il labbro con un dito.

Louis annuì. «Andata.»

Infilammo i cappotti e in pochi minuti ci ritrovammo in ascensore. Il Range Rover di Louis, quella sera, sembrava ancora più bello del solito. Tranquillamente occupai i sedili posteriori ed aspettai che la macchina fosse in moto e che iniziassimo il viaggio fino al Club. Fu abbastanza silenzioso e triste, ma Louis lo rallegrò cantando a squarciagola qualsiasi cosa passasse alla radio. La cosa buffa era che cercava di essere stonato senza riuscirci, aveva davvero una bella voce.

Quando scendemmo dall'auto, Louis prese a braccetto me e la mia amica e, superando la lunga fila, fronteggiammo il bodyguard.

«Tomlinson.» Disse con voce profonda.

L'uomo controllò sul foglio, poi fece un cenno al suo collega. «Falli entrare Jeff, sono sulla lista.»

Jeff si spostò e ci fece passare, chiudendo immediatamente la porta dietro di sé.

Fummo accolti da una vampata di fumo, mista a sudore ed alcohol. Era da abbastanza tempo che non sentivo quell'odore frizzante che ti riempiva le vene di adrenalina.

«Andiamo a ballare!» Urlai strattonando Louis, con la speranza di superare il volume della musica.

Lui scosse la testa e Kylie mi tirò a sé. Si sorrisero mentre passavano fra la mischia di persone che si strusciavano fra loro. La voglia che avevo di ballare aumentava ad ogni mio passo, ad ogni minimo movimento verso quello che doveva essere il privè riservato a nome di Louis.
Il moro andò avanti lasciando me e Kylie dietro. Spostò la scura tenda e mi diede la possibilità di vedere chi ci fosse all'interno.

I miei piedi smisero di muoversi; l'adrenalina era scomparsa ed il sangue che correva per le mie vene era diventato ghiacciato. Kylie quasi perse l'equilibrio quando, tirandomi, non si accorse che ero rimasta incollata al suolo.

«Io non ci entro lì.»

Seduti su quel comodo divanetto di pelle c'erano Harry e, al suo fianco, mio padre.

•••

Anteprima

La signora Evander mi guardò preoccupata. Si era ripresa davvero bene dall'ultima volta che l'avevo vista. Le guance erano più paffute e le occhiaie meno scure.

«Beverly sta male. Io non so che fare; non mi parla, non risponde alle telefonate, non mangia e beve tutto il giorno. È pazza.»

I suoi occhi azzurri si allargarono mentre notavo la presa delle sue mani attorno alla tazza di thè farsi più forte. «Cos'hai fatto tu per renderla pazza?»

The showgirl [h.s]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora