Capitolo 24

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24

Era domenica mattina.
Me la presi con calma e mi alzai più tardi del solito. Sentivo un forte odore di bacon provenire dalla cucina, poi mi ricordai che Harry aveva passato la notte a casa mia.
Feci il mio ingresso stropicciando gli occhi e sorridendo nella sua direzione.
«Buongiorno amore.» Disse, piegandosi per baciarmi.
«Buongiorno. Uova e bacon?»
Lui annuì. «É una delle mie specialità!»
Mi misi seduta e tirai le ginocchia al petto. «Uau. Anche Alec saprebbe cucinarle.»
«Oh, approposito.» Si girò a guardarmi. «Non abbiamo niente da fare, possiamo andare a trovare tua madre e Alec se ti va.»
Sospirai annuendo. «Si, è da qualche giorno che non vado.»
Harry mi sorrise amorevolmente e, lasciando la colazione nel mio piatto, mi baciò la punta del naso.
«Come stanno andando gli studi?»
Scrollai le spalle. «Non male. Ma non vedo l'ora che quest'anno scolastico giunga al termine.»
Harry ridacchiò. «Già, anche io. Sembra durare più del previsto.»
Il riccio aspettò pazientemente che finissi la colazione e, mentre mi facevo la doccia, lui tornò a casa per cambiarsi. Esattamente un'ora dopo lasciai il mio appartamento, Harry mi aspettava nel suo Range Rover con un sorrisetto stampato in volto. Lo baciai e, allacciando la cintura, partimmo verso la clinica di Alec.
Ci mettemmo poco, anche perché Harry volò per le strade di Las Vegas. Lasciammo la macchina nel parcheggio e scendemmo, dirigendoci all'interno. Senza problemi raggiungemmo la stanza di mio fratello ma, al trovarla vuota, spalancai gli occhi.
«Dove..»
Harry mi prese la mano.
Lo strattonai e corsi fuori dalla stanza. Mi passai tremante una mano fra i capelli. Sentivo anche le gambe tremare e forse mi stavo preoccupando per nulla. Fermai un dottore.
«Scusi, Alec Evander. Mio fratello. Dov'è?»
Alzò le sopracciglia. «Oh, il signor Evander è in sala operatoria da.. Quasi un'ora, credo.»
Sentii la testa girarmi vorticosamente. Harry se ne accorse e mi tenne per le spalle.
«Sala.... Perché, che gli avete fatto? Dov'è mio fratello!» Urlai.
Harry cominciò a sussurrarmi nell'orecchio per farmi tranquillizzare ma, a dirla tutta, non lo ascoltai minimamente.
«Pensavo l'avessero avvertita. Questa mattina presto si è autolesionato per l'ennesima volta. Quando i nostri infermieri lo hanno trovato in fin di vita lo hanno subito..»
«Basta!» Urlai piangendo e tappandomi le orecchie. «Basta..»
Mi accasciai a terra. Il dottore, forse in imbarazzo, si allontanò. Harry si fece forza e mi prese in braccio, riportandomi nella stanza. Mi adagiò sul letto e mi accarezzò i capelli.
«Portami da Alec, ti prego..» Piagnucolai. «Aveva detto di aver smesso, me lo aveva giurato..»
Harry mi baciò la fronte. «Potremmo parlare con lui a fine operazione, okay? Ma non farti vedere così, perché io sto morendo con te.»
Tirai su col naso. «Voglio solo che stia bene, che sia felice. Forse è troppo?»
Harry scosse la testa. «Avrei una cosa da dirti, ma forse non è proprio il momento adatto.»
Scossi la testa e mi asciugai le lacrime. «No, dimmi. Se può distrarmi, voglio sentirla.»
Prese le mie mani fra le sue e se le portò in grembo. Le mie sopracciglia erano aggrottate, e lui sembrava felice quanto ansioso.
Più lo guardavo, più mi convincevo di amarlo con tutta me stessa. Non avevo mai provato un sentimento forte quanto quello. Avrei ucciso per lui, avrei fatto di tutto purché lo vedessi sorridere.
«Allora, uh, ci verresti a vivere con me?»
Spalancai gli occhi. «Sei serio? Un appartamento nostro
Harry annuì mordendosi il labbro. «Sì. Insomma, tante volte penso di voler passare il resto dei miei giorni con te. Lo spero davvero, ma non voglio correre, questo è solo il primo passo, e per qualsiasi cosa puoi tirarti indietro.»
Sorrisi. «Si.»
«Si che vuoi tirarti indietro?»
Gli diedi un buffetto sul naso. «No, scemo, si che voglio venire a vivere con te.»
Harry si alzò dalla sedia e mi prese velocemente il viso fra le mani, facendo incontrare le nostre labbra. Sorrisi al contatto e ricambiai quel bacio, che di lì a poco sarebbe potuto finire in meglio, se non ci fossimo trovati in clinica. Ma solo quel contatto, e sentire il suo cuore esplodere nella cassa toracica, e la sua pelle andare a fuoco e riscaldarmi mi faceva stare bene. Mi teletrasportava in un mondo parallelo dove c'eravamo solo io e lui, e dove il sentimento dominante era l'amore.
«Ti amo, ti amo, ti amo.» Disse sulle mie labbra. «Lo ripeterò all'infinito se servisse per fartene convincere.»

***

Avevo ripreso a lavorare allo stripclub. Mancavo da qualche mese, ma parlando con Mr. Hamilton ero riuscita a convincerlo a farmi lavorare la domenica sera, il martedì, il giovedì e durante eventi importanti. Harry non sapeva niente, e anche se avrei voluto dirglielo, non potevo. Mi avrebbe lasciata dandomi della puttana. E sinceramente non volevo farmi lasciare, quindi sarei stata solo davvero molto attenta, perché c'ero riuscita anche mesi prima. Mr. Hamilton mi aveva riaccolto a braccia aperte, e mi aveva detto che avevano chiesto due di noi per un addio al celibato; lui aveva scelto me e Vanessa. Non avevo mai ballato per un futuro marito, sarebbe stata la prima volta e mi sarei impegnata. Comunque, sarebbe stato il prossimo mese, avevo del tempo per prepararmi mentalmente.

Ritornai nella stanza col mio laptop sulle gambe. Ero a casa di Harry, e lui era steso a dorso nudo sul letto, mentre guardava un vecchio film in bianco e nero. Harry mi aveva portata a vedere la nostra futura casa che, come volevasi dimostrare, era costata il triplo dei soldi che sarei riuscita a mettere da parte in dieci anni. Ma Harry mi aveva detto che ci teneva, e quando faceva una cosa voleva farla bene.
Il riccio si mise a sedere ed avvolse le sue braccia attorno a me, tirandomi su di lui senza che potessi oppormi. Ridacchiai quando cominciò a lasciarmi baci sul collo che mi facevano solletico. Harry si tirò più su, appoggiando la schiena alla testiera del letto e permettendomi di mettermi a cavalcioni su di lui. Passai le mie mani fra i suoi ricci.
«Sei preoccupata.»
Sospirai. «No... Solo, eccitata e forse un po' nervosa all'idea di traslocare a casa nostra. Insomma, siamo due universitari. È un grande passo per me che vengo dal Texas.»
Harry mi baciò la fronte. «Già, è un grande passo anche per me.»
«Ti amo, questo lo sai?»
Harry mi prese il viso fra le mani e mi baciò, approfondendo quanto bastava il nostro bacio.
«Si, questo lo so.»

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{SPAZIO AUTRICE}
In ritardissimo, ma ce l'ho fatta! Chiedo venia, sono in vacanza e cerco di aggiornare appena posso!
Allora, comincio come al solito col ringraziare i 14k di lettori e i tanti voti che mi state dando ai vari capitoli, per me significa davvero tanto!
Dato che non ho nient'altro da dirvi, vi auguro un buon primo agosto (qui dove sono stasera è festa, finalmentee) e vi lascio!
Un bacio, la vostra sognoharry

«Come va la vita in T...»
Un Harry assonnato fece un colpo di tosse, interrompendo le nostre chiacchiere mentre scendeva per le scale. Si avvicinò a me e, agilmente, mi circondò il bacino con un braccio. La mia schiena sbatté contro il suo petto.
«Oh si, lui è.. Harry.» Sussurrai intimorita.
Il braccio di Harry si strinse di più attorno alla mia vita. Quando Christian tese la mano, Harry lo squadrò e, ignorandolo come fosse un insetto, mi trascinò al piano superiore.

The showgirl [h.s]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora