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Era forse la ventesima volta che guardavo quel filmato.
Il PC di Harry era appoggiato sul tavolino davanti al divano, ed io ero davanti ad esso con le gambe accavallate, mentre mi mordevo le dita, sperando di capire che fosse stato l'artefice.
Era una ragazza, e lo si capiva benissimo dalle sue forme. Ma, purtroppo per me indossava un passamontagna.
Anche se, a dire il vero, qualche idea di chi potesse essere il colpevole me l'ero già fatta.
Mi alzai ancora una volta ed andai a riempire l'ennesimo bicchiere di vino rosso. Harry era davanti ai fornelli intento a cucinare qualcosa di sbrigativo, dato che più tardi sarebbero arrivati gli altri e saremmo usciti per andare a ballare.
Ero stressata, gli esami che ci sarebbero stati a breve mi riempivano i pomeriggi ed ero abbastanza agitata.
«È Tiffany.»
«Che?» Feci girandomi.
Harry scrollò le spalle. «Ricordo la sua felpa. È lei, non ci sono dubbi.»
Strinsi i denti e feci ripartire il video. E allora ci feci caso: agli atteggiamenti, ai movimenti veloci e aggraziati allo stesso tempo, al ciuffo biondo che usciva dal suo passamontagna.
Ma certo, chi se non lei poteva mettermi in un guaio simile?
Imprecai cominciando a battere il piede per terra. Quella ragazza era solamente una strega, non poteva essere altrimenti.
«Dammi il tuo cellulare.» Dissi, stendendo la mano verso Harry.
Lui attraversò la sala e, infilando una mano nella tasca, mi porse il suo iPhone.
Lo sbloccai e scesi giù nella rubrica. Il nome 'Tiffany' fece illuminare i miei occhi. Cliccai sul tasto verde.
Dopo tre squilli, finalmente, sentii la sua odiosa voce.
«Harry! Wow, è da tanto che non mi chiami. Cos'è, hai bisogno di una scopata per bene?»
Chiusi gli occhi. «No, tesoro. Ti dico solo che non la passerai liscia.»
Lei boccheggiò. «B-Beverly? Cosa vuoi?»
«Cosa voglio?» Alzai la voce. «Devi lasciarmi in pace, cazzo. Hai distrutto l'aula di arte, incolpando me, per della stupida invidia? Smettila di fare la ragazzina Tiffany, hai vent'anni.»
Cominciò a balbettare. Amavo sentirla in difficoltà.
Quella stronza l'avrebbe pagata, o in un qualche modo mi sarei inventata qualcosa. Non poteva addossarmi la colpa e farmi espellere per nulla.
«Tu domani verrai con me dalla preside.» Feci seria. «E non osare ribattere. O verrò a prenderti per i capelli.»
Senza darle il tempo di rispondere, chiusi la chiamata. Porsi nuovamente il cellulare ad Harry, che mi guardò beffardo. Cercava di non ridere, ma quando incontrò i miei occhi non resistette.
«Questa è la mia ragazza!» Esultò, venendo ad abbracciarmi.
Barcollammo da una parte all'altra.
Il suo mento era sulla mia testa, e potevo bearmi della sua fresca colonia al tek che mi entrava leggiadra nelle narici.
Appoggiai il mento sul suo petto e lo guardai. Lui abbassò lo sguardo, e le sue braccia arrivarono a circondarmi il bacino. Fece pressione e mi tirò ancora più a sé, sempre se era possibile.
Sorrisi timidamente.
«Pace?» Inarcò un sopracciglio.
Sospirai. «Non fare mai più una cosa del genere.»
«Nemmeno tu.» Ammise aggrottando le sopracciglia.
Allacciai le mani attorno al suo collo e lo avvicinai a me, mentre i miei pollici carezzavano la sua prominente mascella. Le nostre labbra si scontrarono, ed i brividi invasero il mio corpo.
Sorrisi quando mi morse il labbro, poi mi prese in braccio finché non fummo sul divano. Mi lasciò un bacio sulla fronte mentre accendeva la TV.
«Cerca qualcosa di decente, io chiamo il ristorante cinese.»
Annuii contenta e cominciai a fare zapping col telecomando.
Proprio quando trovai qualcosa di adatto, il campanello risuonò nella casa.
Harry si girò a guardarmi mentre teneva il telefono con la spalla.
«Louis, Zayn, e Liam!» Esclamai sorpresa.
«C'è posto per questi tre ragazzoni oppure avevate altri programmi tu e il riccio?»
Alzai gli occhi al cielo e li feci passare, chiudendo poi la porta. I tre si accomodarono sul divano dopo aver salutato Harry.
«Cenate con noi?» Chiesi.
I tre si guardarono e, sorridenti, annuirono.
Harry ordinò per tutti quanti e, una volta attaccato, venne dietro di me è mi afferrò per la vita, poggiando il mento sulla mia testa.
«Se tra mezz'ora non sono qui, cena gratis!» Esclamò contento come un bambino.
Fortunatamente per noi, arrivarono con ben dieci minuti di ritardo, perciò non avemmo bisogno di pagare.
Dopo che ebbi apparecchiato ci sedemmo. I ragazzi erano impegnati a discutere sull'ultima partita dei Packers mentre giocavo col mio riso alla cantonese.
Fu Louis ad attirare la mia attenzione, con un colpo di tosse abbastanza forte.
«Va tutto bene?» Domandai.
Lui annuì. «Devo solo dirvi una cosa.»
Tutti gli occhi si concentrarono su di lui, incitandolo a parlare.
Leggevo il timore nei suoi occhi azzurri, e mi preoccupai davvero prima che prendesse un respiro e parlasse.
«Sto uscendo con una ragazza..»
Sorrisi. «Oh, ma è fantastico! Non è fantastico, ragazzi?» Gli altri annuirono. «Chi è? La conosciamo?»
Louis si morse un labbro e annuì. «Si tratta di Tiffany.»
Mi immobilizzai sulla sedia e spalancai gli occhi nella sua direzione. «Che cosa?!»
Gli occhi di Harry si spostarono curiosi sul suo amico, e quelli di Zayn e Liam sembrarono quasi sconcertati.
Non credevo alle sue parole, insomma, sembrava covasse odio per quella ragazza!
«Seriamente?» Harry alzò le sopracciglia.
Louis annuì piano. «È successo una sola volta! Cioè, domani sarà la seconda volta che la porto a cena fuori, nulla di sicuro...»
Zayn scosse la testa. «Nessuno ti proibirà di vederla se lei ti piace davvero, Lou.»
Io, Liam ed Harry annuimmo. Louis tirò un sospiro di sollievo e si concentrò nuovamente sulla sua cena, con un sorrisetto contento sulle labbra.
Guardai Harry, che mi strinse immediatamente la mano, sorridendomi.
Ricambiai.
Mi sembravano davvero impossibili le parole di Louis, gli volevo bene, avrei accettato ogni sua scelta, ma quella no. Non avrei mai accettato Tiffany nel nostro piccolo "gruppo", non dopo quello che aveva fatto.
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The showgirl [h.s]
Fanfiction[COMPLETA] - Ho scritto questa storia all'età di 14/15 anni, per questo motivo chi la legge oggi potrebbe trovarla un po' "affrettata" negli accadimenti ed infantile, ma spero vi piaccia lo stesso (: [...] «Io non ci avrei mai pensato che d'amore si...