17
Infilai le mani nelle tasche della giacca che indossavo e mi diressi verso il tavolo dove sedeva mio padre. In qualche modo, sarei pur dovuta riuscire a convincerlo di levare quei pugnali nella lotta. Harry sarebbe stato un facile bersaglio per la polizia, sapendo che aveva commesso un omicidio. In più, tutto questo era schifosamente, fottutamente illegale.
Le persone intorno al tavolo alzarono gli occhi verso di me quando mi avvicinai, e il più vicino a mio padre gli diede una gomitata per farlo girare.
«Uh? Beverly, dolcezza, non pensavo venissi!»
Aggrottai le sopracciglia. «Fai schifo, e non chiamarmi dolcezza.»
Iniziò a ridere coi suoi compagni. Si alzò in piedi e venne verso di me. Cominciammo a camminare mentre il suo braccio mi avvolgeva le spalle.
«Cos'è che non va?»
«Non puoi far combattere Harry con un pugnale. Non puoi lasciare che si uccida o che uccida!»
Rise ancora. «Ah, no?»
Mi scrollai le sue sudice mani da dosso. «Hai già molti problemi con la polizia, non vuoi che la chiami adesso, vero?» Maneggiai il mio cellulare.
Lui strinse gli occhi e i denti. «Li farò combattere a mani nude ad una condizione.»
Soddisfatta, incrociai le braccia. «Sentiamo.»
«Devi darmi il doppio della cifra che ti ho chiesto. Con i 25.000 sei stata brava, quindi vedi di riuscirci anche adesso.»
La mia mascella toccò terra. «Sei impazzito? Vuoi 60.000 dollari?»
«Prendere o lasciare, dolcezza.»
Spostai lo sguardo verso il ring. Harry era già in pantaloncini da boxe e senza maglietta. «Va bene. Devi darmi solo tempo.»
Lui si allontanò sorridente ed io mi diressi piagnucolante verso Harry. Appena mi vide, allargai le braccia e lui mi accolse fra le sue.
«Che succede?»
Sospirai. «Ho convinto mio padre a farvi combattere a mani nude. Ma in compenso vuole il doppio dei 30.000 che mi ha chiesto.»
La sua presa si strinse sulla mia schiena. Mi spinse indietro e posò le sue mani sui miei fianchi. I suoi occhi erano adesso di un verde scuro.
«60.000?»
Annuii. «Ma non posso tornare da mio zio..»
«Ci penserò io.» Disse. Mi baciò la fronte. Poi indicò un punto. «Va a sederti lì, non muoverti, io devo andare.»
Obbedii e raggiunsi il tavolo che mi aveva indicato. Mi rannicchiai sulla sedia e fissai i miei occhi sulla sua schiena possente. Un uomo annunciò l'inizio del combattimento, dicendo anche che era a mani nude e non più coi pugnali, e poi la campanella suonò.
I due si fronteggiarono, cercando di capire le mosse dell'altro. Alla fine Harry fece la prima, si scagliò sul suo avversario e gli diede un gancio destro sulla mascella.
L'uomo sbuffò dolorante e indietreggiò di qualche passo. Harry si avventò nuovamente su di lui e riuscì a farlo cadere per terra. Si mise a cavalcioni su di lui e cominciò a riempire la sua faccia di pugni. Il mio cuore batteva al ritmo dei suoi colpi, e mi stupii di tutta la brutalità che possedeva. Lo avevo già visto combattere, ma non era così incazzato.
L'avversario, improvvisamente, tirò un pugno sul naso di Harry, facendolo alzare immediatamente. I due si fronteggiarono ancora una volta e fu sempre Harry ad avere la meglio. Era di nuovo a cavalcioni su di lui, le nocche ormai sporche del sangue di quell'uomo.
Minuti dopo l'arbitro entrò nel ring correndo, tirò indietro Harry con più forza possibile e alzò il suo braccio destro, che lo segnalava vincitore. Notai i suoi occhi scuri, la sua mascella contratta e il sudore che luccicava lungo tutto il suo corpo. Sputò il paradenti azzurro. Fra le persone che mi circondavano, apparte gli urli di stupore, cominciarono a circolare dei soldi, segno che avevano anche scommesso. Harry scese dal ring e immediatamente andai ad intrufolarmi negli spogliatoi.
«Harry!» Chiamai.
La sua enorme figura si girò, sul suo volto comparve un leggero sorriso.
«Piccola.» Sorrise. «Ti sono piaciuto?»
Annuii ridacchiando. «Anche se mi hai fatta morire di paura.»
Mi sedetti sulla sedia di plastica vicino alla sua. Lui mi guardò attentamente mentre mandavo indietro qualche suo riccio. I nostri occhi si scontrarono, e non potei fare a meno di sorridere perché la sensazione che provavo in sua presenza era sempre la stessa.
«Sai cosa?»
«Cosa?»
«Domani sera vieni a cena da me. Vestiti casual, non c'è bisogno di essere elegante.»
Mi morsi il labbro e sospirai. «D'accordo.. Penso si possa fare.»
Che lunga serata.***
Kylie mi aiutò con l'outfit casual per andare a cena da Harry. Optò per un paio di jeans chiari, una camicia a quadri blu e bianchi con un paio di Converse bianche. Non mi ero truccata molto, se non per un po' di mascara e lucida labbra.
Mi diedi un'ultima occhiata allo specchio mentre la mia amica schioccava la lingua, sdraiata sul mio letto.
«Kylie? So che magari è un po' imbarazzante, ma insomma... Tu e Niall...»
Iniziò a ridere. «Abbiamo già fatto sesso?»
Annuii, rossa in viso. «Scusa se lo chiedo.»
«Sì, lo abbiamo già fatto.» Mi sorrise. «E wow, il miglior sesso della mia vita! Quel ragazzo è super dotato!»
Gli tirai la giacca sorridendo, poi lei si alzò e mi poggiò una mano sulla spalla. «Tu ed Harry? Vi siete riconciliati?»
Alzai le spalle. «Non saprei dirlo. Insomma, parliamo, usciamo, ma come amici.»
«Ma tu non vuoi essergli 'solo amica'.» Mi fece l'occhiolino.
Alzai gli occhi al cielo ed uscii dalla stanza con la giacca in mano. La infilai e controllai di avere il cellulare e le chiavi della mia macchina. Salutai la mia amica e scesi le scale, mentre lei andava a casa di Niall.
L'aria fuori era davvero fredda, ma nonostante questo era una bella serata. Guidai per le affollate strade di Las Vegas mentre la radio passava Pompeii dei Bastille. Ricordai fosse la canzone preferita di Harry e cominciai a canticchiarla, tamburellando le dita sul volante. In pochi minuti mi trovai a percorrere il vialetto di casa Styles. Parcheggiai la Charger e scesi. Sulla soglia della porta stava Anne in tutta la sua bellezza: indossava un semplice vestito nero con dei tacchi dello stesso colore. Mi baciò entrambe le guance e mi lasciò entrare.
«Oh, Beverly, non è vero?» La donna mi sorrise. «Sei la fidanzata di mio figlio.»
Spalancai gli occhi. «Veramente noi..»
«Harry mi parla molto bene di te. Da quanto state insieme?»
Mi morsi il labbro. «Io ed Harry...»
«Beverly!»
Mi voltai. La piccola Anastasia mi venne incontro con le braccia spalancate. La presi in braccio e ci girammo verso sua nonna. La ringraziai mentalmente per avermi salvata dal dare una risposta alla domanda di Anne.
«Zio Harry è andato a prendere il dol- huh, mi ha detto di non dirtelo!» Anastasia si coprì la bocca con le piccole mani.
Io ed Anne ridemmo. Misi giù la bambina, che però mi prese la mano e mi condusse al piano superiore.
«Dove stiamo andando?» Chiesi.
«Nella vecchia stanza di mamma!» Disse, come se fosse una cosa ovvia. «Ci sono un sacco di bambole, possiamo giocarci insieme mentre aspettiamo zio Harry!»
Annuii sorridente. «Va bene piccola, andiamo a giocare.»---------------------------------------------
{SPAZIO AUTRICE}
Capitolo 17, aaah!
Prima cosa, voglio ringraziare i quasi 3k, siete fantastici!
Seconda cosa: finalmente la scuola è finitaa!
A me sinceramente non sembrano passati già nove mesi, eppure l'estate è alle porte e la passerò in santa pace!
A voi com'è andato questo anno scolastico? Spero bene!
Ora vi lascio con l'anteprima, baci!Giocherellai con le chiavi della macchina.
«Sto per baciarti.»
Alzai la testa e fissai i miei occhi nei suoi. Stavo sognando? «Come?»
«Ho detto che sto per baciarti.»
Sorrisi. «Ed io non ho intenzione di fermarti.»
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The showgirl [h.s]
Fanfiction[COMPLETA] - Ho scritto questa storia all'età di 14/15 anni, per questo motivo chi la legge oggi potrebbe trovarla un po' "affrettata" negli accadimenti ed infantile, ma spero vi piaccia lo stesso (: [...] «Io non ci avrei mai pensato che d'amore si...