Capitolo 15

8K 310 1
                                    

15

Portai la frangetta dietro l'orecchio e mi guardai nervosamente le unghie. Non mi ero ancora del tutto ripresa dalla festa della sera prima: insomma, avevamo fatto davvero tardi, e in più Harry si era aperto con me parlandomi di Shailene. Era tutto così strano. Appena ero tornata a casa mi aveva messaggiato, e così passammo un'ora intera. Forse dovevamo ricominciare? Non lo sapevo. O forse sì ma il mio orgoglio mi impediva di andare dal riccio e parlare con lui seriamente.
Niall tornò in salotto e sprofondò sul suo divano. Mi porse l'album e si passò nervosamente una mano fra i capelli.
«Lei... Era una sorella acquisita per Harry.»
Mi morsi il labbro e aprii l'album. La prima foto ritraeva quella che era Shailene: occhi azzurri e capelli biondissimi, sorriso dolce e guance rosse a causa del sole. La data indicava l'estate di due anni prima, e Shailene sembrava aver fatto di tutto per coprirsi il viso, ma con scarsi risultati.
«Come mai hai questi album?» Domandai.
«Harry aveva intenzione di buttarli, ma Louis non era d'accordo e così li ha presi. Suppongo abbia fatto bene.»
Annuii e continuai a sfogliare. Questa volta c'erano Harry e Louis in costume, i petti di entrambi erano privi di ogni tipo di tatuaggio, i loro sorrisi erano illuminati da un sole pomeridiano mentre si abbracciavano. La spiaggia faceva loro da sfondo.
«Che buffi.» Niall mi diede ragione ridacchiando.
Più andavo avanti con le foto, più mi rendevo seriamente conto di che bella ragazza fosse Shailene e di quanto sembrasse simpatica. Harry, in alcune foto, la osservava con sguardo perso e con un pizzico di gelosia mi chiesi se guardasse anche me in quel modo.
«Lo fa.» Sussurrò il biondo.
«Di che stai parlando?»
«Harry. Ti guarda un quel modo.»
Sentii le guance andarmi a fuoco ed evitai il contatto visivo. C'erano anche diverse foto in cui lei e Louis si scambiavano effusioni, alcune con Zayn, Liam e Niall. Sembravano un gruppo di amici davvero affiatati e, sinceramente, conoscendoli da circa sei mesi, potevo dire che sapevano nascondere davvero bene la perdita della loro amica. Insomma, non avrei mai detto che fosse Shailene la rovina di Louis. Ma ovviamente non le davo la colpa, lei non c'entrava nulla.
«Non pensavo ad una cosa così importante. Insomma, pensavo semplicemente che Lou avesse problemi con sé stesso. Mi dispiace così tanto, cazzo.»
Alzai gli occhi al cielo per evitare che le lacrime mi bagnassero le guance. Diamine, ero troppo emotiva.
«Va tutto bene.» Niall posò la sua mano sul mio ginocchio. «Insomma, non del tutto, ma lo abbiamo superato. Qualche volta il ricordo ci strazia. Sai, qualche notte sento Louis piangere nella sua stanza. Mi si stringe il cuore, Bev. Vorrei poterlo aiutare.»
Sospirai. «Perchè non andiamo a trovarla al cimitero?»
«Louis non ci va dal suo funerale. Non vuole vederla, pensa gli farebbe del male.»
Sbuffai e lo guardai meglio. «Ce lo portiamo a trabocchetto. Ne ha bisogno, Niall. Così non va da nessuna parte. Magari vedendo la sua tomba si schiarisce un po' le idee, non credi?»
Scrollò le spalle e si alzò dal divano, andando a prendere qualcosa da bere. Qualche secondo dopo tornò con un cartone di latte al cioccolato.
«Pensi davvero che metterà la testa apposto?»
«Non lo so.» Scossi la testa. «Ma magari vedendola si renderà conto di stare sbagliando.»
«Credo tu abbia ragione.» Niall portò il suo bicchiere alle labbra. «Allora, quando partiamo?»
«Domani.» Dissi. «Domani dopo scuola. Adesso ho un impegno da sbrigare.»

***

Parcheggiai la macchina e lessi il nome della caffetteria.
Quando entrai, come ben mi aspettavo, Harry era seduto ad un tavolo, stravaccato sul divanetto. Lo raggiunsi a piccoli passi e mi misi la borsa in grembo una volta seduta. Il suo sorriso si allargò mentre continuava a giocare distrattamente con una cannuccia.
«Avevo paura ti fossi dimenticata.»
«No.» Sorrisi. «Ero da Niall.»
Lui annuì e chiamò subito la cameriera, ordinando ad entrambi la stessa cosa. Mi stupii che, dopo due mesi senza parlarci, si ricordasse ancora che mi piaceva il suo stesso modo di fare colazione: panecakes con sciroppo d'acero.
«Allora? Perchè mi hai fatta venire?»
Bevve un sorso d'acqua. «Volevo dirti personalmente che.. Ho fatto un regalo a te e tuo fratello Alec. Adoro quel ragazzino, e sono stato da lui.»
«Come? Perché non me lo hai detto?» M'imbronciai.
«Dai, non incazzarti.» Si avvicinò e mi sfiorò la mano. «Ho saputo che lo rilasceranno alla fine delle lezioni.»
Mi sistemai sul divanetto. «Sì, già. Di che regalo si tratta?»
La cameriera lasciò i due piatti pieni di panecakes sul nostro tavolo e ci sorrise gentilmente. Harry cominciò subito a mangiare.
«Una casa.» Disse masticando.
Strabuzzai gli occhi. «Una... Casa? Davvero?»
Annuì. «Io.. Pensavo ti avrebbe fatto piacere.»
«Sì, ovvio.» Ridacchiai. «Ma perchè?»
«Perché c'è una cosa di cui vorrei parlarti.»
«Puoi parlarmene ora?»
Scosse la testa. «Assolutamente no. Devo dirtelo quando usciamo da qui e ti porto a vedere la tua nuova casa.»
Annuii mentre l'ansia mi faceva sparire la fame.
«Allora sbrighiamoci che sono curiosa.»
Venti minuti dopo eravamo ognuno nelle rispettive macchine. Io lo seguivo fra strade che non avevo mai visto prima. Probabilmente eravamo fuori Las Vegas. Il suo Pick-Up girò in un piccolo vicolo. Lo seguii e davanti mi si parò una grande villa color sabbia. Come minimo due piani. Un enorme giardino con tanto di piscina. Sbattei lo sportello e corsi da lui, incazzata.
«Harry!» Urlai. «Come ti viene in mente di spendere così tanti soldi per me? Sei fuori di testa!»
Lui rise e abbassò lo sguardo. «I soldi non sono un problema.»
«Sì, mi sento in debito in questo modo! Ho già mio padre fra le palle e-»
«Tuo padre?» Chiese. «Che c'entra tuo padre?»
Merda. Merda. Merda. Devo imparare a parlare di meno.
«Lui... Uh, lui mi ha chiesto dei soldi in prestito.»
Strinse i pugni lungo i fianchi e guardò altrove. «Perchè non me lo hai detto?»
«Perchè pensavo di aver risolto!»
«Sai che ti avrei aiutato, Beverly.»
Scossi la testa. «Bene, si, mi dispiace. Ora cosa dovevi dirmi?»
Lui sospirò e i lineamenti del suo bel viso da duri, tornarono a sereni.
«Un tipo ha comparto alcune delle mie poesie. Non so se le pubblicherà, ma mi ha detto di scrivere un libro. Ci stavo pensando, poi devo mandarglielo per posta elettronica. Se gli piace, andrò a New York.»
Spalancai gli occhi mentre sentivo come un peso stringermi il petto. «Harry, è fantastico!» Oh si, si lo era. Ma non lo era affatto pensare di non vederlo più. «Quando... Quando dovresti partire?»
«Se tutto va bene, a giugno.»
Sospirai e, con un po' di coraggio, mi gettai su di lui avvolgendo le braccia attorno al suo torace. Mi lasciò un bacio sul collo e, al contatto con le sue labbra umide, rabbrividii. Inspirai la sua colonia.
«Buona fortuna, allora. New York è una città difficile, ne avrai bisogno.»

---------------------------------------------
{SPAZIO AUTRICE}
Eccomi! Allora, che ve ne pare? Scusate se Beverly ed Harry ancora non si riconciliano del tutto, ma ho qualche altra idea prima hahaha. Comunque, ringrazio molto i 2k di lettori, vi adoro!! Pubblico adesso perché sono appena tornata da un'uscita, spero che anche voi abbiate passato bene la vostra domenica!
Ora mi dileguo, baci!

«Dove stiamo andando?» Saltai sul sedile, eccitata all'idea di un'uscita a sorpresa.
«Ho parlato con tuo padre. Siamo arrivati a stringere un patto.»
Mi congelai sul posto e smisi di muovermi. Girai la testa verso di lui. «Tu che cazzo hai fatto?»

The showgirl [h.s]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora