Capitolo 40

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Quando esco dal lavoro,di nascosto a Jace mi faccio portare dall'autista della nostra limousine al cimitero da Giulia.Voglio farle cambiare i fiori.Naturalmente non lo farò io di persona,lo farò fare ad un addetto del cimitero.Compro 18 rose blu,le sue e le mie preferite.

Le faccio mettere all' addetto e quando se ne va inizio a parlarle,lo so che non mi può sentire però voglio farlo lo stesso,mi ricorderò quando lei era ancora viva e le parlavo.

-Hey stronzetta,mi hai lasciato sola,non doveva andare a finire così....Tu dovevi essere felice con Jake e Stefano e noi dovevamo continuare ad essere come delle sorelle,dovevamo restare migliore amiche e invece il destino ti ha portato via da qui.Sai,Stefano è un bambino bravissimo ha gli occhi e il tuo sorriso mentre i capelli sono di Jake.È bravissimo e dolce.Sai,naturalmente chiama me e Jace "mamma" e "papà " mentre jake "zio".A volte quando mi chiama mamma mi sale un po' di nostalgia perché penso che doveva chiamare te in quel modo e a me "zia".Sai non è facile sapere che un bambino che ti reputa la sua mamma non è veramente suo figlio,sapere che non puoi dirgli mai la verità perché ti odierà per sempre.Ti divora questa cosa.Peró,poi per il resto va bene,lui non fa tanti capricci,si spaventa di me e quindi non fa il monello,almeno con me...Mi dà tanti bacini e abbracci e una volta mi ha anche detto che sono la migliore mamma.Sai ora Stefano avrà anche una sorellina o un fratellino.Sa sarà maschio lo chiameremo Nicola mentre se sarà femmina Giulia,sì proprio come te.Appena lo abbiamo scoperto anche Jace é stato molto felice di avere un figlio/figlia tutta nostra/nostro anche se vogliamo a Stefano bene come un figlio nostro non è la stessa cosa....Le precedenti due volte erano femmine e volevo chiamarle proprio Giulia ma non ci sono riuscita e ora ho paura che anche questa volta non ci riuscirò,ho paura che posso avere un terzo aborto spontaneo.Convivo con questa paura.A quest'ora se c'eri tu sicuramente mi avresti confortato con una tua tipica frase come:<<Fottitene,di quanto scopate tu e Jace figlierete come dei conigli>>e io tipo ti avrei sgridata e nel frattempo mi sarei messa a ridere però mi avresti alzato sù il morale....-sospiro ai ricordi-Con Jace và tutto bene,è diventato molto più protettivo però è fantastico come marito e padre.Ci amiamo più di prima,se é possibile.Ora vado che sennò mi ucciderà veramente-rido a quel pensiero

Mi volto per andarmene e verso l'uscita vedo proprio Jace.
Corro da lui,per quel che posso con tacchi e una pancia al secondo mese di gravidanza...

-Come facevi a sapere che ero qua?-gli domando mentre siamo abbracciati
-Lo immaginavo,eri da tanto che non venivi qua e né a casa né all'ospedale c'eri,quando ti di solito sei sempre in uno dei due posti-mi spiega
Annuisco mentre andiamo verso la limousine ma sento rumore tipo di timer di una bomba.
Faccio in tempo a spingere all'indietro Jace che una vecchia macchina,lontano 100 metri dalla nostra limousine,esplode a causa di una bomba.

-Käthe-urla Jace finito lo scoppio e mi prende in braccio

Apro a malapena gli occhi e per fortuna vedo che Jace è intatto,tutto bene,nessun graffio

-Shh non parlare-riesco a dire mentre appoggio l'indice mio sulla sua bocca per zittirlo

Richiudo gli occhi perché li sento pesanti mentre Jace mi porta nella limousine e ordina all'autista di correre verso l'ospedale più vicino.Naturalmente quello più vicino non è il nostro visto che il nostro è nel centro e non nella periferia di New York.

Mi risveglio quando qualcuno mi appoggia su un lettino dell'ospedale,c'è puzza di disinfettante.

Sento che mi fanno una flebo e medicano la mia gamba ferita.
Poi viene una ginecologa per l'ecografia
Q
-Ho paura che il bambino/bambina spaventato voglia uscire-dice preoccupata
-Come possiamo fare per non far che accada?-le chiede Jace
-Si può fare una siringa ogni giorno-risponde le ginecologa
Oddio le siringhe no.Peggio di così non può andare...

Con le forze,due ore dopo mi faccio dimettere e quando torno a casa trovo i genitori di Jace e sua sorella e mio fratello con mia sorella.

Jace mi fa filare in camera dove Clarissa mi aiuta a lavarmi.Fà tutto lei,mi spoglia,mi fa entrare nella vasca con l'acqua calda e mi insapona per bene sia corpo che capelli.Mi asciuga i miei capelli lunghi con il phone e poi li pettina.

Mi prepara l'intimo grigio di Calvin Klein e un pantalone grigio con una maglietta grigia tutto di Calvin Klein

-Faccio io-dico mentre lei era pronta a vestirmi.

Mi vesto e Clarissa mi fa sdraiare nel lettone.La stanza è buia,le persiane sono chiuse,le luci spente anche quelle della cabina armadio,che di solito sono sempre accese,e le tende tirate.

Mi addormento subito.Mi sveglio tre ore e mezzo dopo,in camera c'è solo Jace.

-Piccola,come stai?-mi domanda dopo avermi dato un bacio
-Bene-rispondo,imbrogliando un pochino
-Mhh-dice poco convinto,ormai mi conosce benissimo -Ho assunto un'infermiera-m'informa
-No,ti prego non puoi farmi questo,lo sai che odio gli aghi,odiavo da piccola fare anche i vaccini-sbuffo
-Ahahah me lo ricordo...-si alza dal letto e fa entrare una donna grossa e goffa sulla cinquantina d'anni
-Lei è rosa-mi dice quello che dovrebbe essere mio marito
-Lei deve essere la signora Katherine Wolk,sono molto onorata di conoscerla di persona,di solito la vedo solo sulle riviste e in televisione-dice quella che deve essere l'infermiera rosa
Sorrido compassionevole,mi piace quando dicono così le persone

-Amma-Stefano spunta dalla porta e sale subito nel letto
-Principe-lo abbraccia stretto a me e lui mi riempie di bacini
-Ti senti bene?-mi domanda il mio piccolo principe
-Ma certo piccolo,mamma sta benissimo-guardo storto Jace perché non volevo che lo sapesse pure Stefano

Lo coccolo un pochino e poi Debora lo riporta in camera a giocare con lui.Esce dalla stanza anche rosa e rimango sola con Jace

-Perché Stefano lo sapeva?-domando alterata-Lo sai che non volevo che lo sapesse è ancora solo un bambino-urlo
-Lo so che è un bambino ma se lui chiedeva della sua mamma gli dovevo mentire?!-quasi urla
-Certo-continuo ad urlare-Esci ora-gli indico la porta e lui indignato esce

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