parte 34

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Ci incamminiamo verso un museo. -Andiamo dai!-
Omar mi prende per mano e si mette a correre. Rido per la sorpresa.
Siamo quasi all'entrata che vado a sbattere contro qualcuno.
Non so che lingua parli, quindi vado per l'inglese.
-Oh, sorry.- la guardo.
Ha gli stessi occhi di.. Non lo so, ma gli ho già visti.
Non mi risponde e se ne va.
-Dai entriamo!- mi chiama Omar, così vado verso di lui.
Dopo qualche ora usciamo.
-Cosa vuoi mangiare?- mi chiede.
-Non lo so, non ho molta fame e questa notte non ho dormito molto.- dico mettendomi una mano sulla testa.
Scotto.
-Forse ho la febbre, non sono abituata a dormire così poco.. Forse è meglio se vado a casa.- così ci incamminiamo verso il piccolo appartamento.
-Chiamami se stai meglio.- mi dice Omar poi chiudo la porta.
Mio papà è al lavoro, ho la casa tutta per me.
Decido di chiamare Tommaso.
-Buongiorno principessa.- mi saluta.
-Giorno. Come va lì?- dico sorridendo, è così dolce.
-Se non ci sei tu qui, è tutta un'altra cosa.
Mi manchi.-
-Anche tu mi manchi, ma mancano solo 28 giorni. Credi di potercela fare?- dico ridendo.
-Non credo di reggere ancora per molto, al massimo ti raggiungo.- sento dalla voce che sta sorridendo.
Adoro il suo sorriso.
-Non credo che i tuoi ti lascerebbero venire qui.- dico ridendo.
-Forse. Comunque dove pensi di stare quando tornerai?- mi domanda.
-Andrò a stare da Giulia.-
-Ma i suoi sono a Los Angeles.- dice.
-Si, saremo solo io, lei, voi ragazzi e tante feste.- sorrido all'idea.
-Allora non vedo l'ora di festeggiare nella piccola camera degli ospiti di Giulia.- dice malizioso.
-Tommaso!- dico ridendo. -Non mi avevi mai detto queste cose!-continuo a ridere.
-Non le dico ma le penso.- ride anche lui.
-Dovresti dirlo più spesso.- dico senza pensare.
-E poi sarei io il pervertito.- si mette a ridere.
-Ho parlato senza pensare!- dico imbarazzata.
-Okay okay!- dice cercando di calmarsi.- Quindi tu vorresti che ti dicessi queste cose più spesso.- dice con voce roca.
-Beh, si, potresti anche..- dico imbarazzata.
-E cos'altro vorresti che ti dicessi?-
Così però mi mette in difficoltà!
-Ti chiederei di baciarmi e di starmi vicino, di abbracciarmi e di dormire insieme. Ho davvero bisogno di te.-
-Non dire così che poi mi fai eccitare e mi tocca fare da solo.-
-Tommaso! Sono davvero basita da quello che mi stai dicendo!- mi metto a ridere.
Sarò diventata tutta rossa in questo momento.
-Io ti ho detto solo quello che farei!- ride anche lui.
-Mi manchi.- dico dopo una pausa.
-Anche tu, non vedo l'ora di prenderti per la seconda volta.- dice malizioso.
-Tommaso! Hai finito di fare il pervertito?- dico ridendo.
-L'ho detto senza pensare scusa.- ride anche lui.
Sento qualcuno entrare in casa. Mio papà sarà tornato.
Strano, è ancora presto.
-Tommaso, scherzavi quando dicevi che saresti venuto qui, vero?- sento ancora un rumore.
-Certo, perché?- mi domanda serio.
-Sento dei rumori strani di sotto, ma papà dovrebbe tornare sta sera.- dico aprendo la porta della camera.
-Magari è uscito prima, tu comunque rimani in camera.- dice serio.
-Aspetta, voglio andare a vedere.-
-Giulia, sono serio, potrebbe essere un ladro, rimani lì.- si sente che è allarmato.
-Dai Tommaso, tranquillo, sicuramente non è..- mi interrompo.
-Tu che cosa ci fai qui?!-
Jessicah è in piedi, davanti a me, mi punta una pistola addosso.
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fine capitolo💞

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