Manca ancora molto al mio ritorno in Italia.
È bello qui, ma mi mancano i miei amici.
E Tommaso.
Mi si spezza il cuore se soltanto penso che mio papà avrebbe voluto che rimanessi qui.
-Mi stai ascoltando?- mio papà mi distoglie dai miei pensieri.
-Si, dicevi?-
-Stavo dicendo che se vorrai tornare in Italia, temporaneamente starai a vivere da Giulia, ha chiamato sua mamma e melo ha chiesto. È proprio una brava donna.- sorride.
Aspetta un attimo.. Ma i genitori di Giulia non erano a Los Angeles per un mese?
-Fantastico papà! Vado in camera, non ho più fame.- e mi dirigo al piano di sopra.
-Pronto?- Giulia mi risponde al primo squillo.
-I tuoi genitori sono a LA vero?- le domando subito.
-Certo.-
-Ma allora..?- sono confusa.
-Ho camuffato la voce. Tra un mese tu verrai a vivere da me! Solo noi due, capisci? Ci divertiremo tantissimo!- dice entusiasta.
-Hai ragione! Non vedo l'ora di tornare, mi mancate tutti..-
-Anche tu ci manchi.. Ma non ti preoccupare, mancano solo 29 giorni!- dice ridendo.
-Certo, -29 allora.- dico sorridendo. -Ci sentiamo domani? Sai sono stanca, è stata una giornata pesante. Domani ti racconto tutto.- dico sbadigliando.
Sono davvero stanca.
-Certo, come no, dormi bene. Notte.- attacca.
Mi metto il pigiama, mi lavo i denti e mi infilo nel letto. Dopo neanche cinque minuti dopo crollo.
*quella notte*
Mi sveglio di soprassalto. Ho sentito un rumore strano, guardo l'ora e sono le 4:28.
Mi rimetto a dormire ma quando chiudo gli occhi risento lo stesso rumore.
Li apro di scatto.
Ma cosa succede? La porta finestra è aperta.
Mi sale il panico.
Sono qui da soltanto ieri, e ci stanno derubando?
Non sento più niente.
Magari me lo sono immaginato e mio papà avrà lasciato la finestra aperta e non me ne sono accorta.
Torno a dormire e subito dopo mi addormento.
*quella mattina*
-Giorno.- mi saluta mio papà.
-Buongiorno.- gli sorrido.
Decido di chiederglielo ora.
-Hai lasciato tu la porta finestra aperta ieri sera?- domando speranzosa.
-No, non ricordo di averlo fatto, sono rimasto tutto il giorno al lavoro.- strano. -Come mai vuoi saperlo?- domanda bevendo un sorso di caffè.
-Così.- rispondo senza guardarlo.
Mi squilla il telefono.
Omar!
-Ben svegliata.- mi saluta lui.
-Giorno anche a te.- sorrido.
-Cosa vuoi fare oggi? Ci resta solo un mese, ricordi? E poi devo parlarti di una cosa importante.- dice serio.
-Certo, mi vieni a prendere tra venti minuti?-
-Si certo. A dopo.- e attacca.
Vado a prepararmi.
Mi metto un paio di jeans bianchi strappati sul ginocchio, una maglietta nera ed una felpa sopra. Prendo la macchina fotografica e aspetto Omar.
Dopo cinque minuti bussano alla porta e io vado ad aprire.
-Ciao!- saluto Omar. -Andiamo?- e ci dirigiamo verso un bar per fare colazione.
-Hai dormito bene?- mi domanda sorridendo.
-Si grazie, tu?-
-Benissimo.- mi risponde con un accento francese. Adoro il suo accento, lui è nato e cresciuto in Francia, poi si è trasferito in Italia.
-Dovevi dirmi qualcosa?- domando ricordandomi quello che mi aveva detto prima.
-Oh sì, certo.. Vedi io non sono a Berlino come turista.- dice abbassando lo sguardo.
-E allora..?-
-Sono malato. Ho un cancro al cervello, sono venuti qui per cercare delle cure.-
Non so cosa dire.
Malato di cancro.
Anche lui.
-Di qualcosa.- dice guardandomi.
-Mia mamma è morta di cancro. Il 29 dicembre 2016..- mi guarda.
-Mi dispiace.- mi prende la mano.
-A me dispiace che tu sia malato. Il cancro è una brutta bestia.- ci sorridiamo.
-Dai, ora andiamo a visitare Berlino che domani devo iniziare la chemio.- mi sorride.
Quanto mi dispiace.
-Certo andiamo.- gli sorrido ed usciamo da quel bar.
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fine capitolo💞
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Baciami.
RomanceGiulia è una ragazza italiana che vive con suo papà. Tante persone ci sono nella sua vita, ma solo poche sono davvero importanti. Ad esempio Tommaso. La sua salvezza, il suo tutto. Ma ci sono delle complicazioni nella loro storia e una persona met...