parte 36

88 9 0
                                    

-Dove credi di andare?- mio papà mi sta inseguendo.
-Voglio andare a casa. Non ce la faccio più capisci?! Sono stanca!- cammino più velocemente.
-L'aeroporto è a più di due chilometri da qui.- mi fermo.
Ha ragione.
Faccio retromarcia e mi dirigo ancora verso la casa. Non ho avuto tempo di disfare le valige, sono qui  da appena due giorni e sono già stufa.
-Non puoi andare a casa ora, il biglietto è pagato per il volo 36 del giorno 15 luglio.- non ci avevo pensato.
-Hanno arrestato quella ragazza, ora vogliono interrogare anche te.- mi prende per mano e andiamo verso la piccola casa.
Appena entro mi vengono in contro, si e no, venti persone che iniziano a farmi domande e a scattare foto. Mio papà si fa strada tra la gente e mi porta da un poliziotto specifico che inizia a farmi domande.
(prov. Tommaso)
Devo sapere cos'è successo.
Tento di chiamare Giulia ma non risponde lei.
-Pronto?- domanda una voce maschile. Ma cosa..?
-Ehm, dov'è Giulia? Sta bene? È ferita?- domando preoccupato.
-No ma la stanno interrogando.- cosa?
-Cos'è successo? Perché la stanno interrogando?-
-Mi dispiace, devo andare.- attacca.
Che palle oggi mi attaccano tutti in faccia.
Ho bisogno di sapere.
Chiamo suo papà.
-Pronto.- risponde al primo squillo.
-Cos'è successo?- domando subito.
-Giulia era a casa da sola, è entrata una ragazza di cui ora non ricordo il nome..- lo so io.
-Jessicah.- lo interrompo.
-Si lei. Comunque ha ordinato a Omar di spararle ma lui si è sparato da solo. E ora lui è morto.- oddio.
-E Giulia? Sta bene? Jessicah le ha fatto del male?- continuo a fare domande.
-Ora la stanno interrogando da un po' tra poco dovrebbero aver finito.-
-Okay.- rimango in attesa.
-Eccola!- attacca.
Ancora? Io. Devo. Sapere.
Non ce la faccio più.
(prov. Giulia)
Mi hanno fatto molte domande.
La casa si sta svuotando, ci siamo solo io, papà, e alcuni della polizia.
-Stai bene?- mi domanda lui avvicinandosi a me.
-Ehm, più o meno..- certo che no.
Ho perso un amico. Omar è morto. Ti pare che stia bene?!
Mi suona il telefono.
-Pronto.- rispondo senza guardare il nome.
-Giulia! Stai bene! Mi hai fatto preoccupare tantissimo!- Tommaso!
-Voglio tornare in Italia, Berlino fa schifo. Voglio stare con te. Mi manchi.- mi bruciano gli occhi.
-Anche tu mi manchi. Per favore non piangere, è tutto finito ora, Jessicah è andata via. È tutto finito.- mi dice. Ho bisogno di un suo abbraccio. Ho bisogno di lui.
-Ho bisogno di te.- dice con voce roca dopo una pausa.
-Anche io.. Vorrei tanto che fossi qui.- mi asciugo le guance bagnate.
-Non piangere. Sai piangendo troppo in questo periodo. Non va bene. Appena torni ti giuro che ti faccio dimenticare tutto e tutti a suon di orgasmi.- sento dalla sua voce che sta sorridendo.
Riecco il Tommaso pervertito.
-Sei così dolce e pervertito nello stesso tempo.- sorrido anche io. Lo adoro quando fa così.
-Sono stanca.- dico sbadigliando.
-Mettiti a letto che ti parlo un po' così ti addormenti meglio e poi stacco.-
-Okay.- mi metto sotto le coperte. Tommaso inizia a parlarmi e io piano piano cado nel sonno, coccolata dalle sue dolci parole.
----
fine capitolo💞

Baciami.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora