-Dove credi di andare?- mio papà mi sta inseguendo.
-Voglio andare a casa. Non ce la faccio più capisci?! Sono stanca!- cammino più velocemente.
-L'aeroporto è a più di due chilometri da qui.- mi fermo.
Ha ragione.
Faccio retromarcia e mi dirigo ancora verso la casa. Non ho avuto tempo di disfare le valige, sono qui da appena due giorni e sono già stufa.
-Non puoi andare a casa ora, il biglietto è pagato per il volo 36 del giorno 15 luglio.- non ci avevo pensato.
-Hanno arrestato quella ragazza, ora vogliono interrogare anche te.- mi prende per mano e andiamo verso la piccola casa.
Appena entro mi vengono in contro, si e no, venti persone che iniziano a farmi domande e a scattare foto. Mio papà si fa strada tra la gente e mi porta da un poliziotto specifico che inizia a farmi domande.
(prov. Tommaso)
Devo sapere cos'è successo.
Tento di chiamare Giulia ma non risponde lei.
-Pronto?- domanda una voce maschile. Ma cosa..?
-Ehm, dov'è Giulia? Sta bene? È ferita?- domando preoccupato.
-No ma la stanno interrogando.- cosa?
-Cos'è successo? Perché la stanno interrogando?-
-Mi dispiace, devo andare.- attacca.
Che palle oggi mi attaccano tutti in faccia.
Ho bisogno di sapere.
Chiamo suo papà.
-Pronto.- risponde al primo squillo.
-Cos'è successo?- domando subito.
-Giulia era a casa da sola, è entrata una ragazza di cui ora non ricordo il nome..- lo so io.
-Jessicah.- lo interrompo.
-Si lei. Comunque ha ordinato a Omar di spararle ma lui si è sparato da solo. E ora lui è morto.- oddio.
-E Giulia? Sta bene? Jessicah le ha fatto del male?- continuo a fare domande.
-Ora la stanno interrogando da un po' tra poco dovrebbero aver finito.-
-Okay.- rimango in attesa.
-Eccola!- attacca.
Ancora? Io. Devo. Sapere.
Non ce la faccio più.
(prov. Giulia)
Mi hanno fatto molte domande.
La casa si sta svuotando, ci siamo solo io, papà, e alcuni della polizia.
-Stai bene?- mi domanda lui avvicinandosi a me.
-Ehm, più o meno..- certo che no.
Ho perso un amico. Omar è morto. Ti pare che stia bene?!
Mi suona il telefono.
-Pronto.- rispondo senza guardare il nome.
-Giulia! Stai bene! Mi hai fatto preoccupare tantissimo!- Tommaso!
-Voglio tornare in Italia, Berlino fa schifo. Voglio stare con te. Mi manchi.- mi bruciano gli occhi.
-Anche tu mi manchi. Per favore non piangere, è tutto finito ora, Jessicah è andata via. È tutto finito.- mi dice. Ho bisogno di un suo abbraccio. Ho bisogno di lui.
-Ho bisogno di te.- dice con voce roca dopo una pausa.
-Anche io.. Vorrei tanto che fossi qui.- mi asciugo le guance bagnate.
-Non piangere. Sai piangendo troppo in questo periodo. Non va bene. Appena torni ti giuro che ti faccio dimenticare tutto e tutti a suon di orgasmi.- sento dalla sua voce che sta sorridendo.
Riecco il Tommaso pervertito.
-Sei così dolce e pervertito nello stesso tempo.- sorrido anche io. Lo adoro quando fa così.
-Sono stanca.- dico sbadigliando.
-Mettiti a letto che ti parlo un po' così ti addormenti meglio e poi stacco.-
-Okay.- mi metto sotto le coperte. Tommaso inizia a parlarmi e io piano piano cado nel sonno, coccolata dalle sue dolci parole.
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fine capitolo💞

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Baciami.
RomantizmGiulia è una ragazza italiana che vive con suo papà. Tante persone ci sono nella sua vita, ma solo poche sono davvero importanti. Ad esempio Tommaso. La sua salvezza, il suo tutto. Ma ci sono delle complicazioni nella loro storia e una persona met...