parte 26

116 12 0
                                    

Oggi finalmente vengo dimessa.
-Vuoi sporgere denuncia?- mi domanda Giada mentre mi accompagna verso la macchina di mio papà.
-No, mio papà pensa che io sia in ospedale perché sono inciampata e ho battuto la testa, non voglio che sappia di Simone.- dico entrando in macchina.
-Ci vediamo. Stammi bene.- mi saluta.
Qualche minuto dopo arriviamo a casa, vado dritta verso camera mia e appena apro la porta vedo il mio più grande incubo da lì a due o tre giorni.
Simone è sdraiato sul mio letto.
Ha un'aria tranquilla.
Io non lo sono proprio per niente. Cerco di uscire dalla porta ma Simone mi punta una pistola. Ma sei serio?!
-Stai immobile. Non ti devi muovere. Non ho paura di spararti.- mi sorride. -Se tu ora fai come ti dico io, non accadrà niente. Mi sei scappata tre volte, ora basta.- si avvicina. Indietreggio ma sbatto contro la parete.
Simone mi mette la mano addosso e io chiudo gli occhi.
(prov. Tommaso)
Oggi voglio andare a trovare Giulia ma Jessicah non la smette di starmi addosso.
-Eh dai Tommy, ci beviamo una cosa e poi tu a casa tua e io a casa mia.- mi supplica.
-Okay.- dico spazientito. Cosa può succedere di tanto male.
Arriviamo al bar dietro casa mia.
-Due bicchieri di vodka alla ciliegia.- dice lei guardando il barista, dopo di che gli sussurra qualcosa all'orecchio e gli passa dei soldi. Che puttana.
Il barista ci dà i bicchieri, e bevo il mio tutto d'un fiato. Mi pento subito di averlo fatto. Mi gira la testa. Chiedo un bicchiere d'acqua ma non cambia nulla. Mi si offuscano gli occhi.
-Io devo..- cerco di dire ma cado a terra. Il barista, o almeno credo sia lui, mi aiuta ad alzarmi e mi porta in una macchina, dopo di che non vedo niente a parte il buio più totale.
Mi sveglio qualche ora dopo, ho il vomito, non riconosco il posto. Davanti a me c'è Jessicah.
-Cosa-cosa vuoi ancora..- cerco di dire in tono minaccioso ma dalla mia bocca esce solo un sussurro strozzato.
-Non preoccuparti Tommy, va tutto bene.
Per te, almeno.
Per la tua amichetta un po' di meno.- sta ridendo. O almeno credo.
-Cosa le avete fatto ancora?- sono legato. Sono stato uno stupido, non avrei dovuto accettare l'invito di questa strega. Ha sicuramente pagato il barista per mettermi qualcosa nel bicchiere.
-Sei una puttana.- mi tira un ceffone. Fa male, ma almeno mi ha svegliato un po'.
-È inutile negare l'evidenza.- le sorrido. Che troia.
-Mi dispiace per la tua amica, ma credo che l'ospedale non le servirà molto questa volta.- il sorriso mi si spegne dal viso e compare sul suo.
-Avresti dovuto vedere la tua faccia!- ride. -La tua amica non farà una bella fine nelle mani di Simone.. Quel ragazzo è una bomba, quando te lo mette dentro, non te lo scordi più.- sorride all'idea. È proprio una puttana.
Realizzino quello che ha detto. Simone vuole farsi Giulia.
È appena tornata a casa, sta male.
Se la tocca è morto.
Non deve toccarla. Ora sono completamente, più o meno, lucido e cerco di slegarmi le mani.
-Non sei molto brava a fare i nodi tu, vero?- la guardo ridendo, tirando fuori le mani che non sono più slegate.
-Ma come hai..- non le lascio finire la frase. Devo andare a casa di Giulia.
Corro.
----
fine capitolo💞

Baciami.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora