parte 35

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-Stai immobile.- Jessicah mi squadra dalla testa ai piedi.
-Giulia? Cosa succede?- sento Tommaso dire dal telefono.
-Attacca.- mi ordina Jessicah e io lo faccio.
-Credi che sarebbe finita lì? Con Simone in prigione? Ti sbagli di grosso. Cos'hai tu che io non ho?! Sono molto meglio di te! Cosa ci trova lui un una come te?- mi guarda male senza smettere di puntarmi la pistola.
-Non-non lo so..- dico abbassando il capo.
-La cosa che mi chiedo è che se ora io ti portassi via e dicessi a Tommaso che se non scappa con me ti faccio fuori, potrebbe accettare?- mi guarda pensierosa.
-Ma non è un lavoro che tocca a me farti fuori.- dice abbassando la pistola. -Omar, vieni pure.- Omar?!
Omar entra in casa mia con il capo abbassato.
-Io non capisco..- lo guardo.
Come ha potuto?!
-Tocca a te Omar.- gli passa la pistola.
-Mi dispiace così tanto.- dice lui.
Chiudo gli occhi.
Spara.
(prov. Tommaso)
Continuo a chiamare Giulia invano. Perché non risponde?!
È successo per forza qualcosa.
La chiamo più o meno dieci volte ma niente.
Suo papà.
-Pronto?- mi risponde al secondo squillo.
-È successo qualcosa. Stavo parlando al telefono con Giulia e mi ha detto di sentire dei tumori dal piano di sotto, è andata a vedere e poi ha attaccato senza dire niente. Sono preoccupato.- dico tutto d'un fiato.
-Corro a casa.- attacca.
Ma dai, anche io voglio sapere cos'è successo!
Appoggio il telefono sul tavolo aspettando una chiamata da Giulia dove mi dice che va tutto bene. Passa il tempo ma il mio telefono rimane spento.
(prov. Giulia)
Apro gli occhi.
Omar non mi ha sparato.
Si è sparato.
Jessicah è pietrificata.
Come me.
Ci guardiamo senza dire niente, poi passiamo lo sguardo su di lui, che è sdraiato per terra, in una pozza di sangue.
Ha gli occhi aperti e le lacrime iniziano a rigarmi il viso.
La porta si spalanca.
Mio papà entra e vede Omar.
-Chiamo un'ambulanza.-
Jessicah viene verso di me.
-Tu..- mi spintona. -È tutta colpa tua!-
-Io?! Chissà cosa gli hai detto per far sì che facesse quello che ha fatto!- vado verso di lei.
Lei può essere migliore di me in fatto di bellezza, ma io sono più alta e più grossa, si irrigidisce.
Mio papà viene da noi.
-Ragazze, ora spiegatemi cos'è successo.- dice serio.
-Ero qui a casa da sola, sento un rumore, vengo giù, e vedo lei- dico indicandola inorridita. -che mi punta una pistola addosso. Poi ha chiamato Omar, gli ha ordinato di spararmi, ma lui lo ha fatto a se stesso! Capisci?!- le lacrime continuano a rigarmi il viso.
-Eh piantala di fare la vittima!- mi urla Jessicah. -È solo colpa tua se lo ha fatto! Non capisci? Lui era pazzo di te e tu continuavi a parlargli di Tommaso! Questo non sarebbe successo se fosse rimasto con me!- mi guarda come se fossi una merda spiaccicata.
Dice davvero?
Sono io la causa?
-Cos'è che non parli più? Lo hai fatto apposta vero? Tu volevi che finisse così! Non lo sopportavo più tra i piedi vero?- mi punta il dito contro.
-No! Tu lo avrai minacciato sicuramente! Chissà cosa gli hai detto per ridurlo così! Sei solo una put..- mio papà mi interrompe appoggiandomi una mano sulla spalla e facendomi "no" con la testa.
Arrivano l'ambulanza e la polizia.
Chiudono Omar dentro una busta bianca.
Inizio a singhiozzare.
Ci conoscevamo da poco, lo so, ma era diventato importante per me.
Il poliziotto inizia farmi domande la cui non ho la forza di rispondere.
Sono scioccata.
Voglio andare via.
Vado verso camera mia, prendo il biglietto dell'aereo ed esco di casa con la polizia e mio papà che mi seguono.
Non ce la faccio più, voglio andare a casa mia.
Voglio andare da Tommaso.
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fine capitolo💞

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