1° agosto 2066.
Miriam sfoggiò il tubino azzurro con naturalezza, abbinando anche un paio di tacchi a stiletto neri e portando con sè una pochette a tracolla abbastanza grande da contenere un piccolo portafogli, rossetto, chiavi della Magma IX (l'astronave da "single"), pistola e qualche munizione extra. Il cattivone che stava andando a catturare era un soggetto simpatico, uno spacciatore che si rifugiava nei locali notturni di Ganimede.
Il nome era Michael Rotterdam e la sua taglia era di 350.000 ₩, un lavoretto carino. Miriam cercava di mantenersi soprattutto con le taglie, attingendo il meno possibile al conto corrente messo a disposizione dalla madre. Non era una questione di risparmio, quanto di orgoglio e soddisfazione personale.
La meta era un locale notturno malfamato, ma frequentato di nascosto da rampolli facoltosi senza palle, il Blue Lagoon di Ganimede. Rotterdam era lo spacciatore di fiducia di molti di loro: il rischio era di rimanere incastrata in un affare mediatico e successivamente diventare bersaglio delle famiglie più di spicco del sistema solare. A volte, togliere il giocattolo ai bambini capricciosi significava rischiarci la pelle.
Vide la propria figura, seduta, riflessa nel vetro della cabina: occhi grandi e blu contornati da una sottile linea di eyeliner la scrutavano, mentre la piccola bocca rossa veniva inumidita leggermente da un po' di saliva. La cacciatrice di taglie che prediligeva camicie maschili e pantaloni comodi era diventata una specie di femme fatale. "E non mi dispiace affatto" pensò lei, con un sorrisetto.
Aprì lo sportello e scese cauta dall'astronave, per poi richiuderla. Ammirò il colore dorato del proprio bolide, così come una mamma guarda il proprio bimbo o un collezionista il suo pezzo d'antiquariato preferito. Quel mezzo le aveva garantito la libertà di diventare ciò che voleva, un'indipendenza sottile ma fondamentale.
Poi si girò e iniziò ad attraversare il parcheggio in equilibrio sui tacchi, sicura e con i fianchi ondeggianti. Si immaginò come una di quelle vecchie dive del cinema, con lo sguardo sempre un po' cinico e il sorriso indimenticabile, pieno di charme.
La ragazza si diresse con passo felpato verso il luogo designato, scrutando i due energumeni che facevano da guardia all'ingresso. Quello alla sua destra era alto almeno due metri, pelato e con la giacca nera che copriva a fatica i muscoli delle braccia; l'altro, a sinistra, portava un taglio di capelli che si addiceva più ad un teenager che ad un uomo, con la frangia lunga e posta di lato, quasi a coprirgli gli occhi. Le pupille di entrambi erano piccole e nere e sembravano poter perforare ogni cosa con il solo sguardo. C'erano pochi ragazzi in coda davanti a lei e quando i buttafuori videro la giovane avvicinarsi all'entrata, si scambiarono un'occhiata eloquente. Miriam frenò a stento l'impulso di roteare gli occhi e sfoggiò un sorriso sghembo, di quelli che solitamente fanno imbambolare gli uomini. Non le chiesero nemmeno i documenti e la lasciarono passare, mentre la divoravano con lo sguardo.
"Prevedibile" pensò, mentre entrava nella sala e le grandi porte argentate si richiudevano dietro di lei.
Tutto l'ambiente era pervaso da musica electro swing. Luci soffuse, blu e morbide come velluto, uomini vestiti in suite e donne con abiti da sogno, dalle profonde scollature. Qualche addetto alla sicurezza vegliava la situazione dall'alto, da alcuni balconcini. La sala era enorme, con un soffitto alto: la pista da ballo era strabordante, con la folla che si muoveva lentamente seguendo il ritmo di una ballade romantica, e qualche ragazzo senza compagna si accontentava di cocktail e chiacchiere disinteressate coi bartender. Ai lati della sala, divanetti spaziosi che abbracciavano e coccolavano amanti avvinghiati, teneri e non.
Miriam si diresse al bancone rosso fuoco e ordinò del whisky marziano liscio, senza ghiaccio. Appoggiò la mano destra sulla superfice lucente di fronte a lei e osservò i movimenti del bartender col cravattino, mentre si sporgeva verso la grande scaffalatura in vetro per afferrare la bottiglia di liquore. Si guardò attorno, per poi posare gli occhi sul ragazzo seduto poco distante, appena in tempo per accorgersi che lui in realtà la stava fissando da più di qualche secondo.
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Notti In Bianco
FanfictionMiriam, cacciatrice di taglie spaziale, si gode una vita priva di routine: i lunghi viaggi in astronave (a bordo della Magma IX) vengono intervallati da inseguimenti, catture rocambolesche e pericolosi scontri vis à vis con la peggiore feccia del Si...