L'uomo dai capelli rossi avanzava trattenendo a fatica un altro ragazzo, che Miriam riconobbe immediatamente.
"Stiamo scherzando?" pensò, con la bocca aperta. I tre musicisti tenevano lo sguardo fisso sull'ostaggio, come se non potessero vedere lei ancora immobile sulla porta.
Il giovane che si dimenava indossava una camicia di lino gialla leggermente aperta sul davanti e dei pantaloni neri. Ai piedi, delle scarpe di pelle lucida. I capelli erano folti e scompigliati, di un verde scuro tendente al nero. Furono gli occhi castani e la voce tagliente a toglierle ogni dubbio.
"Spike Spiegel?" pensò lei, trattenendo il fiato. Ecco la fatidica terza volta, il terzo incontro. Sembrava essere anche il più pericoloso fino a quel momento. La porta era ancora aperta, pronta per essere attraversata dalla ragazza.
Inspiegabilmente, le tornò in mente la voce del suo compagno di banco del liceo, che la ringraziava per averlo salvato dall'ennesimo bullo. "Grazie, Paladina" le aveva detto con voce smielata, dandole un abbraccio. La testa di Ricky le arrivava alle spalle: era piccolo di statura, ma aveva il cuore più grande di tutti. Poi, un altro flash: Spike che in quella lurida saletta del Blue Lagoon combatteva con lei più per gioco che per difendere Rotterdam e la copertura che lui aveva attuato per farla scappare. Infine, la manovra di Heimlich al ristorante.
Sentì quel senso di giustizia farsi strada dentro di lei. Avrebbe tentato di salvare un criminale dall'imboscata di altri criminali: un affare decisamente sconveniente; ma Miriam aveva un favore da restituire.
Invece di scappare, si rifugiò velocemente sotto al bancone di legno e tirò fuori la pistola silenziata dalla tracolla.
- Direi che ci sono state cose molto meno leali da parte vostra, Spike - disse uno dei tre musicisti, avvicinandosi al ragazzo. Gli prese la pistola da dietro la schiena e la buttò a terra, verso il palco.
"Una lotta tra bande?" si chiese Miriam, impugnando la propria arma. Sei colpi in canna.
- Stewie sarà stata una vostra talpa... ma non è durata a lungo. Un bagnetto nell'acido ed è sparito. - disse un altro. Avevano voci molto simili, ma non completamente identiche. Il primo che aveva parlato aveva un timbro più sottile e acuto, il secondo più grave e gracchiante, tipico dei grandi fumatori.
Miriam sbirciò oltre al bancone. Gli avversari impugnavano tre pistole, identiche, così da non spezzare la perfezione cromatica.
La ragazza trattenne il respiro. Le mani tremavano.
"Concentrati" si disse, cercando di liberare la mente. Poi si alzò di scatto e puntò il più velocemente possibile alla testa del musicista più vicino a lei. Il fantomatico batterista.
"Headshot"
Un tonfo riempì il locale. Silenzio.
- A quanto pare non sono solo - commentò Spike, pestando con violenza il piede dell'uomo dai capelli rossi. Quest'ultimo lanciò un grido roco e, invece di provare a fermarlo, valutò rapidamente la situazione e uscì di corsa dalla porta principale. Un gesto di codardia?
- Malek, dove cazzo vai? - gli urlò dietro il pianista, sparando verso Spike. Il ragazzo scappò lateralmente, lanciando letteralmente delle sedie al nemico e sfruttando tavolini come scudo, finchè non riuscì a recuperare la pistola vicino al palco.
Il trombettista, invece, si diresse al bancone, sparando all'impazzata. Miriam replicò con altri quattro colpi e riuscì a ferirlo mortalmente al torace, attuando la "tecnica dell'alzati e rifugiati", ma lui riuscì comunque a colpirla al braccio sinistro. Il proiettile non era rimasto conficcato nella carne, ma le aveva regalato un'ampia ferita, lacerando parte della manica della camicia. Era precisa come un taglio, come se fosse stata fatta da un coltello.
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Notti In Bianco
FanfictionMiriam, cacciatrice di taglie spaziale, si gode una vita priva di routine: i lunghi viaggi in astronave (a bordo della Magma IX) vengono intervallati da inseguimenti, catture rocambolesche e pericolosi scontri vis à vis con la peggiore feccia del Si...