In a Sentimental Mood

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8 agosto 2066, mattina.

- Voi due, rivali? Mi sembra assurdo. -

- Era pronto a regolare i conti, qualche sera fa, con la sua amata katana -

Spike continuava a passeggiare avanti e indietro nella camera da letto di Julia, con la mano destra che grattava la nuca. Ormai le gambe sembravano viaggiare da sole, d'inerzia. Il ragazzo aveva la sensazione che, se si fosse fermato anche solo per un momento, qualcuno gli avrebbe tenuto un agguato.

- Mi preoccupa la Sky Pirate, non Vicious - commentò Julia, seduta sulla sua amata sedia in legno di ciliegio. Le finestre di casa sua erano spalancate e la luce bianca entrava prepotentemente nella stanza, rendendo le lenzuola ordinate e stirate del suo letto quasi incandescenti alla vista.

- Non è un problema. Mao ha già preparato un altro piano - fece lui, guardando la ragazza. Sembrava accigliata, come se qualcosa le stesse attanagliando lo stomaco o la mente. I capelli biondi erano sciolti oltre le spalle, come sempre. Le braccia conserte e attaccate al petto, mentre la maglia nera e sottile le fasciava il busto.

- Come hai fatto a scappare da lì? C'era qualcun altro con te, non eri solo - cambiò argomento lei, riferendosi all'episodio al "Farewell Blues" ed alzando lo sguardo verso il soffitto, evitando quello di Spike. Il ragazzo si fermò di fronte a Julia, con il piede destro che ribadiva un tempo immaginario sul parquet.

- Qualcuno che mi doveva un favore - tagliò corto lui, altamente infastidito. "Non sono qui per parlare di questo!" pensò, mentre le sopracciglia gli si impuntavano sul volto. Si sentiva leggermente in colpa di risponderle con quel tono. Era probabilmente l'unica persona della sua vita che avesse mai tenuto a lui.

Aveva sognato per molto tempo di essere il suo amante. Erano sempre insieme, avevano una chimica incredibile sul campo di battaglia e fuori. Molte volte si capivano con un solo sguardo, come se fossero stati in grado di parlarsi col pensiero.

Qualcosa, però, non andava. Non era successo nulla tra di loro, nonostante il palese attaccamento.

Non era il momento giusto. "Non è mai il momento giusto" si disse Spike in quel momento, mentre il piede cessava di battere e la bocca si seccava lentamente. E poi c'era Vicious.

Sempre Vicious.

Sapeva che molto probabilmente anche l'amico provava qualcosa per lei. Sentiva che c'era stato qualcosa tra loro due: una relazione segreta, degli appuntamenti occasionali, un'infatuazione vera e propria? Lui non ne aveva idea, ma avrebbe potuto chiedere a qualcuno per un'idea più precisa della situazione. Forse i gemelli Shin e Lin potevano dire qualcosa a riguardo.

"Basta" si rimproverò Spike, alzando lo sguardo e puntandolo dritto verso quello di Julia. Gli sembrava di affogare in quegli occhi pieni di azzurra e sincera preoccupazione.

Lei non replicò alla risposta di lui. Si limitò a rimanere in silenzio, compita come una statua di granito.

L'assenza di parole fece male a Spike. Solo il vento si muoveva, scompigliando i capelli scuri di lui e facendo muovere le lunghe tende di lino trasparenti. Julia si alzò lentamente in piedi, come se un grande peso stesse gravando sulle esili spalle.

- Il tempo aggiusterà tutto, vedrai - disse infine lei, avvicinandosi a Spike e stringendolo a sé. Lui non riuscì a ricambiare: lasciò le braccia stese lungo i fianchi, mentre il cuore gli galoppava nel petto. Voleva crederle, ma sapeva che il tempo non era la risposta giusta.

Poco dopo, Spike e Julia si avviarono verso il covo della Red Dragon, un grande grattacielo basato nella vicina città di Tharsis. Camminavano uno di fianco all'altra, con la testa bassa. Gli sguardi dei passanti scivolavano su di loro.

Notti In BiancoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora