Mentre la cacciatrice di taglie si abbandonava ad una profonda ed intensa dormita, Spike Spiegel incontrava l'amico Vicious nel vicolo accanto al locale "Food's Heaven". Il ragazzo non doveva partecipare alla missione in programma, ma gli aveva chiesto di incontrarsi.
La quasi assenza di luce rendeva ancora più ostile l'ambiente: solo un piccolo lampione forniva qualche raggio, ma la situazione non sarebbe cambiata di molto se non ci fosse stato. Le strade che fino a poco tempo prima gremivano di persone e di mercanti di frutta, si rivelavano quasi deserte e silenziose. Le pareti di mattoni del vicolo erano colorate di un blu scuro, tendente al nero, confondendosi quasi completamente con il colore del cielo. I ciottoli grigi scricchiolavano sotto i piedi di Spike.
Grace, la cameriera del locale, sbirciava la situazione da una finestra ed impallidì (nonostante l'invidiabile abbronzatura) quando vide l'uomo dai capelli argentei tirare fuori una lunga katana.
Si capiva dall'impugnatura che Vicious era un grande spadaccino. Probabilmente uno dei migliori della galassia. Indossava una camicia nera completamente abbottonata, nonostante facesse piuttosto caldo. Spike riusciva a rimanere vestito come per miracolo, tanto che la camiciola di flanella gialla era ampiamente aperta sul davanti nel tentativo inutile di trovare un qualche refrigerio. Stranamente, quella notte era ancora più calda del giorno appena trascorso.
Spike notò che l'amico sembrava essere ancora più pallido del normale.
- Presto Mao non sarà più in grado di controllare ancora l'organizzazione. É alla ricerca di un successore -
Vicious parlò con freddezza, come se non riuscisse a riconoscere la persona dinnanzi a lui.
Spike era perfettamente a conoscenza della situazione all'interno della Red Dragon Crime Syndicate. Era inevitabile, prima o poi, che l'organizzazione iniziasse a pensare all'elezione di un nuovo capo della pericolosa e vasta combriccola. Vicious e Spike erano i protetti di Mao, che li aveva allenati e tenuti sotto la propria ala sin dal loro ingresso nel sistema criminale. Nelle ultime settimane, Spiegel aveva notato uno strano comportamento da parte di quello che lui considerava il suo migliore amico: era sempre più taciturno, partecipava alle missioni controvoglia, evitava di pranzare e cenare con tutti gli altri, nascondendosi nella propria camera.
- Lo sai che a me queste cose non interessano - aveva replicato Spike, inclinando leggermente il capo. Doveva voleva arrivare?
- Sono divisi tra me e te. Hai conquistato una larga fetta di pubblico, Spike - aggiunse Vicious, con un ghigno che di umano non aveva nulla. La lunga katana era rimasta sguainata, ma puntava verso il basso.
- Ha intenzione di sbarazzarti di me? Non ho neanche una pistola al momento, se è un duello che vuoi - ribatté Spike, decisamente sulle spine. Era vero, la pistola non ce l'aveva. Per lui quello era un giorno di pausa e si era concesso di lasciare in disparte ogni cosa che fosse collegata al lavoro. Una mossa avventata? Certamente, ma a Spike non importava.
Grace era come paralizzata alla finestra. Sentiva di dover aiutare l'amico in qualche modo, ma non sapeva esattamente come. Si guardò intorno con sguardo circospetto, come se potesse trovare qualcosa di utile per sbloccare la situazione. Ma, del resto, cosa poteva fare lei? Era solo una cameriera di un piccolo locale dal nome pretenzioso. Il paradiso del cibo. Decise di non immischiarsi, rifugiandosi nel retro del locale e stendendosi sul letto. Pregò Dio che il caro Spike non ci rimettesse la pelle, lì fuori. La giovane si addormentò con la luce accesa del suo comodino, stringendo a sé il cuscino come se fosse stata la schiena di un amante.
Vicious fissò gli occhi l'amico, con le pupille che gli si rimpicciolivano a causa di qualche droga, probabilmente Red Eye.
- Voglio che tu ti faccia da parte - disse, mentre un leggero vento gli spostava i capelli argentati davanti agli occhi. Spike pensò semplicemente che quella situazione non avesse ragione di esistere. Voleva solo fare il proprio lavoro: non aveva famiglia e particolari scopi di vita. Continuava la propria esistenza per inerzia, quasi con passività ed attendendo che gli eventi si abbattessero su di lui.
- Lo sai che non me ne andrò, Vicious. Non iniziamo un'inutile guerra - fece Spike, incrociando le braccia al petto.
"Dovrei parlarne con Julia?" si chiese. I capelli biondi e il viso allungato e puro di lei gli tornarono in mente. Lei, che con la sua diplomazia e la sua calma era sempre riuscita a gestire i momenti di scontro tra lui e Vicious, sarebbe stata di certo in grado di appianare anche quell'incomprensione tra i due. Il ragazzo sentì il cuore battere leggermente più forte. Il ricordo della ragazza svanì con lentezza, come se fosse stato portato via da una brezza sconosciuta.
I due si guardarono in silenzio.
Spike ritenne di non avere nient'altro da dire al suo collega. Decise di andarsene, dando le spalle all'uomo e allontanandosi, con le mani in tasca. Non voleva perdere tempo dietro a delle questioni di importanza irrilevante: non aveva nessuna intenzione di entrare in un circolo vizioso di lotte intestine per il potere.
Le strade erano quasi del tutto sgombre, tranne che per qualche ubriaco accasciato agli angoli dei vicoli. Non si preoccupò di Vicious, non si guardò indietro. Si accese una sigaretta, accorgendosi che nel pacchetto gliene rimanevano solo altre tre. Sbuffò e lasciò che il fumo formasse delle spirali e che si elevasse verso l'alto. Il petto si alzava e si abbassava con lentezza, con il tessuto della camicia gialla appiccicato sulla pelle a causa del sudore.
Iniziò a pensare alla missione che Mao gli aveva assegnato e che avrebbe dovuto completare nei giorni seguenti. La cosa migliore sarebbe stata prepararsi a dovere, con giubbotto antiproiettile, munizioni e giusto un paio di pistole di riserva. Era una situazione piuttosto complicata da gestire. Era essenzialmente un attentato ad una base criminale avversaria, ovviamente più piccola della Red Dragon ma decisamente troppo fastidiosa. La "Sky Pirate", questo era il nome, metteva in commercio una droga simile alla Red Eye, non in forma di fiala ma di piccoli cristalli azzurri. Per qualche motivo, la sostanza andava di moda tra i giovani; Mao aveva affidato a Spike la guida dell'intero attentato, senza coinvolgere Vicious. Una strana decisione, dato che i due solitamente davano del proprio meglio in coppia. Che fosse consapevole del comportamento poco collaborativo dello spadaccino?
Il piano sarebbe scattato la mattina del 6 agosto, con lo spostamento della squadra d'assalto su Venere, lì dove era stabilita la base della Sky Pirate. Sfruttando i gate presenti, se la sarebbero cavata approssimativamente entro le cinque ore. Una volta atterrati, si sarebbero dovuti avviare, ovviamente in borghese, nel quartiere di Shin-Ju. In base alle informazioni in loro possesso, il covo rivale doveva trovarsi all'altezza del palasport cittadino, più precisamente in un magazzino di articoli sportivi. Il loro compito era quindi di fare un sopralluogo, cercando di individuare più dettagli utili possibile. La notte stessa poi, con la complicità del buio, avrebbero attaccato.
L'obiettivo principale era di eliminare più persone possibile, tra cui ovviamente le menti dell'organizzazione. Grazie alle informazioni fornite da una talpa, un infiltrato di nome Stewie, Spike sapeva che quella notte i capi si sarebbero riuniti per un meeting speciale.La Red Dragon avrebbe partecipato volentieri, portando un po' di piombo.
Sarebbe andato tutto liscio? Questo Spike non lo sapeva. Del resto era ancora vivo, era sopravvissuto ad anni di missioni pericolose ed era uno dei soldati migliori di quella strana macchina da guerra che era la Red Dragon.
Pensò che a termine della missione si sarebbe riposato, avrebbe ripreso ad allenarsi da solo al poligono (come se ne avesse realmente bisogno) e avrebbe fumato qualche sigaretta. Poi si sarebbe dedicato ad altre missioni, ma più tranquille. Avrebbe anche fatto da cane da guardia a Rotterdam al Blue Lagoon di Ganimede, per un paio di serate."Sono Miriam, piacere di conoscerti"
Il ricordo della voce di Miriam lo colpì nei ricordi: fu come ritrovarsi dentro quella stanza sporca e buia, con un Rotterdam svenuto ed una piccola cacciatrice alla ricerca di una via di fuga. Riusciva a vederla mentre tirava su la gonna del vestito, non per sedurlo, ma per tirargli un calcio in mezzo alle gambe con più facilità.
Spike sorrideva mentre fumava la sua sigaretta. Camminò fino alla base della Red Dragon con un'insolita serenità in corpo.Vicious guardava l'amico allontanarsi, ancora immobile all'ingresso del vicolo. La katana era rientrata nel fodero viola scuro, ma l'uomo dai capelli argentati non si sarebbe accontentato di riporre le armi. Era ossessionato dal suo compagno, tanto da passare dall'amicizia ad un sentimento di odio profondo. Sapeva benissimo che lui e Spike erano come una cosa sola.
Ed era necessario che uno di loro sparisse, in un modo o nell'altro.
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Notti In Bianco
FanfictionMiriam, cacciatrice di taglie spaziale, si gode una vita priva di routine: i lunghi viaggi in astronave (a bordo della Magma IX) vengono intervallati da inseguimenti, catture rocambolesche e pericolosi scontri vis à vis con la peggiore feccia del Si...