Angel Eyes - 1

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- Ultimamente i criminali come te non se la passano bene, lo sai? -

Spike non l'aveva riconosciuta immediatamente. Aveva sentito la voce di lei, ma era più rauca e bassa. Le braccia incrociate sotto al seno scomparivano quasi nella grandi maniche della felpa nera. Aveva lo stesso sguardo serio della foto del telegiornale. Non ebbe niente da replicarle.

- Spike, porto un po' di torta anche per te? - fece Grace, poggiando graziosamente il piattino di ceramica sul tavolino di legno. Lui parve non sentirla. Aveva i capelli totalmente zuppi e la giacca del completo nero fradicia, così come parte dei pantaloni. Non indossava la cravatta col dragone.

- N-no, grazie - rispose finalmente, guardando dritto negli occhi Miriam Janski. Le sue iridi blu sembravano rappresentare due piccoli quadretti rotondi raffiguranti un oceano in tempesta. Erano piuttosto inquietanti da guardare, soprattutto perché facevano un grande contrasto con i capelli sciolti e scuri e la pelle bianca. Ancora più bianca di come se la ricordasse.

- Mi porteresti un asciugamano, Grace? - disse ancora, senza voltarsi. Si tolse la giacca e la lanciò su un tavolo vicino, rimanendo in camicia. Era bianca e parzialmente bagnata sul davanti, quasi trasparente. Dell'acqua continuava a sgorgare dalla grande massa riccioluta dei suoi capelli.

- Questo è un ristorante, mica un albergo! - urlò di rimando la cameriera, con voce decisamente divertita e sparendo per le scale. 

Miriam sentiva ancora il cuore battere come se fosse completamente andato in corto circuito. 

"Che faccio?"

- Se non gradisci la mia compagnia, me ne vado. - disse allora Spike, aprendo con lentezza i primi due bottoni della camicia senza smettere di fissarla. Le guance di Miriam si colorarono un poco.

- Credo che nei tuoi pensieri ci sia già qualcuno di più interessante di me - ribadì la ragazza, ricordandosi del "Julia" pronunciato da lui nel resort del casinò. La cacciatrice non poté mentire a se stessa: aveva provato uno strano slancio verso di lui, quasi come se avesse voluto gettargli le braccia al collo. Per quello si era alzata, ma si era quasi bloccata da sola, abbracciandosi il torace più per fermarsi che per altro.

Il ragazzo aggrottò le sopracciglia. Era gelosia, quella? E poi, sembrava di sapere che lui provasse interesse per qualcuno. Eppure, non ricordava di averle mai parlato di Julia o delle sue storie amorose. 

Provò un certo divertimento e passò a sbottonare i polsini stretti della camicia. 

- Non ti sei data neanche una possibilità. Sei tu quella che è scappata di soppiatto dalla camera da letto... come una vera ladra. - aggiunse, con un tono di voce profondo e quasi saccente. Miriam sentì le guance avvampare, con rabbia. Si risedette, dandogli le spalle.

- La prossima volta invita Julia al Food's Heaven. Le coppie di Marte prendono spesso i ravioli di carne per imboccarsi a vicenda. -

Miriam quasi si sorprese dell'acidità che sorse dalle sue parole. Stava sfogando il suo nervosismo su Spike, dimenticandosi del suo ruolo. Prese la forchettina d'argento in mano, la destra, e prese un bel boccone di torta.

- Julia? - ripeté Spike, che sentì il sangue farsi caldo nelle vene. Come se si fosse risvegliato da un letargo di sentimenti, si sedette con decisione al tavolo di Miriam, protendendosi in avanti col busto e appoggiando le braccia sulle ginocchia. Miriam sapeva di Julia? O meglio, una cacciatrice di taglie sapeva di Julia, l'informatrice della Red Dragon? Aveva indagato su di lei? Era lei la sua prossima vittima per la sua collezione di trofei criminali?

- L'hai chiamata nel sonno. Penso sia una persona importante per te. - rispose lei a bocca piena, quasi spaventata da quel cambiamento di espressione da parte di Spike. Aveva gli occhi più aperti e le sopracciglia impuntate, mentre la bocca era chiusa in una linea dritta.

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