"Devo uscire da qui".
Miriam non avrebbe potuto scappare indisturbata con lo svenuto e ciondolante Rotterdam sulle spalle.
Dalla sala da ballo proveniva una musica morbida e rilassata, in netto contrasto con la situazione tesa del momento.
Rinunciò alla possibilità di correre verso la porta, e si rese conto che l'unica cosa da fare era affrontare quella specie di guardia del corpo. Spike girò attorno alla scrivania, per poi avanzare con la pistola puntata verso il volto della giovane. Lei indietreggiò abbassando la propria arma, fino a giungere verso uno dei muri della stanza. La schiena si appiattì contro la nuda parete, ghiacciata; una serie di lunghi brividi la attraversò, sia per il freddo che per l'adrenalina.
Se la sarebbe cavata anche stavolta? Da lì la porta non era molto distante, ma era impossibile raggiungerla e fuggire.
Spike sorrise.
Lei non ricambiò.
- Una cacciatrice di taglie - commentò lui, divertito. Lei lo guardò nella penombra, i suoi occhi si stavano abituando.
- Sono Miriam, piacere di conoscerti - si presentò lei, con sguardo di sfida.
"Confondilo" si ordinò la ragazza, cercando di sfruttare quante più possibilità per potersi liberare da quella scomoda situazione.
Una volta che le presentazioni furono terminate, Miriam fece cadere la pistola. Iniziò invece a tirare su la gonna del tubino ad un'altezza definibile... pericolosa. Le mani le tremavano un poco.
- Hai caldo? - fece Spike, facendo scorrere rapidamente il suo sguardo sulle gambe della giovane.
Senza l'impiccio della gonna che le restringeva le gambe, lei tirò con tutta la potenza che aveva in corpo un calcio diretto ai gioielli di lui, accompagnato da un urlo. Era una mossa inaspettata, tanto che anche lui fece cadere la pistola e rantolò dal dolore.
Lei corse verso la porta, ma lui rapidamente la placcò alla vita, portandosela a terra. Miriam tirò una gomitata sulla testa del giovane, affondando il braccio nei suoi capelli folti.
- Ahi - fece lui, ma continuava a tenerla stretta. Lei provò a rotolare di scatto per mettersi supina ma, poco prima che ci riuscisse, Spike si mise in ginocchio e le prese un braccio, portandoglielo dietro la schiena.
Faceva male, ma si disse che non poteva arrendersi così.
- Senza pistole è più divertente, non credi? - fece lui, rimanendo fermo e cercando di immobilizzarla.
- Dove sono i tuoi amici? Credevo che fossero più spietati, gli assassini della Red Dragon - rispose lei, facendo velocemente leva col braccio libero e dandosi una grande spinta verso l'alto. Lui perse per un millesimo di secondo la presa sul braccio di lei e Miriam si girò, tirandogli un cazzotto ben assestato.
Spike lo bloccò per un pelo, chiudendo la sua mano su quella della cacciatrice di taglie.
- Mi piace lavorare da solo - disse lui semplicemente.
A Miriam, quella, più che una lotta per la propria vita, sembrava fosse un gioco. Quello Spike avrebbe potuto spararle a vista appena tirata fuori la pistola, ma non l'aveva fatto.
I due potevano guardarsi in faccia in quella posizione e Spike continuava a stringere la mano di lei, come una pressa. La musica al di fuori della stanza continuava, ad alto volume.
Miriam rilassò improvvisamente il braccio, quindi quello di Spike si sbilanciò leggermente in avanti. Lei cercò di tirargli un altro pugno, indirizzato allo zigomo destro del nemico, ma lui lo scansò, usando il braccio e virando la traiettoria con velocità.
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Notti In Bianco
Hayran KurguMiriam, cacciatrice di taglie spaziale, si gode una vita priva di routine: i lunghi viaggi in astronave (a bordo della Magma IX) vengono intervallati da inseguimenti, catture rocambolesche e pericolosi scontri vis à vis con la peggiore feccia del Si...