Leaving - 2

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19 agosto 2066, mattina.

Spike sentiva un gran mal di testa divorargli il cervello, mentre si alzava lentamente dal letto a forma di cuore.

Si era svegliato tastando l'altra metà del letto con la mano, aspettandosi di trovare accanto a sè il morbido corpo di Miriam; invece, non aveva toccato altro che un ammasso di coperte. 

Di solito era lui quello che spariva dopo gli appuntamenti: o almeno, così era successo con i suoi flirt precedenti. Solitamente non riusciva a prendere sonno, pensando e ripensando a ciò che aveva appena fatto e quasi rimproverandosi, come se avesse tradito Julia.

Julia che era solo un'amica, mica la sua ragazza.

La notte precedente, invece, era successo qualcosa di incredibile. Spike ammise più volte a se stesso di non essersi mai sentito così bene con una donna fino a quel momento. Ricordava ogni singolo dettaglio del viso di lei, del suo corpo, di quello che le aveva fatto (e di quello che lei aveva fatto a lui). Era stata un'esperienza dolce, sul nascere, che col passare del tempo si era trasformata in qualcosa di più primitivo, quasi violento.

Si erano addormentati dopo un paio di ore, con lui ancorato alla sua schiena, bianca e umida di sudore. Il profumo che emanava era qualcosa di surreale, di avvolgente, tanto che Spike desiderò di poterlo imbottigliare in qualche modo e portarlo sempre con sé.

Ricordava dei flash che aveva avuto durante il sonno, piccole porzioni di un incubo mai avuto prima. Si trovava nel corridoio delle camere della Red Dragon Crime Syndicate. Avanzava verso la sua stanza, sapendo che qualcosa di bello l'avrebbe aspettato al suo interno: appena aperta la porta della camera, si disegnava uno scenario assurdo. Miriam inginocchiata per terra, spaventata, vestita esattamente come quella sera. Di fronte a lei, Julia con una pistola in mano, puntata verso la fronte della cacciatrice di taglie. Tutta la stanza sembrava trasformarsi: le pareti nere sembravano muoversi, come se fossero state vive e pulsanti; il suo letto era ricoperto dal sangue, ma che non sembrava appartenere a nessuna delle due donne. Si era mosso verso Miriam, intimando a Julia di fermarsi.

"No... no... non Julia, no..."

L'aveva guardata meglio in volto: i capelli biondi erano come arruffati, la bocca storta in un ghigno malefico, strano, che non sembrava appartenerle affatto; infine, aveva notato che uno dei suoi occhi, il destro, era stato coperto da uno spesso giro di bende bianche.

Il sogno continuava, ma non riuscì a ricordarlo per intero.

Si chiese più volte del significato di quell'incubo, mentre raccoglieva i vestiti da terra. Probabilmente, era un modo del suo incoscio per poterlo colpevolizzare del fatto che avesse messo da parte Julia per un'altra donna.

- E che donna... - commentò lui ad alta voce, passandosi una mano tra i capelli. 

Si rese conto solo in quel momento di non essere a conoscenza del cognome di lei. Sapeva solo il suo nome, la sua professione e il fatto che gli piacesse.

Era una cacciatrice di taglie, quindi doveva essere registrata agli archivi online del ISSP.

"Quante Miriam cacciatrici di taglie potrebbero esserci nella galassia?" si chiese Spike, infilandosi i boxer che erano finiti per terra. 

Prima, però, sarebbe stato meglio tornare su Marte. Il cuore e la fiducia di Mao erano grandi, ma non abbastanza da tollerare un allontanamento troppo prolungato. 

***

- Ti prego, ho bisogno di un passaggio! - esclamò Sabrina Von Matterhorn, aggrappandosi al braccio destro di Spike. Si trovavano nel parcheggio della zona ovest, laddove il ragazzo aveva lasciato la sua navicella. Aveva subito notato l'assenza della Magma IX; quello che non aveva calcolato, però, era la fastidiosa donzella bionda appostata dietro alla porta, che chiedeva con insistenza di essere portata via dal casinò.

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