Cosmos - 1

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Fu Miriam la prima ad avvertire qualcosa di strano. 

Lei e Spike avevano appena imboccato il vicolo a qualche minuto dal parcheggio. La ragazza si fermò, aguzzando i sensi. Aveva sentito dei passi seguirli, quasi impercettibili. 

Il ragazzo la guardò, poi estrasse la pistola dal retro del pantalone, vicino alla schiena. Anche Miriam estrasse la sua dalla tracolla e, in quel momento, furono accerchiati da cinque figure vestite di nero. Indossavano una cravatta totalmente bianca. Erano tutti di differenze altezze, di diversa età, eppure era chiaro che appartenessero alla stessa banda.

"White Tiger?" si chiese Spike, aggrottando le sopracciglia e storcendo la bocca. Come era possibile che qualcuno della banda rivale fosse venuta a conoscenza del piano? Sembrava qualcosa di impossibile. Da quando i tre membri della Sky Pirate gli avevano teso un'imboscata al Farewell Blues, il livello di segretezza delle informazioni della Red Dragon era cresciuto esponenzialmente. Quel piano lo poteva conoscere Mao e Julia.

- Spike Spiegel, ti portiamo i saluti del nostro capo. - esclamò uno di loro, per poi fare fuoco. Miriam cercò riparo dietro ad un vicolo stretto, mentre Spike tentò di scansare i proiettili, ma rimase inevitabilmente ferito.

Lei si sporse con velocità dal riparo, riuscendo ad uccidere uno degli uomini in nero. Altri due rimanevano per terra. Spike si gettò dietro a dei cassonetti di latta, continuando a sparare con la mano sinistra. Con la destra si copriva uno degli occhi, che perdeva sangue. Stringeva con forza la sigaretta tra i denti, mentre quella di Miriam si era persa da qualche parte sul terreno lastricato. Il sangue rosso iniziava a colorarlo, con motivi sinistri. Il rumore delle pistole e dei proiettili che si infrangevano sui cassonetti era insopportabile e assordante.

Rimanevano ancora due sicari, diretti verso Spike.

- Brutti pezzi di merda! - gridò Miriam, finendo di ricaricare la pistola e iniziando a mirare alle loro teste. I due si scansarono, ma uno di loro rimase ferito al collo. Nonostante ciò, continuò ad avvicinarsi a Spike.

- Corri! Corri!!! - gli gridò Miriam, sgusciando completamente fuori dal vicolo e rendendosi visibile agli occhi degli assassini. Quello con la ferita al collo prese una pallottola in centro alla fronte, sparata dal ragazzo. Quest'ultimo diede un rapido sguardo con l'occhio non coperto a Miriam, per poi iniziare a correre più velocemente possibile. Sentiva di essere stato colpito in più punti: sicuramente al torace, anche ad una gamba. Ma la cosa che lo preoccupava di più era l'occhio destro. La sua vista sembrava essersi annebbiata completamente, come se qualcuno avesse calato un velo nero sulla retina. Inoltre continuava a sentire il sangue sgorgare, nerastro, denso. Sentiva anche dei pezzi gelatinosi sulla mano, ma non si concesse il tempo di stare a controllare.

Mentre Spike riusciva a scappare, Miriam aveva ingaggiato l'ultimo duello col sicario. Quest'ultimo aveva ormai rinunciato a mirare contro il giovane, preferendo puntare la propria pistola verso il volto della ragazza.

- Lui morirà comunque. - decretò con uno strano sorriso. Aveva i capelli neri, scuri, legati in un codino. Il completo elegante quasi stonava sul suo giovane e atletico corpo, che non poteva dimostrare più di vent'anni. Era un ragazzino programmato da macchina da guerra. Aveva dei lineamenti sottili, con dei piccoli occhi a mandorla. Miriam non riuscì a distinguerne pupilla e iride.

Prima che potesse premere il proprio grilletto, Miriam fece fuoco. Lo colpì allo stomaco e il ragazzino perse la presa sulla propria arma, finendo per terra. I cadaveri dei suoi compagni erano immobili, sgraziati, mentre lui cercava di fermare la perdita rossa che scappava dal suo petto.

Quel ragazzino aveva peccato di superbia. Invece di eliminarla direttamente, aveva perso tempo nel dire quell'inutile frase ad effetto. Era lui quello che stava morendo.

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