Angel Eyes - 2

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Spike guardò Miriam con curiosità. Lei sentiva un'idea rimbalzarle in testa, come una grossa biglia impazzita. Lui stette in attesa, pronto ad ascoltarla.

- Andiamo a festeggiare. Tu hai superato una bella missione, io sono stata incoronata Paladina tra i cacciatori. - disse, alzandosi lentamente in piedi, scostando la sedia di plastica da un lato. Afferrò la tracolla di pelle appesa allo schienale e la indossò. 

Spike sorrise, ma aveva palesemente un'espressione preoccupata. 

- Non sarebbe bene che qualcuno ci vedesse insieme e, soprattutto, ci riconoscesse - fece il ragazzo, alzandosi a sua volta. Recuperò la giacca posata sul tavolino, ancora bagnata, e se la pose sul braccio, con noncuranza. 

Miriam si voltò, per poi dirigersi verso le scale di legno che portavano verso il basso. 

- Festeggiamo sulla Magma IX. Dici che Grace potrebbe vendermi una bottiglia di champagne? - 


La pioggia era più leggera, ma ancora non si era interrotta. La Magma IX li aspettava ad un parcheggio pubblico a pochi minuti da lì, andando a sinistra del locale. 

- Mi dispiace ragazzi, non ho ombrelli da prestarvi... ma perché non rimanete ancora un po' qui? - propose Grace, sull'uscio del ristorante. Miriam e Spike si guardarono intorno, osservando le stradine quasi deserte. La ragazza teneva saldamente in mano una bottiglia di vino marziano viola, l'unica bevanda più vicina allo champagne disponibile al Food's Heaven. Aveva il cappuccio nero della lunga felpa calato sulla testa e, per qualche motivo, Grace pensò che assomigliasse ad una piccola civetta nera pronta a spiccare il volo. 

- Ci toccherà correre - sospirò, con l'ardente desiderio di tornare dentro al locale ed aspettare la fine del temporale. Si girò lentamente, sorridendo a Grace, pronta per ritornare al suo bel posticino al primo piano.

- La cacciatrice più in voga del momento ha paura di un po' di pioggia? - fece Spike, con un palese tono di sfida. 

Miriam sbuffò leggermente, quasi come se stesse per mettersi a ridere. 

- Hai voglia di prendere una polmonite? - chiese, lanciando un'occhiata al ragazzo, che si mise la giacca sulla testa, pronto per ripararsi.

- Sì. - rispose, per poi iniziare a correre. Scansò un uomo d'affari col suo ombrello blu a quadretti, che gli urlò dietro di stare attento a correre sulla strada bagnata. Probabilmente doveva essere un padre premuroso.

La ragazza lo guardò, scuotendo la testa. Grace si mise a ridere, per poi darle una piccola pacca sulla spalla. 

- Forse ti tocca inseguirlo, Paladina - suggerì, facendole un'occhiolino.

Ma Miriam era già scattata in avanti, cercando di tenere la bottiglia di vino con la presa più salda possibile. Le mattonelle grigie che lastricavano la strada sembravano essere più scivolose che mai e la ragazza rischiò di slogarsi più volte le caviglie, perdendo quasi l'equilibrio. Appena passò anche lei l'uomo dall'ombrello blu, lui le urlò dietro di non correre e di fare attenzione. Lei, urlando, lo ringraziò e - per tutta risposta - cercò di fare uno scatto per raggiungere Spike. La pioggia aveva già iniziato ad infradiciarle la felpa, rendendola sgradevolmente umida.

Raggiunse il ragazzo senza molta difficoltà, per poi afferrargli un braccio e trascinarlo verso una strada secondaria. 

- Mi hai catturato?! - esclamò Spike, continuando a correre. Lei rise, per poi arrivare al parcheggio pubblico. La Magma IX era l'unica astronave in tutto il parcheggio e risplendeva di una strana luce. L'aveva portata all'autolavaggio qualche giorno prima e, con l'intervento della pioggia, la carrozzeria le sembrò un autentico gioiello. Anche Spike, alla sua vista, si sentì come sollevato: aveva passato una notte lì dentro, al sicuro, proprio nel momento del bisogno e aveva lasciato lì il biglietto per l'appuntamento con Miriam.

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