Just Friends - 2

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La bionda si girò con stizza, per poi arretrare di scatto, rischiando di mettere sotto anche Miriam, che riuscì a spostarsi verso sinistra proprio all'ultimo momento.

Un uomo in smoking completamente nero, ma senza cravattino, sorrideva sornione. Aveva i primi due bottoni della camicia aperti e la giacca ricadeva sulle sue spalle con un'eleganza inaspettata. Gli occhi castani e affilati sembrarono essersi addolciti di colpo, mentre i capelli scuri, tendenti al nero, riflettevano parte della luce ambrata dei grandi lampadari di cristallo.

La ragazza si dimenticò totalmente della faida per il calice di champagne, iniziando a vomitare parole con l'intento fallimentare di sedurre Spike Spiegel.

- Oh, credo che ci sia un errore, mi scusi! Comunque io sono Sabrina Von Matterhorn e sono originaria di Venere, sono sicura che sarebbe interessante passare una piacevole serata insieme oppure scambiare quattro chiacchiere al bancone e... -

Sia Spike che Miriam la ignorarono completamente.

- Propongo di andare in un posto più tranquillo - disse Miriam, mentre sentiva il cuore accelerare nel petto. Lasciò il bicchiere di cristallo tra le mani di Sabrina, non avendo ancora avuto l'occasione di assaggiarne il contenuto. Sentiva il bisogno impellente di togliere la giacca bianca, come se l'ambiente si fosse improvvisamente riscaldato.

- Proposta accettata - replicò Spike, porgendo il braccio alla ragazza. I due se ne andarono lontani dalla zona poker, a braccetto, mentre Sabrina Von Matterhorn sbraitava dietro di loro una serie di insulti. Degli addetti alla sicurezza la invitarono a sedersi ad uno dei tavolini del bar, per tranquillizzarsi. Le parolacce volarono ancora più alte di prima.


-o-


La terrazza era magnifica e stranamente deserta. Una gigantesca cupola di vetro trasparente si innalzava al di sopra della pavimentazione in marmo bianco con venature verdastre. Davanti a Miriam si stagliava lo spettacolo dello spazio infinito: non una navicella inquinava la distesa interminabile di stelle, mentre in lontananza si poteva scorgere una sfera rosso sangue: Marte.

Dietro di loro, la sala da poker sembrava come svanita. La musica risultava ovattata, come in un sogno, ed il brusio delle gente era diventato inudibile.

Spike tirò fuori una sigaretta, porgendo il pacchetto a Miriam. Lei rifiutò gentilmente, alzando il palmo della mano destra, per poi avvicinarsi al parapetto. Il ragazzo la seguì, incendiando la cartina bianca con l'ausilio di un accendino.

- Come sta il tuo braccio? - chiese per primo il criminale, aspirando con lentezza e rilasciando il fumo verso l'alto.

Miriam scoprì leggermente la spalla sinistra, lasciando che la stoffa bianca della giacca di Kamila scivolasse sulla pelle. Gli occhi di Spike indugiarono sulla ferita per pochi secondi, spostandosi inevitabilmente sul decolté del corpino di lei e, infine, trattenendo lo sguardo sul suo viso.

- Mi sto riprendendo - rispose lei, notando il movimento delle iridi di lui. Si sentì avvampare sulle guance mentre si risistemava la giacca. Si sentiva in imbarazzo, ma non riusciva a smettere di sorridere.

- Tu con l'agguato della banda rivale? Avete risolto alla fine? - chiese quindi Miriam, appoggiando entrambe le braccia al parapetto ma continuando a guardare Spike.

- Tutto a posto. È già pronto un nuovo piano - replicò Spike, replicando la postura di Miriam e lasciando che la sigaretta penzolasse dalla sua bocca.

- Sembra che la polizia si stia occupando della faccenda. Ho visto un servizio a riguardo, ma nessuno sembra essere in grado di sapere chi siano i due nemici della Sky Pirate - fece ancora lei, ricordandosi delle parole pronunciate al telegiornale. Il ricordo di quella strana e mirabolante serata sembrava lontano, quasi come se fosse stato un sogno. I volti dei due avversari che aveva ucciso erano offuscati, quasi come censurati dalla stessa memoria di Miriam.

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