Preludio

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11 novembre 2066.

Lo spazio era quello di sempre. Il rumore sordo e bianco della Magma IX cullava Miriam. Aveva passato ore a guardare il messaggio che le aveva lasciato Spike tempo prima e il contratto scherzoso che avevano firmato, per poi piangere. Non le importava più di lasciare tracce: aveva scritto tutto ciò che poteva scrivere su quel taccuino di carta, mentre l'inchiostro nero usciva copioso.

Grace le aveva detto che la scrittura ha uno scopo terapeutico e che lei ha superato così le sofferenze per la perdita della sua famiglia. Le aveva fatto vedere che, nel cassetto del comodino, teneva i suoi diari, da quando era sopravvissuta all'incidente ferroviario. Lei le aveva creduto ciecamente.

Era da giorni che vagava nello spazio. La notizia della strage nel vicolo di Trez era su tutti i notiziari interspaziali ed i servizi erano tutti uguali: i poliziotti, a bocca aperta, osservavano il lago di sangue scuro, rappreso, con i corpi di uomini in vestiti eleganti appiccicati alla sostanza rossa come mosche sul miele. Non c'erano state telecamere attive nel riprendere l'accaduto. La lista dei sospettati inesistente. L'identità delle vittime era registrata nei database della polizia: erano tutti criminali minori, con la fedina penale piena di reati quali piccoli furti o rissa. Miriam, però, sapeva che quelli non potevano essere criminali comuni. O almeno, non lo erano più. Indossavano un'uniforme, vestito e cravatta bianca, tutti uguali. E non passavano lì per caso, aspettavano proprio Spike.

"...Ti portiamo i saluti del nostro capo... "

Capo. Il capo di un'altra banda? Miriam sapeva che la banda rivale di quella di Spike era la White Tiger. Era stata un'imboscata da parte del mafioso Huni, come vendetta per la morte di sua figlia? Era assolutamente possibile.

Miriam si alzò dal letto, smettendo di scrivere. Aveva appena terminato di raccontare del suo arrivo al Food's Heaven dopo la sparatoria, aveva scritto della pietà e della carità che Grace le aveva offerto. Si diresse al trono dorato, sedendosi priva di forze.

Magari qualcuno la stava cercando. Qualcuno avrebbe potuto sapere che lei aveva aiutato Spike a scappare da quella situazione scomoda, qualcuno avrebbe potuto pensare di darle la caccia.

- Una cacciatrice di taglie che diventa preda... - sussurrò tra sé e sé, guardandosi le nocche delle mani.

Lei si sarebbe potuta difendere, ma non per molto a lungo. Non voleva saperne di vivere come una reclusa, nascosta, pur di sopravvivere. Avrebbe preferito morire, ma morire da donna libera.

E poi, doveva ancora trovare Spike. Sapere che fine avesse fatto, vivo o morto.

Eppure Grace le aveva detto di tranquillizzarsi, di lasciare il lavoro per un po'. Le aveva addirittura proposto di rimanere con lei, aiutarla al locale, fare qualcosa di diverso. Miriam non aveva né accettato né rifiutato: si era limitata a dire che le serviva del tempo per riflettere. Due mattine dopo la sparatoria si era congedata dalla ragazza, con un sacchetto di plastica pieno di provviste in una mano e le chiavi della Magma IX nell'altra. Si erano abbracciate con forza, come se dovessero resistere per non lasciarsi andare.

Forse voleva solo tornare a casa, ma aveva veramente paura che fosse sotto osservazione da qualcuno e che potesse seguirla fino a Ganimede.

Comunque c'era un altro fattore da considerare: se fosse stata veramente nel mirino di una losca setta criminale, perché non l'avevano già uccisa? Del resto, era da giorni che vagava da sola nello spazio, senza una meta precisa. Sarebbe stata un'occasione troppo ghiotta per non essere sfruttata da qualche sicario.

Si tranquillizzò un poco a quel pensiero, abbandonando completamente la schiena sull'imbottitura. Chiuse gli occhi e inspirò profondamente, lasciandosi cullare dalla propria astronave galleggiante tra le stelle.

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⏰ Ultimo aggiornamento: Jan 28, 2021 ⏰

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