*arriviamo a 30 stelline? Vi vedo disinteressati😔*Poso i libri nell'armadietto velocemente, sperando di non perdere l'autobus.
«Perché corri così tanto? Hai qualche appuntamento?» domanda Vilde cercando di tirarmi per il braccio mentre mi insegue. Da quando ho raccontato alle ragazze della litigata con Christoffer non mi lasciano quasi mai da sola, nemmeno in bagno.
«Devo prendere il pullman, non farò nessun guaio poi perdermi di vista.» dico ridendo. La saluto con un veloce bacio sulla guancia e riprendo a correre verso la fermata del pullman, ma ovviamente la piccola chiacchierata con Vilde mi ha fatto perdere il pullman. Sbuffo, iniziando a farmi la strada a piedi. Sarebbe inutile aspettare, sarebbe venuto dopo un ora. Una macchina nera si ferma accanto a me e abbassa il finestrino. Sbuffo sonoramente mentre cerco di continuare a camminare, non avendo bisogno di girarmi per capire che era Christoffer.
«Ti do un passaggio, sali.» dice avanzando lentamente per rimanere al mio fianco.
«Ti hanno mai detto che spesso hai idee malsane?» dico continuando a camminare senza fermarmi e voltarmi.
«Si, spesso. Soprattutto quando volevo fare i pancake alle 4 di notte.» dice ridendo e mi scappa un sorriso anche a me che cerco di coprire con i capelli, ma so che l'ha notato. Mi arrendo, salendo in macchina anche perché so che mi avrebbe seguito fino a casa dandomi fastidio e preferisco evitare il tutto dandogliela vinta, su questo almeno.
«Mi accompagni a casa e te ne vai.» dico e lui annuisce ma mi rendo subito conto che la strada che sta facendo è completamente opposta a casa mia. «Vuoi uccidermi in un parco?» domando e lui ride lasciandomi piccoli sguardi. Ci fermiamo all'entrata di un parco e scende dalla macchina. Lo seguo, confusa dal posto.
«Non lo conosci?» domanda stranito dalla mia espressione. Faccio un piccolo cenno con la testa, dicendogli di no e resta ancora più shoccato. «È uno dei più famosi, strano.» continua e mi prende per mano portandomi all'interno. Appena porta la sua mano vicino alla mia ho l'istinto di allontanarla, ma lui prontamente le incrocia non lasciandomi via di scappo. Cerco vanamente di trattenere le distanze, ma con le mani incrociate è impossibile.
Camminiamo per vari minuti e resto affascinata dal parco, sperando vivamente di tornarci il prima possibile. Arriviamo finalmente alla vista: siamo più in alto della città e vediamo praticamente tutto affiancato dall'odore dei vari fiori presenti.
Christoffer si mette dietro di me e mi abbraccia poggiando la testa sulla mia spalla dopo aver infilato una piccolissima margherita tra i miei capelli raccolti in una coda disordinata.«Ti piace?» domanda dopo pochi minuti di silenzio totale. C'erano pochissime persone nel parco, forse perché era un semplice mercoledì alle 2:30 del pomeriggio. Annuisco, perdendomi in questo momento di pace totale, poi ritorno in me a mi allontano. «Che succede?»
«Portami a casa, non si risolve tutto così Christoffer. Non ti puoi approfittare della mia debolezza che provo quando sono vicino a te. Perché non la smetti di prendermi in giro?» dico annoiata senza alzare la voce.
«Perché non ti godi questo momento con me? So che sono stata un idiota ad allontanarmi da te, ma sto cercando di recuperare e di risolvere tutto, non ti sto prendendo in giro. Fidati di me!» dice prendendo la mia mano.
«No. Voglio andare a casa, accompagnami.» dico e in pochi secondi si arrende e mi accompagna a casa.
Devo smetterla di stargli vicino.
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