CAPITOLO 57

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Questa non sono io.

I lividi. Le cicatrici. Gli ematomi. Fanno parte adesso del mio corpo in guarigione.

Ma questa non sono io.

I miei occhi non sono mai stai così scuri e la mia bocca non ha mai avuto un gusto così aspro.

Lo psicologo mi sta attendendo fuori,nel solito posto,mentre io mi sono rintanata in bagno,alla solita ora.

Non parlo quasi mai con lui. Per lo più piango.

Non so se riuscirò mai a riprendermi. Se riuscirò a tornare come prima. Se riuscirò a smettere di impazzire.

Il cigolo della porta attira l'attenzione dello psicologo il signor Richard Weston,mi porge un sorriso cordiale e mi invita a sedermi

<< Non ho voglia di parlare >> mi limito a dire

<< Allora restiamo qui un'ora intera in completo silenzio >> termina serioso e si appoggia allo schienale della sua poltrona

Fisso l'orologio e vorrei avere il potere di cambiare il tempo. Perché i secondi sembrano ore?

Mi volto verso Richard e sta guardando una foto sorridente. Ma non dovrebbe essere serio a lavoro?

<< Cosa sta guardando? >> Ma perché non sto zitta e mi faccio gli affari miei

<< La mia bambina,si chiama Renee,ha 6 anni >> dice con voce dolcissima e mi mostra la foto

<< È davvero una bella bambina >> sorrido sincera

<< Si. È tutta la mia felicità. >> ammette

<< E sua moglie? >> domando

<< Lei è morta,leucemia,tre anni fa >> mi mostra un sorriso malinconico ed io sobbalzo

<< Mi dispiace tantissimo..io.. >> balbetto perché mi sento in colpa ad aver parlato troppo

<< Non lo sapevi cara,va tutto bene. Io e Renee adesso siamo felici,sappiamo che Elisabeth è sempre al nostro fianco >>

Le sue parole mi commuovono e le lacrime bagnano i miei occhi.

<< Come può ascoltare tutti i problemi della gente quando lei è stato il primo a soffrirne? >>

<< È molto semplice del mio dolore ne ho fatto una forza. So come ci si sente. So cosa si prova e aiuto gli altri ad uscirne. Il dolore resterà sempre Laila,non andrà mai via come un tatuaggio impresso nella pelle. Ma si unisce al mio essere,diventa parte di noi stessi e ci rende le persone che diventiamo. Senza dolore non possiamo diventare forti. Senza sofferenza non possiamo mai uscire dal tunnel. >>

Rabbrividisco alle sue parole e mi rendo conto che questo uomo è più di uno psicologo,è un essere umano fatto da carne e dolore,proprio come me.

Ha perso la persona che amava e ne ha trovato la forza per aiutare gli altri. Io riuscire mai a fare una cosa del genere?

Scuoto la testa al primo pensiero sbaglio che mi passa per la mente.

<<Che ti succede? >> mi chiede vedendomi pensierosa

<<Io..io.. ho pensato.. >> balbetto

<<Su parlami,posso aiutarti,posso capirti.. >>

<< Non riuscirei a vivere se perdessi Daniel. >> ammetto e mi si stringe il ventre << lui mi ha salvata dai miei attacchi di panico..dalla persona bugiarda che ero..da quella insicura..quella paranoica..mi ha perdonato quando gli ho mentito su la persona che ero..lui è sempre stato tutto per me..fin da bambino ed adesso lo sto deludendo.. >> butto tutto fuori e mi sento come se un grande peso fosse andato via

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