Capitolo 6: Le cose possono cambiare.

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Apro gli occhi lentamente, un tremendo mal di testa mi assale.

Mi guardo intorno rendendomi conto di essere in una camera da letto.

Non la mia.

Con difficoltà mi metto seduta sul letto e comincio ad osservare la stanza.

Le pareti sono scure, sul blu notte. Alle mie spalle invece la parete è fatta di varie mattonelle incastrate tra di loro, a ricordare i vecchi muri di mattoni.
Il letto a baldacchino in cui sono distesa è grande, quasi imponente, fatto totalmente in legno. Le colonne che salgono hanno delle decorazioni particolari, come il capezzale del resto.
Mi rendo conto che ci sono tanti cuscini nella stanza. A partire dai due di colore rosso sul letto a quelli sulla poltrona poco distante.
Ne vedo uno in un angolo della stanza, vicino ad un comodino ed un altro al lato opposto, a mo' di decorazione.
L'intero mobilio è di un marrone molto scuro.
Le coperte, invece, sono bianche a pua rossi, anche la lampada sul comodino è bianca e la tenda pure.

La cosa che da più sull'occhio è l'immensa libreria posta sulla mia sinistra.

Tutti gli scaffali sono pieni di libri.
Mi alzo piano piano e, incuriosita, mi avvicino rendendomi conto che sono tutti libri molto importanti, la maggior parte prime edizioni.
Uno in particolare attira la mia attenzione.

Agatha Christie - And Then There Were None.

Stavo per prenderlo quando un rumore mi distrasse.

Proveniva da un'altra stanza. Curiosa mi diressi fuori dalla camera da letto.

La casa apparentemente era tutta al buio tranne per una stanza, dal quale proveniva non solo un buon odore ma anche della musica.
Mi diressi quindi la il più silenziosamente possibile.
Una volta entrata nella stanza mi resi conto che era la cucina.

Lì c'era Alex.

Cominciai a fissarla mentre con destrezza si muoveva tra i fornelli. Sembrava davvero convinta di sé.

Non pensavo sapesse cucinare.

Con mano sicura tagliava qualcosa, forse della lattuga, mentre a ritmo di musica ondeggiava i fianchi.
Probabilmente si sentii osservata perché si girò, incontrando i miei occhi.

«Oh ti sei svegliata.» poggia il coltello che aveva in mano, si asciuga le mani nel grembiule e si dirige verso di me.

«Come stai?» mi dice sistemandomi una ciocca di capelli dietro l'orecchio.

Sussulto, ricordandomi che Larry aveva fatto la stessa identica cosa.

Alex si accorge del mio tormento.

«Su dai vieni, siediti.» mi prende per mano, facendomi sedere in una sedia posta vicino al tavolo.

Si dirige poi verso il frigorifero, prende una bottiglia d'acqua e me ne versa un po' in un bicchiere.

«Tieni» dice, porgendomelo e sedendosi a sua volta, proprio di fronte a me.

Bevo a piccoli sorsi, riprendendomi un po'.

«Grazie.» dico, posando il bicchiere sul tavolo.

«Grazie dell'acqua o grazie per aver preso a pugni quello la?» mi chiede, accennando ad un sorriso e guardandomi dritta negli occhi.

Rido a mia volta, senza mai distogliere lo sguardo.

«Direi che il grazie è rivolto ad entrambe le cose.»

Torniamo ad essere serie.

«Credo sia giusto darti delle spiegazioni.» dico.

«Già... prima però mangiamo.» dice, alzandosi e dirigendosi verso i fornelli.

Partner In Love || Vauseman StoryDove le storie prendono vita. Scoprilo ora