Capitolo 17: Boys or Girls?

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POV. ALEX

«Ti va di fare una nuotata?»

Non ho la minima idea di cosa voglia fare ma, curiosa, accetto la proposta e senza dare troppe spiegazioni Piper mi prende per mano e ci dirigiamo nel parcheggio sotterraneo.

«Dammi le chiavi dell'auto.» mi dice ed io, senza fare opposizione, glie le do, fidandomi di lei.
Entriamo quindi in macchina e, senza aggiungere altro, Piper mette in moto, uscendo dall'edificio.
Poi ferma l'auto, lasciando però il motore acceso.

«Metti questa.» dalla sua borsa esce un foulard nero.

Lo prendo e comincio ad avvolgerlo al collo.

«Oh nono.» mi blocca, sorridendomi. «Non lo devi mettere la.»
La guardo corrucciando lo sguardo, con capendo. Poi lei mi indica gli occhi e capisco.

«Devo bendarmi?» chiedo sorpresa.

«Sarà più eccitante così.»

Una piccola scarica di eccitazione mi pervade, facendomi venire i brividi.

Guardo la stoffa nera che ho in mano e, fidandomi nuovamente di lei, la avvolgo più volte intorno agli occhi, facendo poi un nodo dietro la nuca.

Non riesco a vedere niente.

«Non barare mi raccomando.»

«Non lo farò, promesso.»

Non risponde, semplicemente mette di nuovo in moto e parte.
Guida per diversi minuti, non riesco a capire dove mi stia portando. Dal traffico però sembra che siamo ancora in città.
Dopo un po' il rumore delle macchine affievolisce e la macchina fa un movimento verso il basso... come se avessimo percorso una discesa.

Dove mi sta portando?

Il rumore del motore rimbomba... sembra essere in un parcheggio sotterraneo. La sento svoltare a destra poi prosegue dritto ed infine fa una piccola svolta a sinistra. Spegne il motore.

Siamo arrivate...?

«Posso levare la benda?» chiedo, curiosa di sapere dove mi abbia portato.

«Ancora no...» la sento aprire lo sportello nell'auto, probabilmente esce perché sento la macchina muoversi e poi lo richiude. Pochi secondi dopo apre lo sportello alla mia destra.
Mi accarezza la spalla e poi mi prende per mano.

«Vieni.»

Con cautela esco dall'auto, tenendo sempre Piper per mano, mi allontano giusto per permetterle di richiudere lo sportello.
Mi prende il viso fra le mani, sento il suo respiro su di me.
Riesco ad immaginarmela, anche se non la vedo.

«Ti fidi di me?»

«Ciecamente.» rispondo, alludendo al fatto che non vedevo nulla.

Mi prende di nuovo per mano e, lentamente, ci mettiamo a camminare.
I nostri tacchi rimbombano, siamo sicuramente in un parcheggio sotterraneo.
Poco dopo ci fermiamo, sento il rumore di un pulsate e, pochi secondi dopo, un'apertura di porte.

«È un ascensore?» chiedo, ma lei non risponde.
Continua semplicemente a tenermi per mano.
Avanziamo di pochi passi, la sento premere di nuovo qualcosa e poi di nuovo un rumore di porte.

È sicuramente un ascensore.

Restiamo in silenzio, so che non avrebbe senso parlare. Non mi darebbe nessun indizio.
Pochi secondi dopo le porte si aprono di nuovo e, sempre tenendoci per mano, riprendiamo a camminare.
Più andiamo avanti più l'odore di cloro che sento si fa forte.

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