Capitolo 4: Mi stavi fissando il seno per caso?

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«Alex...»

La guardo stupita, non pensavo minimamente di ritrovarmela davanti.

Anche lei in un primo momento sembra stupita, poi mi sorride.

«Posso?» mi chiede, sedendosi alla mia sinistra.

«Ti sei già accomodata.» dico, rendendomi conto solo ora che anche lei indossa una tuta.

Indica le mie mani, ricordandomi del piccolo scoiattolo che, repentino, passa sulle gambe di Alex.

«Ciao piccolo...» a parlare è lei che, con affetto, accarezza la testolina dell'animaletto.

«Sai mi ricorda Spank.» dice, sorridendo.

«Oh Spank! Pensavo te ne fossi dimenticata...» dico, tornano con la memoria indietro nel tempo.

Spank era il nostro scoiattolo. Quando eravamo piccole lo trovammo nei pressi di casa mia, era ferito e con costanza ci prendemmo cura di lui.

Alex era solita venire praticamente ogni giorno a casa mia soprattutto dopo l'arrivo di Spank.

«Già in effetti gli assomiglia... Però c'è da dire che gli scoiattoli sono tutti uguali.» affermo, mentre lei si volta verso di me.

È così strano vederla senza i suoi soliti vestiti che indossa quando viene a lavoro.

Così strano vederla senza trucco e soprattutto senza occhiali.

«Porti le lenti a contatto?» gli chiedo, curiosa.

«No, non le porto.» mi risponde.

«Ma come? Non dicevi di essere cieca senza?» gli faccio notare.

Fino a ieri ce ne siamo dette di tutti i colori, soltanto perché siamo fuori il contesto lavorativo non vuol dire che mi sia dimenticata che la detesto a morte.

«Beh si è vero, ma correre con gli occhiali non è proprio il massimo. Di fatto ho fatto fatica a riconoscerti. Non credevo facessi jogging anche tu.»

«Da quando ho preso le redini della compagnia ho preso l'abitudine di alzarmi presto e correre. Hai qualcosa da ridire a riguardo?» le dico, aggrottando la fronte.

«Perché mai dovrei?» mi risponde, lasciando andare via lo scoiattolo che, veloce, si dirige verso un albero la vicino.

«Perché qualunque cosa io faccia, dica o proponga per la compagnia per te non va bene. Magari non ti va bene neanche questo.» le dico, con tono di sfida.

«Oh certo, perché tu non sei da meno.» controbatte.

Stavo per parlare di nuovo io quando la sua mano alzata mi interrompe.

«Senti Piper, lo so, abbiamo cominciano nel peggiore dei modi, soprattutto per come ci siamo "salutate" alle superiori.» dice, facendo il gesto delle virgolette «ma oramai dobbiamo imparare a convivere con questa situazione. Credi davvero che per me sia stato facile accettare l'idea di dover fare una fusione? Anche io speravo di poter portare avanti la mia compagnia senza l'aiuto di nessuno, ma così non è stato.»

I suoi occhi sono incatenati ai miei. Il verde che vedo si mischia con il colore delle foglie che ci circonda.

La squadro meglio, rendendomi conto di tanti particolari.

La pelle è sudata a causa della corsa. I capelli neri, raccolti in una coda alta, sono arruffati ed il suo respiro è ancora un po' affannoso.

Mi rendo conto di una piccola goccia di sudore che, repentina, le scorre sulla pelle, arrivando fino all'incavo dei suoi seni prosperosi.

Partner In Love || Vauseman StoryDove le storie prendono vita. Scoprilo ora