POV.PIPER
Tutto in torno a me era buio. Il respiro era affannoso, sudavo freddo, in contrasto alla temperatura corporea, calda, bollente.
I rumori mi risultavano ovattati, come se avessi la testa sott'acqua.Sarà per il sacco nero legato alla mia testa....
Sarà la sostanza che prima mi avevano iniettato...Ma sta di fatto che mi sentivo male, mi sentivo affranta, sconfitta.
Ero troppo confusa per capire cosa mi accadesse attorno, sentivo solo delle mani che, rozze e grosse, mi afferravano con forza, venendo sballottata di qua e di là, senza un'apparente meta.
Non so dopo quanto persi conoscenza, non so dopo quanto mi svegliarono, dopo quanto arrivammo, dove fossi e con chi.
Il rumore pesante di una saracinesca che si alzava mi distolse da quel limbo cupo e ovattato nel quale ero stata per tutto quel tempo.
Qualcuno mi spinse, probabilmente fuori da un veicolo, caddi quindi rovinosamente per terra, qualcuno malamente mi fece alzare, trascinandomi poi verso un qualcosa che, dopo pochi minuti si rivelò una sedia.
Venni legata, mani e piedi, poi, dopo tempo che mi parvero ore qualcuno mi rimosse il sacco dalla testa.
Rimasi abbagliata da un potente fascio di luce che veniva emesso da un riflettore posto proprio di fronte a me.
Sbattei quindi più e più volte le palpebre, abituandomi man mano e cominciando ad assimilare ciò che mi circondava.
Ero in un garage... o in una cantina, non saprei dirvi. Comunque era evidente che quel posto non venisse usato da tanto.
Polvere e muffa lo infestavano, mentre molti oggetti erano coperti da teloni grigi, ammuffiti anche questi.
Una tubatura posta nelle mie vicinanze gocciolava, formando una pozzanghera.
Tutte le finestre erano sbarrate con grate ed i vetri erano oscurati, non riuscivo quindi a vedere cosa vi era fuori.
Tutto quanto mi risultava davvero inquietante, sembrava proprio uno di quei posti dove i serial killer massacravano le proprie vittime.
Più in là notai un tavolo con dei vari oggetti sopra di esso, ma mi era impossibile capire da quella distanza cosa vi fosse sopra.
Tentai di scorgere qualcos'altro ma venni interrotta da un rumore assordate, la saracinesca di apriva e chiudeva di nuovo.
Un gruppo di tre uomini si andava avvicinando verso di me, ne riconobbi subito uno e rimasi ancor più scioccata quando riconobbi anche gli altri due.«Healy...»
Pronunciai il suo cognome quasi istintivamente, perché davvero non mi sarei mai aspettata di ritrovarmi davanti uno dei componenti del consiglio.
Come non mi aspettavo assolutamente di vedere Trevor, il mio informatico.
Al centro dei due camminava fiero Larry che, con una mano, si sistemava la cravatta.
Trevor si diresse verso il tavolo, prendendo alcuni oggetti, mentre Healy e Larry si avvicinavano verso di me. Nei loro visi era impresso un'insana soddisfazione.
Larry si chinò, abbassandosi quindi alla mia altezza. Viso contro viso.
Con una mano spostò dietro l'orecchio uno dei miei ciuffi di capelli, proprio come ore prima. Poi mi accarezzò la guancia e rimasi davvero disgustata da quel gesto. Spostai quindi il viso dal lato opposto, guardando un punto indefinito.
Con forza Larry mi prese il viso con la mano, facendomi voltare verso di lui. Poi mi lasciò, alzandosi.«Perché?» chiesi «Perché tutto ciò?» sperai di ricevere una risposta.
Healy fu il primo a parlare.
«Perché? È una bella domanda, spieghi tu Larry oppure spiego io?»
Larry sorrise ancora, poi si voltò nuovamente verso di me.
«Perché se con le buone non si ottengono le cose bisogna passare alle cattive.»
Lo guardai confusa.
«E cosa volevi ottenere sentiamo? Il carcere?» chiesi spavalda. Ciò mi si ritorse contro, perché Larry mi tirò un violento schiaffo sulla guancia.
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Partner In Love || Vauseman Story
FanfictionPiper Chapman viene da una famiglia benestante la quale possiede una delle compagnie edilizie più importante degli Stati Uniti. Dopo la morte del padre si ritrova a dover dirigere la compagnia, ritrovandosi però tra le mani gravi problemi finanziar...