Capitolo 29: Nessun rimorso.

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POV.PIPER

Sospiro sommessamente, facendo ricadere quasi a peso morto il mio corpo sulla poltrona del mio ufficio. Con una mano mi copro gli occhi mentre con i denti mordo l'interno guancia, sperando che le lacrime non cominciassero a scendere.

Ho fatto una cazzata...

Scuoto la testa affranta, sapendo di aver davvero rovinato tutto.
Ho fatto finta che nulla fosse successo. Non ho detto nulla ad Alex, prendendola in giro e atteggiandomi da persona innamorata, da ragazza felice...
Invece...
Invece avevo mentito per tutto il tempo, sorridevo, la baciavo, ansimavo, venivo accolta tra le sue braccia mentre dentro mi sentivo sporca.
Pensavo che facendo finta di nulla e guardando oltre sarei stata meglio ma invece mi rendo conto che la miglior cosa sarebbe stata quella di dirgli tutto, di essere sincera con lei.
I rimorsi mi stritolano con forza le viscere mentre mi ostino a tenere un sorriso stampato sulle labbra.

Mi sento ancora peggio di prima.

Ma la cosa peggiore è dover continuare a lavorare con Stella. Averla intorno a me, con il suo sorriso stampato sulle labbra... mi fa salire una rabbia assurda. Vorrei solo poter scappare, restare sola per un attimo, poter riflettere per bene su cosa fare, ma invece...

«Signorina Chapman, il signor Tomura è arrivato, lo faccio accomodare?»

Invece non ho un attimo per me.

«Si Tasha, fallo accomodare pure.»

È tutto il giorno che ho appuntamenti a mai finire e non un solo momento ho avuto per respirare.
Indosso nuovamente la maschera da donna felice, alzandomi poi dalla poltrona nel momento in cui James Tomura entra nel mio ufficio.
Si avvicina alla scrivania e mi porge la mano.

«Allora James, come mai qua?» chiedo sorridendogli mentre entrambi ci accomodiamo l'uno difronte l'altro.

Abbassa lo sguardo sulle sue mani, che giunte sfrega nervosamente.

«Sarò sincero, non ho buone notizie.» alza lo sguardo su di me.

Prendo un respiro profondo, tentando di restare calma. Poi gli faccio cenno con la mano, per fargli capire di proseguire.

«Ci hanno rimosso l'appalto per la nuova metropolitana.»

«Cosa?!» mi alzo di scatto dalla sedia «Com'è possibile? Perché?»

«Hanno detto che non sono sicuri che riusciremo a portare avanti il finanziamento del progetto e che hanno trovato invece chi ci può sostituire.» mi risponde, senza mai guardarmi negli occhi.

«E tu non hai detto nulla?!» resto sbalordita alle sue parole.

«Ovviamente ho provato a fargli cambiare idea! Ma non mi hanno dato ascolto, hanno già fatto firmare il contratto ad un'altra compagnia e tra una settimana cominceranno i lavori.»

Sbatto con forza i palmi delle mani sulla scrivania, facendola tremare.

Il rumore assordante si propaga per tutta la stanza.

Resto con lo sguardo chino.

«Signorina Chapman...» lo sento inghiottire rumorosamente.
«...Non abbiamo neanche più i fondi per sovvenzionare il nuovo progetto che stava preparando con la signorina Carlin.»

Silenzio.

«Signorina Chapman...?»

...

«Signorina Chapman?»

«Fuori...»

«Cosa?»

«FUORI!»

In un impeto di rabbia scaravento per aria tutti i documenti presenti sulla scrivania.

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