Capitolo 22: Quanto è piccolo il mondo.

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POV.PIPER

Stella...

Non posso credere che sia lei. Non ci credo.
Continuo ad osservare esterrefatta lo schermo del telefono.
Sono bloccata, paralizzata.
I secondi passano.
Non so cosa fare.

«Pronto Piper? Ci sei?»

Chiudo il telefono in preda al panico, sperando di aver visto male, che non era lei, che questo fosse soltanto un brutto sogno e che da un momento all'altro mi sarei svegliata.

Ma non fu così.

Il telefono riprende a squillare. Il nome di Stella ricompare sullo schermo.

Cristo santo Piper! Non sei una bambina! È solo la tua ex!

Faccio un respiro profondo poi, senza indugiare, rispondo.

«Pronto Stella?» provo ad usare il tono di voce più sicuro possibile.

Solo per questa chiamata devo tornare ad essere la Piper di un tempo, la Piper prima di Alex. La Piper fredda.

«Piper finalmente! Ma mi hai chiuso il telefono in faccia?»

«E perché dovrei? È semplicemente caduta la linea.» mento, ovviamente.

«Ah capisco. Comunque come va? Non ci sentiamo da tantissimo tempo.»

«Eh si...» dico, riprendendo a camminare verso casa. «Saranno passati quanti... cinque anni?» chiedo, facendo finta di non ricordare.

«Quasi sette.» risponde lei.

«Che fai, conti i giorni da quando mi hai abbandonata?» dico con un tono pieno di velata rabbia.

«Quasi...» risponde, stupendomi. Non capisco cosa voglia da me. Perché mi richiama dopo tutto questo tempo?

Cosa vuole da me?

«Stella perché mi hai chiamato?» dico finalmente, non potendone più.

«Perché volevo sentirti.»

«Avresti potuto farlo molto tempo fa e decidi invece di chiamarmi ora?» deve capire che mi ha fatto soffrire. Non so da dove io stia prendendo questo coraggio ma deve capirlo.

Mi hai spezzato il cuore.

«Si hai ragione...» sembra affranta. Non sembra neanche lei.

«Senti ti ho chiamato anche per dirti che sono tornata.»

Cosa?

«... e volevo sapere se ti andava di vederci. Mi sembra giusto darti delle scuse come si devono.»

È qui?

«Quando sei tornata?» chiedo mentre sto quasi per raggiungere l'uscita del parco. Uno strano dubbio mi sorge.

«Sono atterrata sabato notte. Anche se avrei dovuto essere qua verso l'ora di pranzo. I voli però hanno avuto dei contrattempi.»

Sabato notte... Proprio quando l'ho sognata io...

«Allora... che ne dici di vederci?»

Resto un attimo in silenzio.

Voglio davvero vederla?

Perché mai dovrei farlo? Dopo quello che mi ha fatto avrei semplicemente dovuto mandarla a fanculo appena ho sentito la sua voce.

Perché allora ogni parte del mio corpo grida di si?

Partner In Love || Vauseman StoryDove le storie prendono vita. Scoprilo ora