Capitolo 8: Nessuno.

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Alex in poche ore si riprese. Mi aiutò a sistemare il bagno poi, con un'apparente serenità, mi disse che era ora di tornare a casa.
L'accompagnai quindi fino all'ingresso, ma prima che lei varcasse la soglia per andare via si fermò.

«Io...» sembrava incerta su cosa dire «Grazie.» disse solo. Poi mi sorrise. Uno di quei sorrisi che non vedevo da anni. Quel sorriso mi colpì, fino in fondo, risvegliando tutti i bei momenti passati insieme.
Le sorrisi a mia volta, un sorriso sincero.
Mi guardò un'ultima volta negli occhi, poi si avvicinò e, con estrema dolcezza, mi abbracciò.
Rimasi scioccata. Non mi aspettavo minimamente un gesto così tenero da parte sua.
Il suo profumo mi sovrastò. Chiusi gli occhi, assaporandolo.
Ricambiai anche io l'abbraccio.
Ci staccammo, poi lei si girò ed a piedi, senza dire nulla, si diresse verso casa sua.

Chiusi la porta, appoggiandomi poi la con schiena.

Cosa diamine è successo?

Mi portai la mano al cuore.

Perché batte così forte?

Presi un lungo respiro poi mi diressi in camera mia, sdraiandomi nel mio letto.

Perché mi sento così bene e... felice?

***

Il giorno dopo trovai Alex all'ingresso della scuola.
Era sorridente, non aveva gli occhi rossi come ogni mattina... sembrava serena.

«Ciao.» le andai incontro, salutandola.

Alcuni suoi amici mi guardarono stupiti.
Insomma... Piper Chapman che saluta Alex Vause di prima mattina. Non è cosa da tutti i giorni.

«Ciao.» mi risponde sorridendomi.

Di nuovo quel sorriso.

«Tutto bene?» le chiedo, alludendo anche a ciò che era successo ieri.

«Tutto bene, si.» mi risponde, capendo cosa volessi dire.

La campanella suonò ed insieme ci dirigemmo verso l'aula.
Inaspettatamente Alex si sedette accanto a me.
Cosa che fece insospettire non solo i miei amici, ma anche i suoi.

Non parlammo molto durante l'ora ma la sola sua presenza al mio fianco mi rassicurava.
Mi sembrava di essere tornata ai tempi delle elementari. Quando non potevamo stare l'una senza l'altra. Quando passavamo interi pomeriggi insieme a studiare ed a giocare.

Pranzammo anche insieme quel giorno... come i giorni seguenti del resto.

Era così strano parlare con lei come se la nostra rivalità non fosse mai esistita.
Ritrovammo quella complicità che ci contraddistingueva.

«Mi devi delle spiegazioni.» mi chiese Polly alla fine delle lezioni.

«Perché scusa?» chiesi non capendo.

O comunque facendo finta di non capire.

«Oh ma andiamo. Sai perfettamente di che cosa parlo. Tu e Vause? Sul serio? Cosa mi sono persa? Com'è che nel giro di una settimana siete diventate migliori amiche?»

«Non siamo migliori amiche. Abbiamo semplicemente messo da parte la nostra rivalità. Era alquanto infantile. Che poi se solo la conoscessi meglio starebbe simpatica anche a te.» le rispondo mentre siamo oramai nell'atrio.

«Si ma è comunque strano. Cioè vi comportate in modo alquanto sdolcinato alcune volte.»

Mi fermo di botto, sorpresa.

«S-Sdolcinato?» chiedo alquanto perplessa.

«Eh si... tutti quei sorrisi e le battutine ed il ricordare i vecchi tempi. Che poi davvero non ti sei accorta di come ti guarda? Dai... è palese che ci sta provando.» dice facendo l'occhiolino.

Partner In Love || Vauseman StoryDove le storie prendono vita. Scoprilo ora