QuArTo CaPiToLo

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"Mi dispiace, signorina, ma non possiamo accettare un assegno così rovinato. Sono desolato."

Guardo il dipendente della banca dove mi sono recata per cambiare l'assegno cercando di fargli pena con gli occhi dolci. Sapevo già che mi avrebbe risposto così, ma dovevo pur tentare. "Ne è proprio sicuro? In fondo è intero... l'ho solo strappato..."

"Purtroppo il codice a barre non viene letto dal computer, è danneggiato, vede? E la firma non viene riconosciuta dal database. Mi dispiace." Mi ripete restituendomelo.

"Grazie..." borbotto scoraggiata stringendo le labbra e riprendendo l'assegno. Lo saluto cortesemente ed esco dalla banca. Sbuffo tra me e me, quei soldi mi servivano proprio, purtroppo mi devono ancora arrivare i soldi della liquidazione e il mio ultimo stipendio è già stato speso in parte per rifornirmi di alcuni vestiti più pesanti in vista della stagione fredda e non mi bastano per comprare un biglietto aereo. Forse devo ammettere che mi risulta facile farmi prendere la mano quando faccio shopping, ma non ci posso fare niente. È decisamente il mio punto debole. Mi sono rimasti a malapena 300 dollari e non so cosa potrei farci solo con quelli. Poi di colpo mi imbatto in un'agenzia di viaggi, proprio quello che fa al caso mio! Sicuramente ci sarà un altro modo per andare a New York senza dover per forza usare l'aereo.

Mezz'ora dopo sto tornando a casa soddisfatta di me stessa. Tramite l'agenzia di viaggi ho comprato un biglietto da qui a New York per il treno. Mi è costato poco meno di 100 dollari, ma sono contenta lo stesso. Oddio, con l'aereo ci avrei messo un paio d'ore mentre con il treno ci metterò un paio di giorni, ma va bene così, soprattutto perché non ho chiesto aiuto a nessuno, ho fatto tutto da sola. E poi ormai è fatta! Il posto è già prenotato per domani pomeriggio, e anche se ho un po' di fifa a viaggiare da sola per una tratta così lunga sono elettrizzata all'idea di intraprendere questo viaggio. Sarà la prima volta che esco dallo stato della California, e per giunta visiterò la grande mela; un misto tra paura ed elettricità mi percorre tutto il corpo, non vedo l'ora di partire!

Sto per salire l'ultimo gradino dello stabile in cui abito, quello che dà sul mio pianerottolo, quando la porta di Logan si apre e ne vedo uscire sua madre. Tira la porta dietro i sé e si volta per scendere gli scalini, solo allora si accorge di me. Mi guarda per un attimo sorpresa ma subito mi sorride. "Sara, ciao. Tutto bene?"

Mi sforzo di sorriderle e di ricambiare il saluto. "Grazie, tutto bene, e lei?"

"Oh, per me è tutto uguale, ti ringrazio." Fa una piccola pausa come a voler aggiungere qualcosa, ma poi ci ripensa e mi sorride di nuovo, "ti saluto, buona giornata, cara."

La saluto e salgo lo scalino, mi avvicino al mio portone e cerco le chiavi mentre lei inizia a scendere le scale, in quel momento la porta del suo appartamento si apre nuovamente e Logan si affaccia con un mazzo di chiavi in mano. "Mamma, ti sei dimenticata le chiavi!" dice allungandogliele. Subito però si volta verso di me e si blocca a fissarmi.

Rimaniamo tutti e tre immobili per le scale, io e Logan ci guardiamo senza osare parlare, mentre sua madre ci guarda in silenzio, evidentemente in imbarazzo. La sento salire quei pochi gradini che aveva sceso per prendere le chiavi dalle mani di suo figlio. "Grazie Logan." Ci lancia un ultima occhiata imbarazzata e poi decide di andarsene. "Statemi bene..."

Osservo per un attimo la sua canottiera dalla quale si intravede quel tatuaggio sul petto, sento il cuore partire in quarta mentre ci osserviamo, nessuno dei due osa muoversi o dire qualcosa. Chissà, forse... anche lui avrà paura di rovinare questo momento? O forse è solo infastidito di vedermi? Mi tornano in mente le sue parole durante la festa, hanno lo stesso effetto dello schiaffo che mi diede Lily, mi congelano. Abbasso lo sguardo e mi volto di nuovo verso la mia porta. "Ciao..." borbotto senza nemmeno guardarlo ed entro in casa.

Lui rimane fermo davanti alla sua porta. Non si muove, non dice niente, forse non respira nemmeno.

Quando mi chiudo la porta alle spalle mi ci appoggio contro cercando di calmare quel muscolo involontario in mezzo al petto. Gli ultimi giorni rinchiusa in camera mi hanno tenuta lontana da questo genere di situazioni, anche col pensiero, ma prima o poi doveva succedere di incontrarlo. Forse è un bene che me ne vada, così non correrò più il rischio di vederlo di nuovo e rammentare le sue parole.

Ancora con le viscere in subbuglio mi stacco dalla porta e mi avvio in camera mia, sul letto c'è ancora la mia valigia, penso di doverci aggiungere ancora qualcosa, quindi la riapro e la finisco di preparare. Cerco di distrarmi da quello sguardo ipnotico tenendomi occupata. Mentre sto controllando per l'ennesima volta il contenuto della valigia qualcuno suona alla porta di casa e vedo Sandy andare ad aprire, mi fa un sorriso attraverso la porta aperta della mia stanza e poi spalanca quella dell'ingresso. La voce di Logan mi arriva alle orecchie come un sussurro trasportato dal vento. Non ho inteso le parole ma la sua voce potrei riconoscerla anche a distanza. Riporto istintivamente lo sguardo verso la porta e vedo Sandy di schiena mentre gli parla a bassa voce. Che cosa gli starà dicendo? Subito dopo vedo Sandy allontanarsi lasciando la porta aperta, la sento entrare in cucina, ma non riesco a distogliere gli occhi dalla porta di casa. Poi lentamente la vedo aprirsi ancora di più, finché non vedo che è lo stesso Logan a spingerla per aprirla. Istintivamente corro verso la porta della mia camera e la chiudo, ma non faccio abbastanza in tempo per evitare il suo sguardo serio e incuriosito. Che cosa vuole, adesso? Perché mi fissa a quel modo? Chiudo la porta, non voglio più vedere quegli occhi.

Che cosa voleva, non gli è bastato vomitarmi addosso tutti quegli improperi? Cosa crede, che io mi sia divertita?

Mi tappo la bocca per soffocare un singhiozzo mentre sento gli occhi inondarsi di lacrime. No, basta! Non voglio più piangere per lui! Non si merita le mie lacrime. Non ha dimostrato sensibilità nei miei riguardi, ha fatto enormemente presto a fare due più due, non ha pensato minimamente di lasciarmi spiegare, di darmi almeno il beneficio del dubbio. Lo odio!

Il Cuore ha le sue RegoleDove le storie prendono vita. Scoprilo ora