VeNtIsEtTeSiMo CaPiToLo

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Non posso credere che domani Veronica uscirà finalmente dall'ospedale, è già passata una settimana dalla trasfusione? Sembra ieri che la vedevo piccola piccola in quel letto enorme, priva della vitalità che la contraddistingueva, invece adesso tornerà a ricevere l'amore dei suoi genitori nella sua casa. Ok... mia madre mi ha spiegato che questa casa non è loro, ma di un amico di Andrea. Poco male.

Chiacchierando del più e del meno sono riuscita a chiederle che lavoro fa Andrea per permettersi una casa lussuosa come quella di Chino. In pratica mi ha detto che possiede una casa editrice ricevuta in eredità dal padre, anche se in effetti lui è un giocatore di tennis nonché personaggio pubblico in quanto campione di questo sport in Italia. Sono rimasta senza parole. Certo, la prestanza fisica di Andrea avrebbe dovuto suggerirmi che pratica qualche sport, ma non mi ci ero mai soffermata più di tanto. Invece sembra essere un vero e proprio campione, ha addirittura vinto due volte di seguito a Wimbledon, in Inghilterra, il più grande e famoso campionato di tennis del mondo. Le ho chiesto, anche se un po' imbarazzata, come si fossero conosciuti, ma non ha avuto la possibilità di rispondermi perché era già ora di preparare la cena, ma ha detto che un giorno sarà felice di raccontarmelo.

Chissà com'è l'Italia e la vita laggiù. Sono sicura che è molto più tranquilla rispetto alla frenesia della vita americana. O almeno, questo è quello che mi trasmette il modo di fare di mia madre.

Anche stasera io e mamma abbiamo cucinato insieme, anche se poi lei ha voluto correre all'ospedale con Andrea per passare l'ultima sera con Veronica e aiutarla a salutare tutti gli altri bambini ricoverati e assistere al piccolo rinfresco che alcune infermiere hanno preparato per lei. Quella bambina ha conquistato anche loro...

La signora Ferguson è tornata a casa appena ieri, alla fine non se ne voleva più andare, e io sto vivendo la mia favola privata insieme a Logan. Non avrei mai immaginato che si sarebbe rivelato così premuroso e dolce nei miei confronti. In certi frangenti continua a prendermi in giro, a volte mi fa pure il verso perché, come dice lui, sono un po' troppo ingessata, anche se non ho ancora ben capito cosa intende, ma ormai lo lascio fare. Non sarebbe lui se ogni tanto non mi facesse arrabbiare.

Il telefono squilla nella mia tasca e io mi piego di lato per recuperarlo, appoggiandomi addosso a Logan che mi sta tenendo sulle sue ginocchia, entrambi intenti a guardare la televisione seduti sul divano... per modo di dire guardare la tv. Sbuffo un po' irritata per questa intrusione ma appena vedo che si tratta di Sandy sorrido.

"Ciao Sandy! Come stai?"

"Sara, devo dirti una cosa bellissima!" esclama sprizzando entusiasmo anche a distanza.

"Dimmela."

"Mi ha chiamato Jensen... In pratica, per dirtela brevemente, tra due giorni partirò per la Francia! È scoppiato un piccolo scandalo là, sono stati arrestati alcuni medici della clinica dove partorii, tra cui quelli che mi aiutarono. C'è stato qualche componente del personale ospedaliero che ha confessato che venivano pagati per far credere ad alcune mamme che i bambini nascevano morti."

"Ma è terribile!"

"Sì, purtroppo sì, ma il fatto che abbiamo confessato dimostra che io avevo ragione, capisci?" La sento parlare senza nemmeno riprendere fiato. È su di giri, ma chi potrebbe biasimarla?

"E adesso cosa succederà?"

"Sono stati fatti alcuni nomi di famiglie bene che hanno pagato il personale ospedaliero per questi interventi. Forse uno dei bambini che sono stati rintracciati è il mio Billy... Ti rendi conto cosa vuol dire?"

Non riesco a credere a quello che mi sta dicendo, sembra la realizzazione di un sogno. "Ma, insomma, in definitiva Jensen cosa ti ha detto?" A questo nome vedo che anche Logan si interessa e mi guarda più attentamente. Mi avvicino col telefono al suo orecchio in modo che possa sentire anche lui.

"Ormai è del tutto coinvolto perché ha fatto da tramite tra me e il suo collega francese, quindi ha deciso che verrà con me in Francia per aiutarmi. Se tutto procede come spero potrebbero saltare fuori anche complici esterni all'ospedale che hanno aiutato questi fantomatici genitori a mettersi in contatto con il personale ospedaliero, o che hanno addirittura procurato le donne come me per farle partorire lì."

"E riceveranno la fine che meritano." Esclamo entusiasta. È la notizia più bella che potesse darmi. "Sono felice per te! Davvero, è meraviglioso!"

"Grazie! Ma devo ringraziare solo te per questo. Se non ne avessi parlato con Jensen adesso sarei ancora qui a struggermi chiedendomi che fine avesse fatto il mio bambino. Ti devo molto, Sara."

"Non ho fatto niente." Rispondo imbarazzata. Non so mai cosa dire in queste situazioni, in fondo non ho fatto niente di particolare, se non parlarne con la persona giusta.

"Hai fatto molto più di quanto tu creda. Adesso ti lascio, ho da fare. Salutami Logan, vi voglio bene!" Esclama col solito entusiasmo e poi chiude la chiamata. Non mi ha nemmeno dato il tempo di salutarla. Sorrido divertita, sono felice per lei.

Logan mi toglie con delicatezza il telefono dalle mani e lo posa sul tavolino affianco al divano. "Grazie a te sarà fatta giustizia e persone come Sandy potranno riabbracciare i loro bambini. Sono fiero di te." Mi dice abbracciandomi e baciandomi sulle labbra.

"Grazie, ma secondo me mi state dando troppo valore, non ho fatto niente di particolare."

Con i suoi occhi sorridenti ammicca, poi mi bacia di nuovo, spingendomi all'indietro finché non mi ritrovo distesa sul divano con lui sopra di me. "Sei fantastica..." biascica continuando a baciarmi. Poi mi scosta una gamba, e senza staccare le nostre labbra, si piazza proprio nel mezzo. Sento il cuore pomparmi il sangue velocemente, di colpo il viso mi sta prendendo fuoco. Ma non riesco a fermarlo. Non credo che sia un gesto premeditato, anche se è già la terza o la quarta volta che ci ritroviamo in questa situazione da quando è tornato dal Nevada; ovvero da quando facciamo coppia fissa, insomma. Ed ogni volta sembra che io riesca a fermarlo sempre un po' più in ritardo. Sta minando lentamente al mio autocontrollo, arriverà il momento in cui non riuscirò più a fermarlo...

"Logan... Logan... Fermati, per favore."

Lui si spinge contro di me, e io mi sento avvampare.

"Sì... voglio solo assaggiarti un altro po'." Borbotta continuando a baciarmi.

Io rispondo istintivamente e mi lascio prendere la mano, tanto che nemmeno mi accorgo di infilare le mani sotto il suo maglione. Lo sento mugolare contro la mia bocca, la sua reazione mi provoca delle scariche elettriche che mi percorrono la spina dorsale per tutta la sua lunghezza. Sento la sua pelle liscia sotto i polpastrelli, è così morbida e calda. Poi anche lui si lascia trasportare e mi tocca la pancia sotto il maglione, strusciandosi ancora addosso a me.

Apro gli occhi per osservare quello che sta succedendo e, fortunatamente, riesco a far finire questo bacio, anche se con un po' di fatica. Non mi sento ancora pronta per fare questo passo. Gli metto le mani sulle spalle allontanandomi da lui con la testa. Riapre gli occhi, guardandomi assorto, mentre avverto il suo fiato caldo sul mio viso. "Non so se riuscirò ancora a fermarmi, Sara..."

Lo guardo con lo stesso sguardo rapito; nemmeno io credo che la prossima volta potrei riuscire a fermarmi, ma non riesco a dirglielo. Gli sorrido timidamente e gli lascio un bacio a stampo sulle labbra. Dopo un ennesimo sospiro lui si mette a sedere e mi tira per un braccio, facendomi sedere accanto a lui, ma senza lasciarmi andare. "Credo che dovremo trovare un rimedio a questa situazione."

"Forse, la prossima volta che mia madre e Andrea escono lasciandoci soli, potremmo uscire a nostra volta, così non ci troveremo in questa situazione." Propongo.

Lui sembra pensarci su e poi mi sorride. "Hai ragione," dice baciandomi sulle labbra. "Sarebbe l'unica soluzione per non saltarti più addosso." Borbotta avvicinandosi al mio viso. E di nuovo torna a baciarmi con trasporto.

Oddio, ogni volta mi fa volare in paradiso. Sento che mi spinge un'altra volta verso il divano, facendomi stendere sui morbidi cuscini, mentre di nuovo il suo peso sopra di me fa partire il mio cuore in quarta, emozionato. Mi fa dimenticare tutti i miei sani principi.

"Logan... Logan, dai!" biascico cercando di allontanarlo di nuovo.

Lui si stacca e apre gli occhi, sbuffando insofferente. "Vado a rinfrescarmi le idee. Forse è meglio." Dice e subito si alza dal divano e si allontana uscendo nel giardino.

Io mi ricompongo, ancora col fiatone. È davvero dura tenergli testa.








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