DiCioTtEsImO cApItOlO

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Mancano ancora sei ore ad arrivare a New York, dovremmo essere là intorno alle sei del pomeriggio. Logan e Jere hanno deciso di darsi il cambio nella guida, e io ho potuto stringere un po' di più l'amicizia con Kat. Abbiamo parlato di molte cose, mantenendoci sempre fuori dal personale, soprattutto perché la costante presenza di Mack ad ascoltarci con un orecchio solo a me frena parecchio. Spesso si intromette nei nostri discorsi, ma anche se non dice niente di sconveniente ha perso quella gentilezza che aveva all'inizio. Solo per lei non vedo l'ora che il viaggio finisca.

In un momento di relax, mentre Logan è alla guida del furgoncino e Jere cerca di schiacciare un pisolino nel sedile dietro al mio, il mio cellulare inizia a squillare. Penso subito che sia mio padre e mi viene il magone, dopo aver visto tutte quelle sue chiamate perse non ho avuto il coraggio di richiamarlo, sicura che mi avrebbe risposto a male parole. Dovevo aspettarmi che mi avrebbe richiamato. Ma quando guardo il display vedo che è Sandy.

"Ciao Sandy!" Rispondo più rilassata.

"Ciao Tesoro, dove siete?"

"Siamo quasi arrivati a New York, mancano gli ultimi chilometri. Tu sei a casa?"

La sento titubante, per un attimo non mi risponde, ma quello che mi dice mi mette in apprensione. "Mi dispiace doverti dare questa notizia, ma tuo padre è stato qui."

Mi sta per venire un colpo. "Mi cercava? Cosa ti ha detto?" Dal tono delle mie parole metto in allarme anche Logan, che mi guarda preoccupato dallo specchietto retrovisore.

"Sì, ti cercava... ho dovuto dirgli che eri partita, che stavi andando da tua madre."

Sbatto le palpebre confusa. "Gli hai parlato di mia madre?"

"Sara, mi dispiace, ho dovuto farlo! Credo che tu lo conosca meglio di me, non devo spiegarti perché, quando ha scoperto che non c'eri ha minacciato di chiamare la polizia..."

Mi sento sbiancare di colpo. "No... hai fatto bene..." sussurro senza più forze.

Logan si volta un attimo verso di me: "Sara, è successo qualcosa?" Lo guardo ancora sconvolta e scuoto lievemente la testa.

"Ho paura che stia venendo a New York per cercarti. Ha fatto intendere che non sarebbe rimasto con le mani in mano." Continua Sandy. "Sai se è rimasto in qualche modo in contatto con tua madre?"

"Io... no, non lo so... credo di no."

"Io ti ho avvisato, purtroppo non sono stata in grado di farlo ragionare, è scappato via come una furia. Se sapesse che con te c'è anche Logan..."

Mi sento quasi svenire. Sono sicura che troverà il modo di mettersi in contatto con mia madre per sapere dove trovarmi. O almeno credo. Non pensavo che avrebbe potuto reagire in questo modo... "Grazie Sandy. Hai fatto bene a dirmelo."

"Ma figurati. Mi dispiace, tuo padre ha davvero un caratteraccio. Ma quando scoprirà che ha cresciuto una bravissima ragazza e che non ha niente da temere da lei si morderà la lingua."

La sua lealtà nei miei confronti mi commuove. "Grazie."

La saluto e chiudo la telefonata, rimanendo immobile a pensare a tutte le possibilità che mio padre riesca a mettersi in contatto con mia madre per trovarmi. Davvero dopo tutto quello che è successo riuscirebbe a contattarla per me? È poi è così importante che mi raggiunga? Ho una cieca paura di affrontarlo. Forse dovrei chiamarlo, ma in questo momento sono troppo agitata per prendere questa decisione, questa volta l'ho fatta veramente grossa. Semplicemente non ci voglio pensare.

Durante le ore successive resto in silenzio, continuando a pensare a mio padre estraniandomi dagli altri mentre parlano tra loro amichevolmente. Non riesco a capire perché si comporta così... ok, forse avrei dovuto dirgli che stavo partendo, ma per il modo in cui mi ha parlato prima di andarsene l'ultima volta... non lo so, ma mi sono sentita come se non avessi più nemmeno un padre. A tratti mi è sembrato di essere orfana.

Il Cuore ha le sue RegoleDove le storie prendono vita. Scoprilo ora