"Allora è proprio deciso, te ne vai."
Sandy sembra davvero inconsolabile, mi guarda in un modo così triste che vorrei infilarla dentro la valigia e portarla con me. Mi getto su di lei e la abbraccio stretta. "Dai, non starò mica via in eterno. Tornerò presto!"
"Sì, lo so..." afferma con la voce incrinata. "Devo confessarti una cosa," borbotta seria, mi stacco da lei e la guardo negli occhi. "Jensen mi ha chiamato ieri sera. Molto probabilmente hanno rintracciato il mio Billy..."
Spalanco la bocca estasiata: "Ma è meraviglioso!" La abbraccio di nuovo. "Perché non me lo hai detto prima?"
"Mi ha chiamato solo ieri sera, sul tardi. Ha voluto farlo subito appena lo ha saputo. Se tutto va bene molto probabilmente dovrò partire anch'io per andare da lui."
È la notizia più bella che qualcuno potesse darmi! "Voglio sapere tutto, appena hai anche una minima notizia nuova devi chiamarmi, d'accordo?"
"Ok." Promette. "Adesso vai che il tuo taxi ti sta aspettando."
Finalmente ci dividiamo e mi riapproprio della mia valigia, pronta per andarmene. Sono emozionata per questa partenza, ma al tempo stesso triste. Mentre scendo le scale mi rendo conto che non ho parlato con nessuno di questo viaggio, solo con Sandy. Nemmeno mio padre sa che me ne sto andando, ma d'altronde è stato lui a dirmi di non contattarlo... Cerco di non pensarci, non voglio farmi prendere dalla tristezza, spero che quando tornerò sarà nuovamente disposto a parlarmi. Nemmeno Emily sa che me ne sto andando. E pensare che fino a pochi mesi fa eravamo molto unite, ci raccontavamo tutto. Ora, invece, soprattutto dopo quello che mi ha raccontato Amanda, non so se è mai stata veramente amica mia. E non posso nemmeno dire che lo abbia dimostrato in questi ultimi tempi da come mi ha tagliato fuori dalla sua vita, ma d'altronde nemmeno io l'ho coinvolta nella mia, quindi la colpa è di entrambe.
Monto sul taxi e mi faccio portare alla stazione. Sono in netto anticipo, non avrò il treno prima di un'ora, ma ho preferito fare le cose con calma. Guardo la città scorrere attraverso il finestrino, mi sembra di stare per voltare pagina e iniziare un nuovo capitolo della mia vita. Sembra ieri che sono arrivata a vivere qui, felice di iniziare una nuova esperienza da adulta, speranzosa che questa città mi avrebbe offerto tutto quello di cui avrei avuto bisogno, e invece mi sono solo illusa.
Quando arrivo alla stazione il tassista prende la mia valigia dal bagagliaio e me la porta fino al marciapiede, lo pago e lo ringrazio per la sua gentilezza, poi mi avvio al mio binario. Controllo meglio il biglietto, anche se ho tutto il tempo del mondo non voglio sbagliare binario per poi accorgermene troppo tardi e ritrovarmi a dover correre attraverso la stazione con la valigia appresso. Con la mia solita fortuna cadrei sicuramente a terra e come minimo la valigia mi si aprirebbe, rovesciando tutti i miei vestiti per la stazione. Meglio evitare.
Arrivo un po' trafelata al mio binario, sono davvero contenta di avere tutto il tempo che voglio perché trascinarsi dietro questa valigia, anche se ha le ruote, è un po' una palla. Passare dal sottopassaggio non è così semplice data la gran quantità di scale. Mi guardo un po' attorno mentre pian piano il marciapiede si riempie di gente che attende il mio stesso treno. Oh, mamma, quanta gente ci sarà? Mi siedo ad una panchina prima che venga occupata da qualcun altro, poi mi viene in mente che tanto durante il viaggio starò a sedere per quasi tutto il tempo, quindi mi rialzo, lasciando il posto a due ragazzi. Cammino su e giù guardando il cielo limpido, questa attesa è snervante.
Dopo più di mezz'ora annunciano il mio treno e mi avvicino alle rotaie, in trepidante attesa. Quando finalmente lo vedo comparire in lontananza avverto di colpo un magone che si allarga nel petto. Deglutisco e lo guardo mentre rallenta per fermarsi di fronte a me. La gente inizia ad accalcarsi tutt'attorno, e appena il treno si ferma, ci dirigiamo tutti verso le porte. Piano piano ognuno inizia a salire, un po' impacciata afferro la mia valigia e mi avvicino, quando all'improvviso sento una mano posarsi sulla maniglia della mia valigia.
"Ma si può sapere dove stai andando?"
Mi volto di scatto e mi ritrovo a fissare il volto adirato di Logan, che mi guarda senza batter ciglio. "Logan, ma cosa..."
"Per fortuna ti ho trovata in tempo, te ne andavi senza nemmeno salutare?"
Di colpo sono confusa, mi guardo attorno mentre tutti gli altri stanno salendo lasciandomi a terra. "Logan, adesso non ho tempo, devo andare."
"E pensi che io ti lasci andare così, da sola, chissà dove?" mi strappa la valigia di mano, io sono talmente sorpresa e imbambolata che non riesco a fermarlo.
"Logan, ma che..."
"Dai, muoviti." Borbotta mentre si volta e inizia a camminare verso il sottopassaggio.
Lo raggiungo velocemente e tento di fermarlo. "Logan, ma che stai facendo? Io devo prendere il treno."
Lui mi guarda in viso, serio. "No, non devi."
Ah, certo, se lo dice lui allora va bene... Senza darmi ulteriori spiegazioni riprende a camminare, mi sto facendo prendere dal panico. "Logan, il treno sta partendo... fermati!"
"Non ne ho la minima intenzione."
"Logan, ti prego... Lo perderò!"
Lui si volta per rivolgermi uno dei suoi sorrisi strafottenti: "L'idea è proprio questa."
"Logan, fermati!" urlo tentando di farmi sentire. Lui finalmente mi dà retta e mi guarda. Non sorride più, ma ha una luce divertita negli occhi. "Si può sapere che ti prende? Io devo partire!"
Di colpo sento il fischio del treno, subito accompagnato dalla voce dell'interfono che sta avvisando della sua partenza. Le porte di colpo si chiudono, tagliandomi fuori. "Oh, no!" esclamo, poi lentamente inizia a partire acquistando velocità, "ho perso il treno!" Mi volto adirata verso di Logan che mi sta fissando sempre con quella luce negli occhi. "Si può sapere cosa ti è preso? Mi hai fatto perdere il treno, perché lo hai fatto?!" chiedo arrabbiata.
Senza scomporsi lui si avvicina di più a me, riducendo al minimo la distanza tra noi... quasi mi dimentico del perché sono arrabbiata con lui. "Credi davvero che ti avrei lasciato partire da sola? So dove stai andando e non è una passeggiata."
Rimango confusa a fissarlo, ascolto il battito del mio cuore che si è fatto insistente, sbatto le palpebre per ricompormi. "Aspetta un attimo, come fai a sapere dove sto andando?" Lui mi sorride ma si volta e riprende a camminare senza rispondermi, trascinandosi dietro la mia valigia. "Ehi, rispondimi! Adesso come dovrei fare per andare a New York, me lo spieghi?" chiedo affiancandolo.
"Semplice, ti ci accompagno io."
Sbotto in una risata nervosa: "Tu cosa? non se ne parla!"
Ma ovviamente lui non si scompone. "Ormai è deciso, Sara. Non ti faccio attraversare gli Stati Uniti da sola, è fuori discussione." Afferma continuando a camminare. Sto iniziando a fare fatica a stargli dietro.
"E chi saresti, mio padre?" ma non mi degna nemmeno di uno sguardo e continua a camminare velocemente. "Senti, ma ti vuoi fermare? E come mi ci porti, sentiamo!"
"Con la mia macchina." Risponde con fare ovvio.
Io mi fermo e mi metto a ridere. "Stai scherzando, vero?"
Finalmente si ferma anche lui e mi guarda. "No, affatto." Mi lancia un'occhiata offesa e riprende a camminare.
Lo inseguo a distanza, sono letteralmente scioccata: "E il prezzo del biglietto del treno chi me lo ripaga?"
A questa domanda si blocca di colpo e mi guarda storcendo la bocca. Ah, finalmente sta iniziando a ragionare...
Spazio Autrice:
Pensavate che Logan non si sarebbe fatto vivo? da qui, in pratica, si ricollega al primo capitolo, quando Logan va a far visita al preside Washington.
E adesso inizia un lungo viaggio, e chissà cosa succederà lungo la strada verso New York...
Qui non si bada ai giorni di festa, io pubblico anche ad Halloween. Mascherarsi??? tzè!
Kiss kiss!
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Il Cuore ha le sue Regole
Genç Kız Edebiyatı#SECONDA PARTE della trilogia "Il Cuore di Sara" Quando Sara viene a sapere la verità sulla prolungata assenza da scuola della sorella, non ci pensa due volte prima di partire per aiutarla, anche se le possibilità che possa effettivamente esserle di...