Entriamo nella hall di questa sottospecie di motel dove un signore mingherlino se ne sta comodamente spaparanzato su una sedia reclinandosi all'indietro; tiene i piedi sopra il bancone dell'accoglienza puntellandosi con essi, mentre legge il suo giornale senza nemmeno degnarci di uno sguardo. Una piccola radio trasmette una musica blues in sottofondo e l'odore di aria viziata assale subito le nostre narici, anche Logan fa una smorfia disgustata. Ci avviciniamo riluttanti a questo signore che ancora non sembra essersi accorto di noi, Logan dà due colpi di tosse per attirare l'attenzione, ma questi non si smuove di un millimetro. "Mi scusi, volevamo una camer..." lo interrompo con una gomitata nel fianco, senza guardarmi si corregge subito, "due stanze... volevamo due stanze singole."
Questi, senza nemmeno guardarci in faccia, afferra un cartello dal bancone e ce lo mette proprio davanti al naso, continuando imperterrito a leggere il suo giornale. Che maleducato! Osservo il cartello in questione e porta una scritta che mi fa rimanere basita: LA RECEPTION NON È TENUTA AD ACCOGLIERE CLIENTI SENZA UN'ADEGUATA MANCIA. Non ci credo, non è possibile. Mi sto seriamente chiedendo se non siamo finiti in un film di serie B. Io e Logan ci guardiamo straniti e increduli. Al ché lui afferra una banconota da cinque dollari e la mette sul bancone: "Vorremmo due camere, se è possibile." Ripete.
"Al pian terreno sono 10 dollari a notte, al primo piano, 15." Finalmente questa sottospecie di essere umano si è degnato di rispondere.
"È possibile avere due camere vicine?" chiede ancora Logan, e di nuovo, senza degnarci di una risposta, il tipo al bancone riafferra il cartello di prima e ce lo sventola sotto il naso. Decido di contribuire a questa strana conversazione cercando il mio portafogli nella borsa, quando sento un tonfo sordo che mi fa sobbalzare, alzo gli occhi e vedo Logan con una mano sul bancone, rosso in faccia, che si allunga verso il tizio e lo prende per la collottola. "Senta, sottospecie di avanzo umano, adesso lei ci registra e ci dà due camere adiacenti al pian terreno, altrimenti chiamerò il suo datore di lavoro, e se non sarà sufficiente, chiamerò la polizia, non intendo darle altri soldi se non quelli che le devo per occupare due stanze per una notte. Ha capito?" Sbotta, chiaramente adirato.
Il tizio, preso in contropiede, sgrana gli occhi impaurito annuendo nervosamente senza batter ciglio. Logan lo lascia andare, e dopo aver sceso i piedi dal bancone, si volta allungandosi per prendere due chiavi dalla parete dietro di lui. "La 13... e la 14... sono libere," balbetta.
Logan gli strappa le chiavi di mano con aria seria. "Grazie," esclama guardandolo negli occhi in un muto rimprovero, poi si volta per uscire dalla reception.
Vedo il tizio immobile e spaventato guardarlo uscire e intimorita lo seguo fuori anch'io. "Non ti sembra di aver esagerato con quel tizio?"
"E cosa avrei dovuto fare, lasciare che mi prendesse per il culo finché non ci avrebbe tolto tutti i soldi?"
Beh... effettivamente ho paura anch'io che sarebbe potuta finire così se non avessimo fatto niente. Lo seguo senza badare alla direzione che sta prendendo, finché non entra nel piccolo portico di fronte al parcheggio dove abbiamo lasciato la macchina. Di colpo mi allunga una chiave. "Prendi la 14, è questa qui. Io prenderò la 13... Sperando che non mi porti sfiga," aggiunge avvicinandosi alla sua porta.
Prendo la chiave dalle sue mani e mi dirigo alla porta vicina. Le infilo nella toppa un po' titubante, è la prima volta che dormo in un motel, e per giunta da sola. Non mi piace, preferirei dormire in macchina, ma siamo all'inizio di dicembre e dormire in macchina con questo freddo non è l'ideale.
La porta cigola mentre entro nella stanza, la visione di questo posto mi intristisce; è tutto così squallido. Un semplicissimo letto con una coperta marrone è addossato alla parete, il parquet scricchiola ad ogni mio passo mentre mi dirigo al centro, apro il piccolo armadio alla destra del letto, tre grucce solitarie dondolano al suo interno, ma in compenso la puzza di umido e di chiuso che aleggia nell'aria è fin troppo presente. Un piccolo televisore è addossato alla parete di fronte al letto, appeso ad un muro spoglio e un po' scrostato. Mi guardo intorno schifata, la tenue luce che filtra attraverso la tenda dell'unica finestra rende il tutto ancor più lugubre. Mi avvicino alla porta per accendere la luce e subito vengo accecata dal neon a luce fredda, che dapprima sfarfalla e poi illumina a giorno. Strizzo gli occhi per difendermi, nel mentre sento qualcuno bussare alla porta. E adesso chi sarà mai? Un senso di paura mi invade il petto, rimango pietrificata al centro della stanza guardando la porta. Chiunque sia bussa di nuovo, ma questa volta è accompagnato dalla voce di Logan che mi incita ad aprirgli. "Apri Sara, sono io!"
Sollevata mi fiondo sulla porta e la spalanco. "Scusa, io..." non sono mai stata così contenta di vederlo.
"Ti ho portato la valigia, pensavo ne avresti avuto bisogno," mi avverte spostandola davanti a sé. Felice la afferro e subito la porto sopra il letto per aprirla. Inizio a rovistare al suo interno in cerca del mio pigiama e del mio beauty case. Logan intanto fa qualche passo dentro la stanza e chiude la porta dietro di sé. "Come ti ci trovi?" chiede guardandosi attorno.
"Meglio di dormire in macchina..." rispondo con ancora la testa dentro la valigia. Mi volto verso di lui con il mio beauty e il mio pigiama in mano, intenzionata a rinfrescarmi, ma Logan resta immobile a fissarmi senza aggiungere niente."Scusa... dovrei..."
Lui sembra accorgersi solo adesso di quello che ho in mano e sobbalza, risvegliandosi dal suo letargo. "Oh, sì, scusa. Me ne vado."
Lo osservo mentre esce dalla stanza chiudendosi la porta alle spalle. Che strano. Entro nel bagno, la luce è esattamente come quella della stanza, un neon che sfarfalla fastidiosamente prima di illuminare il tutto con una luce fredda e accecante. Appoggio quello che ho in mano sul lavandino, ma lo riprendo subito in mano, che schifo! Chissà quando è stata l'ultima volta che lo hanno pulito. Osservo la doccia con un po' di timore, c'è una tenda di plastica che pende da degli anelli, ma sembra pulita rispetto al lavandino. Mi avvicino ad essa e la faccio scorrere completamente per vedere meglio la vasca, e subito caccio un urlo terrificante. Sobbalzo all'indietro appoggiando le spalle al muro, pietrificata dalla paura. Subito sento qualcuno piombare nella mia stanza e avvicinarsi. "Sara, cosa è successo?" mi chiede Logan sulla soglia del bagno. Pietrificata, e sempre addossata al muro, riesco ad alzare un braccio per indicargli la vasca, dove uno scarafaggio enorme sembra prendersi gioco di me dal bordo della stessa.
"Non è niente, è solo uno scarafaggio! Mi hai fatto prendere un colpo!"
Lo guardo sconcertata, dice sul serio? Subito lo sorpasso per tornare in camera. "Io non ci resto in questa stanza, andrò a chiederne un'altra." Con un gesto butto il beauty e il mio pigiama dentro la valigia e la richiudo, trascinandomela dietro, mentre Logan si tuffa sul letto ridacchiando divertito.
"Auguri Principessa, ma credo che ti andrà male." Mi deride incrociando le mani dietro la nuca.
Mi blocco sulla porta e lo guardo preoccupata. "Perché?"
"Perché il nostro caro amico all'accoglienza ha appena chiuso i battenti."
"Che cosa?!" Mi fiondo fuori dalla stanza senza nemmeno il giacchetto e guardo verso la hall del motel. Tutte le luci sono spente e un cartello con la scritta CHIUSO penzola alla porta. "Oh..." mi lamento.
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Il Cuore ha le sue Regole
Literatura Feminina#SECONDA PARTE della trilogia "Il Cuore di Sara" Quando Sara viene a sapere la verità sulla prolungata assenza da scuola della sorella, non ci pensa due volte prima di partire per aiutarla, anche se le possibilità che possa effettivamente esserle di...