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Si avvicina il Natale, ma a me non fa alcuna differenza. Non l'ho mai realmente festeggiato. Ai miei non interessava e di conseguenza io sono cresciuta con la stessa idea. Il massimo che facevamo quel giorno, era mangiare con una parte della famiglia. La trovo una festa troppo pacchiana, circondata da persone false.

Quando dicono 'infondo è Natale, tutti sono più buoni', vorrei ridere e urlare quanto sono disgustosi a fingersi gentili per un giorno. Mi danno fastidio anche tutte quelle luci stupide sulle case, gli alberi, pali e tutto il resto. Quei babbi natale che rimangono appesi sulle terrazze fino al Natale dopo.

È una festa che mi mette malinconia.

I miei nonni, lo festeggiano sempre. Amano questa festa, per i ricordi legati all'Italia e alla nostra famiglia.

Da quando vivo qui, ho sempre cercato di evitare questa giornata. Lo scorso anno, dissi che sarei andata ad una festa organizzata da degli amici di Sam. In realtà sono andata al cinema con lei... e non l'avessimo mai fatto.

Era pieno di coppiette che limonavano!

Quest'anno non so che inventarmi, visto che mi hanno chiesto di invitare anche Harry. Sono quasi sicura che lui starà con la sua famiglia, quindi non accetterà mai. Lo capirei, visto che sono due anni che non passa questo giorno 'speciale' con loro, per colpa del viaggio in Giappone.

Questa sera, sarà a cena da noi e sono un po' agitata per ciò che può uscire dalle bocche dei miei nonni.

Voglio che si senta a suo agio, e loro a volte diventano troppo invadenti, oltrepassando i limiti della privacy.

Spero riescano a contenersi.

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"Il tuo amico è in ritardo!" avvisa mio nonno seccato, uscendo dal bagno al piano terra.

"Di cinque minuti, nonno..." rispondo guardando l'orologio sul mio telefono e alzando gli occhi al cielo.

Di solito è sempre in anticipo, e anche se è passato solo qualche minuto, inizio a preoccuparmi perché non mi ha scritto nulla. E se si fosse dimenticato? Impossibile, visto che menziono questa cena da una settimana.

"Jerry, è un ragazzo sempre puntuale. Avrà avuto un piccolo contrattempo..abbi pazienza!" spiega mia nonna, con voce emozionata e facendomi l'occhiolino. Le mimo con la bocca un piccolo "grazie", e mi rimetto a leggere il libro da cui ero presa qualche minuto fa.

Il campanello suona e corro verso la porta, rischiando di ammazzarmi a causa del tappeto davanti al divano.

Apro l'entrata e lo splendido ragazzo di fronte a me, mi abbraccia lasciandomi un dolce bacio sulla guancia.

"Scusa per il ritardo.." si scusa tra i miei capelli, dandomi il tempo per annusare il suo buon odore.

"Non preoccuparti, sono solo quindici minuti" mi scappa una piccola risata.

"Tutto apposto?" continuo cercando i suoi occhi. Sono più chiari del solito e lucidi, come se avesse pianto.

Non risponde e tiene la testa chinata. Lo prendo per mano e lo trascino fuori nel portico di casa.

"Nonna, siamo qui fuori. Quando è pronto in tavola, avvisaci!" urlo prima di chiudere la porta dell'entrata.

Ci sediamo sui gradini, accarezzo la guancia calda e rossa del mio ragazzo, finché sento una lacrima scivolare sulla mia mano.

"Parlami" lo incito con dolcezza.

"Ho di nuovo litigato con Sarah...è scappata di casa.." la sua voce roca si indebolisce, spezzata dai singhiozzi.

Hold Up  ||  H.S.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora