The Hell

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*Waylon Park è interpretato da Alex Pettyfer*

Stavo ancora lì, dietro gli scaffali, a scrivere quella mail.

Le parole mi uscivano da sole, come se avessero sempre voluto farlo ma non avevano mai potuto, e ora fossero libere di dare inizio alla rovina di quei figli di puttana sbattendosene altamente il cazzo delle loro clausole di riservatezza.

Eppure, mi sentivo nervoso, agitato e costantemente osservato. Mi voltavo spesso, ma fortunatamente non vi era nessuno dietro di me.

Continuavo a scrivere, quando sentii qualcuno chiamarmi.

«Chi c'è? Che cosa stai facendo?»

Inviai la mail e abbassai immediatamente lo schermo del laptop, scattando dalla sedia.

Uscii dal mio "nascondiglio", ritrovando davanti la porta della stanza uno degli impiegati.

«Park? Ti hanno chiamato al cerca persone già tre volte. C'è un'emergenza al motore.»

Mi limitai semplicemente ad annuire col capo, cercando di mascherare l'ansia e la tensione.

«In ogni caso, cosa stai facendo qui? Pensavo fossi solo un tipo da software.»

Lo ignorai, uscendo dalla stanza.

«Waylon Park, impiegato 1466, si presenti immediatamente alla sala di monitoraggio del motore morfogenico

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«Waylon Park, impiegato 1466, si presenti immediatamente alla sala di monitoraggio del motore morfogenico.» sentii poi agli altoparlanti.

Avrei dovuto attraversare le porte dell'Inferno, che immenso onore per uno che stava per mandare in fumo tutti i loro maledetti piani.

Raramente mi facevano entrare in laboratorio, e mi chiedevo come avrebbero fatto a coprire i loro loschi traffici una volta messo piede lì dentro.

«Tu sei Waylon Park, giusto?" mi interpellò un altro seduto sulla scrivania "Perché non rispondevi al cerca persone? Li avviso che stai arrivando.»

Mi scrutava dalla testa ai piedi, come tutti quei bastardi del resto. Mi sentivo costantemente a disagio in mezzo a quelle belve, come fossi una pecora in mezzo ai lupi.

«Waylon Park al monitoraggio del motore morfogenico.» disse al cerca persone.

Alcuni medici parlavano tra di loro, mormorando frasi come se io non ci fossi.

«Non pensavo mi sarebbe mancata così tanto. Forse i pazienti. Inizi a pensare che non hanno visto una donna o un bambino da...cazzo, saranno anni, ormai. Giusto?»

Mi si stringeva il cuore sentendo quelle parole.

Me ne sbattevo il cazzo se i pazienti fossero serial killer, stupratori, maniaci, dissociativi, schizzofrenici o chissà cos'altro. Perché li dentro, loro avevano completamente perso la loro identità, divenendo anche meno di semplici vittime che i medici si divertivano a torturare ogni giorno.

Love isn't for everybodyDove le storie prendono vita. Scoprilo ora