«È lui...» sussurrai sul petto di Eddie, che intanto continuava a correre verso l'uscita non curante, o forse, inconsapevole di ciò che io avessi appena visto.
Avevo sentito il sangue gelarmi nelle vene, e la testa pulsare come quando mi risvegliai nei laboratori della Murkoff legato alla sedia.
In quei momenti, potevo sentire tutto il mio corpo e la mia mente - quasi - completamente legati a quell'essere immondo, nonostante quest'ultimo avesse già trovato il suo "ospite", il corpo in cui risiedere da poter controllare per poter dare un senso alla sua misera esistenza: Billy Hope.
Eppure, le urla che avevamo sentito provenivano dal laboratorio, e il povero malcapitato era rimasto rinchiuso in una di quelle sfere legato dai tubi infilzati nei suoi fianchi da non so quanto tempo ormai, aspettando la sua morte precoce.Dunque, anche potendo controllare il Walrider, come avrebbe potuto generare tutto quel casino che, al solo udire quelle urla, si prospettava fosse accaduto?
No, qualcosa era cambiato.
Mi aspettavo, ad esempio, che il Walrider venisse a squartare me ed Eddie al primo colpo, poiché attirato da un minimo rumore di entrambi, e invece l'unica cosa che fece fu sparire del nulla.
Perché? Billy aveva per caso smesso di controllarlo? Dunque, chi era ora il suo Ospite?
Sentii Eddie tossire e incurvarsi leggermente, il che mi fece scendere dalle sue braccia.
«Va tutto bene Eddie. Siamo vicinissimi all'uscita, ormai.» gli accarezzai la guancia prendendogli il volto tra le mani, mentre quest'ultimo continuava a tossire.
«Non lasciarmi qui.» sussurró prendendomi la mano, che strinsi forte.
«Non lo farei mai.» risposi mettendogli poi il braccio intorno al mio collo, aiutandolo a camminare. Non che fossi esattamente in grado di reggermi da solo, ma avrei sopportato tutto il dolore provocatomi dalla mia povera caviglia infiammata per portare Eddie fuori di lì.
Fortuna che fossimo quasi arrivati all'uscita, e in men che non si dica arrivammo all'ingresso principale che, con nostro grande stupore, trovammo illuminato dalla luce del sole che entrava dalla porta principale.
All'apparenza sarebbe sembrata davvero una sala meravigliosamente spaziosa e accogliente, prima di soffermarsi sulla grande quantità di cadaveri che gemevano inermi sul pavimento.
Eddie strizzó gli occhi, infastidito dalla luce dei raggi solari, mentre io mi soffermai ad osservare la figura accasciata a terra che si trovava vicino l'entrata.
Blaire, ispettore di merda.
«Signor Park?» tossì quest'ultimo sorpreso di rivedermi.
Io, invece, non lo ero affatto, anzi, speravo vivamente che qualche variante lo avesse sbudellato vivo.
È stato lui il principale responsabile delle torture inflitte ai poveri pazienti, o le condizioni pietose in cui venivamo trattati noi dipendenti.
Io, in primis, ero una sorta di suo "assistente". Non esattamente il suo cocco, piuttosto la marionetta di turno con la quale al bastardo piaceva giocare quando cazzo gli pareva, sfruttandomi arrivando a livelli estremi di abusi di qualsiasi tipo.
No, Eddie non è di certo il primo dal quale avessi ricevuto simili torture, nonostante quest'ultimo me ne abbia inflitte il doppio. Ma Blaire non era come Eddie. Lui era un porco, un infame che si divertiva a fare i soldi sui problemi delle persone e a trattare i propri dipendenti come fossero semplici schiavetti. E io cosa potevo fare? Nulla, essendo che venivo sempre ricattato pesantemente, e io non avrei mai permesso che quel verme facesse del male alla mia famiglia, con la quale tra l'altro, una volta messo piede in quell'inferno, non ho più potuto avere alcun tipo di contatto a causa delle massime misure di sicurezza della Murkoff. Chissà perché.
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Love isn't for everybody
HorrorSangue, torture e dolore è tutto ciò che domina i corridoi della clinica psichiatrica del Mount Massive, mentre nelle sue mura echeggiano urla di disperazione di anime che non chiedono altro se non la salvezza da ciò che sono costretti a subire per...