<Sin da quando ero piccolo, il mio più grande sogno è stato essere felice. Ho sempre cercato qualcosa che potesse quanto meno somigliare alla felicità, perché pensavo di meritarmela dopo quanto avessi sofferto. Anche nei momenti in cui venivo picchiato e molestato da mio padre e mio zio, ero fiducioso e certo che prima o poi tutto sarebbe finito e io avrei potuto essere felice come tutti i bambini normali. Ma invano. Sono cresciuto, e anche dopo la mia infanzia ho sofferto, ancora e ancora, iniziando a rendermi conto che probabilmente la felicità non fosse per tutti, come anche l'amore, e che io non potessi meritare nessuno dei due, bensì solo crudeltà e sofferenza. Ma proprio quando ormai tutte le mie speranze erano crollate, ho incontrato te. Ti ho riconosciuta subito. Dal primo momento che ti ho vista ho capito che fossi davvero tu, la mia felicità, e che finalmente fossi arrivata da me, e io non avrei mai immaginato che la felicità fosse così bella. Perciò ho fatto di tutto pur di non farti andare via da me, che sei talmente preziosa e non intendevo perderti per nessun motivo al mondo. Perché tu sola sei stata in grado di capirmi, di leggermi dentro, di farmi sentire protetto e al sicuro, di farmi battere forte il cuore come non aveva mai fatto e di farmi brillare gli occhi anche solo guardando i tuoi. Perché proprio nei tuoi occhi, io ho visto e continuo a vedere tutta la mia vita, il mio futuro, con te, la donna che amo di più al mondo e che mi ha salvato. Io pendo totalmente dalle tue labbra, tesoro. Farei qualsiasi cosa per te, per renderti felice. Per farti sentire bella e speciale, nonostante tu non lo pensi a causa dei tuoi capelli perennemente scompigliati e ingestibili. Farei qualsiasi cosa per risanare tutte le tue ferite più profonde e per riempire quel vuoto che ti fa soffrire così tanto che al solo pensiero potrei morirei, se questo dovesse servire a renderti felice.>
Ero rimasto imbambolato ad ascoltarlo per tutto quel tempo, mentre il mio battito cardiaco accellerava dall'emozione sentendo quelle parole. Non potevo credere che avessi scatenato in lui tutti quegli splendidi sentimenti, nonostante io, in realtà, ritenessi di non aver fatto completamente nulla affinché ciò accadesse, se non il semplice piegarmi alla sua volontà. Fino ad allora credevo che la sua mente mi avesse etichettato come una delle tante conseguenze del suo disturbo psichico, se non direttamente come un gioco che gli lasciava emozioni positive semplicemente temporanee. E invece, eccolo li a confessare con fatica tutti i suoi sentimenti per me, che chissà come ero riuscito a fargli provare. Eppure, sentivo che avesse ancora qualcos'altro da dirmi, forse collegato alla mia felicità.
<Ma tu non lo sei affatto...vero?> sospirò, guardandomi negli occhi che come sempre non riuscii a reggere, tuttavia, stavolta, dovuto al fatto che probabilmente avesse ragione...ma come avrei potuto dirglielo? Come avrei potuto essere sincero con lui tanto quanto lo fosse stato lui con me?
<Eddie...> sussurrai debolmente, per evitare di fare un'imbarazzante scena muta.
<Forse tu sei destinata a qualcun altro,> ammise abbassando un attimo lo sguardo, <ma anche se probabilmente mi sono innamorato di una semplice illusione, odio pensarti tra le braccia di un altro che non sia io, perché tu sei mia. Sei la MIA felicità> sottolineò nuovamente, <e per quel poco che è passato da quando ci siamo conosciuti, tu mi hai reso felice in un modo unico, come solo tu sai fare e io non potrò mai ringraziarti abbastanza per tutto questo, tesoro.>
<Non devi ringraziarmi, perché io continuerò a renderti felice ancora, come ti ho promesso e ti prometto nuovamente.> gli risposi ancora profondamente commosso, nonostante sapessi benissimo di non aver potuto mantenere all'ennesima promessa.
Ma la risposta che mi diede mi lasciò spiazzato.
<Non continuare a fare promesse che non puoi mantenere.> disse cercando di deviare il mio sguardo.
<Eddie, ti prego...> sussurrai cercando le parole giuste per spiegargli una volta per tutte la situazione senza ferirlo, ma lui mi interruppe nuovamente.
<Tesoro,> parlò prendendomi le mani <si dice che se si ama davvero una persona bisogna lasciarla andare. Io ti amo più di me stesso, morirei per te, ma so che tu non sarai mai felice con me. La mia vita ormai è segnata ed è destinata ad essere tormentata per sempre, ma non la tua. Tu sei un angelo e non meriti di soffrire ancora per colpa mia che sono talmente egoista da volerti tenere tutta per me, anche contro la tua volontà. Tu hai bisogno di dimenticare tutto questo, uscire di qui e tornare alla tua vita di sempre, quella che avevi prima di conoscere me. Non è questo ciò che meriti. Tu meriti di meglio, e non dire che il tuo meglio sono io perché non è così. Non mi vedi? Sono solo un povero pazzo con il cuore sofferente, che vorrebbe prendersi a pugni per ciò che sta dicendo ora, per star lasciando andare l'amore della sua vita rinunciando alla propria felicità per la sua. Ma io ti amo, e da sempre per te ho desiderato soltanto che tu fossi felice e non voglio che tu ti lasci condizionare da me. Piuttosto, scappa, il più possibile lontano dal sottoscritto, rifugiati in un posto in cui non potrò trovarti mai e dimenticami.>
<Io non posso dimenticarti!> sbottai lasciandogli la mano e alzandomi dal letto, <Io ho promesso a te e a me stesso che ti avrei salvato da quell'inferno e che avrei fatto di tutto per renderti felice!>
<Infatti mi hai salvato, ma la felicità non è per tutti, tesoro.>
<Si invece cazzo, e tu l'hai appena trovata!> mi morsi leggermente il labbro per non far uscire le lacrime, <Perché cazzo vuoi che me ne vada via da te? Perché?! Sei un bastardo.> gli urlai <Dopo tutto quello che ho fatto per te tu mi allontani. Dopo che la mia mente sta cadendo a pezzi per colpa tua, ma io ho accettato inconsciamente che ciò accadesse, anche se ciò avesse dovuto creare problemi con la mia famiglia. L'ho fatto per te, per renderti felice! E ora mi lasci? Ti odio! Ti odio! Vaffanculo Edward Lucas Gluskin! Vaffanculo!>
Ero fuori di me e se qualcuno avesse dovuto sentirmi non me ne sarebbe fregato un cazzo. Mi sentivo nuovamente come quando ero al Mount Massive sotto il suo dominio: triste, arrabbiato, umiliato, tradito.
<TESORO! CALMATI!> disse cercando di alzarsi dal letto per afferrarmi il polso, invano.
<NON MI TOCCARE!> mi allontanai, mentre lo vedevo lasciarsi cadere nuovamente nel letto, dopo l'ennesimo colpo di tosse, <E NON DIRMI COSA DEVO FARE! SEI UN PEZZO DI MERDA! TI ODIO. TI ODIO.> continuai ad urlare, per poi avvicinarmi alla porta della stanza con l'intenzione di andarmene e rifugiarmi nella mia camera, sotto le coperte, riempiendo di lacrime il cuscino.
<Non andartene...> sussurrò alzando una mano verso di me.
<DOVEVI PENSARCI PRIMA DI DIRMI QUELLE COSE STUPIDO IDIOTA.>
<Lo faccio per il tuo bene...><Ah si? E indovina cosa ho fatto IO per il tuo bene, invece?> esplosi, <Ho accettato di essere la tua sposa, ho accettato questo disturbo dissociativo dell'identità che mi sta mandando la vita a puttane, ho rischiato di perdere la mia famiglia, per te. PER TE. E per giunta, non essendo nemmeno sicuro che tu ti saresti risvegliato dal coma. Ma io ho sperato, ho pregato che tu lo facessi. E ora mi ripaghi così?>
I suoi occhi erano lucidi e mi guardavano tristemente, mentre io miei erano carichi di delusione e amarezza.
<Presto capirai che è stata la scelta giusta...> disse venendo interrotto da un colpo di tosse.
<Che senso ha sacrificare la tua stessa felicità di punto in bianco?> gli chiesi aspettando che gli calmasse l'affanno, sperando in una risposta per lo meno soddisfacente. Essa arrivò, ma mai avrei immaginato che al solo udirla mi si sarebbe creato un vuoto dentro tale da farmi cadere in una profonda tristezza.
<Perché io sto morendo.>
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Love isn't for everybody
HorrorSangue, torture e dolore è tutto ciò che domina i corridoi della clinica psichiatrica del Mount Massive, mentre nelle sue mura echeggiano urla di disperazione di anime che non chiedono altro se non la salvezza da ciò che sono costretti a subire per...