You're Pulling Me

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Sentivo qualcuno portarmi in braccio con estrema facilità. Avevo i polsi doloranti, idem le caviglie.
Provai a muovermi leggermente, realizzando che li avessi entrambi legati, e portando la testa all'indietro potevo sentirla pulsare e io stesso incapace di tenere gli occhi aperti.

Poi finalmente sentii aprire una porta, e la stessa persona posarmi delicatamente sul letto.

«Non preoccuparti tesoro, sarai stanca, lo capisco.»

No, non potevo credere che fosse di nuovo lui, la persona dalla quale stavo fuggendo prima di ritrovarmi in quello stato. Probabilmente sarò scivolato, sbattendo la testa.

E ora eccomi nuovamente nelle sue grinfie, incapace di aprire gli occhi.
Così mi limitai ad immaginare cosa stesse accadendo intorno a me semplicemente grazie al mio udito e, magari, al tatto.

Lo sentii sciogliere delicatamente il piccolo pezzo di corda che teneva legate le mie gambe.

«La tua caviglia sanguina da un pezzo.» disse strappando il lembo del mio pantalone che copriva la ferita, «Devo medicartela, non puoi rischiare di prendere un'infezione.» continuò poi iniziando a medicarla.

Strinsi il lenzuolo a pugno, scacciando un gemito di dolore.

«Mi dispiace tesoro, ma resisti. Presto sarà tutto finito.»

La sua voce era così calma, ma sfortunatamente non riusciva nel suo intento. Nonostante mi sentissi di merda, ero così nervoso e agitato.
Già che la situazione non fosse delle migliori, per di più, odiavo il fatto di non poter vedere ciò che avveniva intorno a me, e il doverlo semplicemente immaginare mi dava ansia e inquietudine.

Per non parlare della sua voce.
Ogni parola che pronunciava mi causava un colpo al cuore così forte da farmi pregare affinché non facesse il minimo passo falso.

«Ecco fatto, ho finito.»

Potei percepire nella sua voce un non so che di felicità e orgoglio per ciò che aveva appena fatto. Poi mi legò nuovamente le gambe con la corda, questa volta con ancor più delicatezza rispetto a quando l'aveva sciolta.

«So che non è giusto e che dovrei fidarmi di te. Insomma, sei responsabile delle tue azioni, ma non voglio che tu ti faccia male ulteriormente, ed essendo il mio compito quello di proteggerti, non mi resta altra scelta che legarti. Mi dispiace, tesoro.» parlò con tono dispiaciuto.

Appena fece l'ultimo nodo, la gamba pulsò maggiormente, facendomi scacciare un gemito di dolore.

«Non sai quanto mi faccia male vederti così, tesoro.»

Finalmente, riuscii ad aprire leggermente gli occhi, godendo di una vista inizialmente abbastanza sfocata, nella quale però potei intravedere un'ombra alta e robusta dirigersi verso l'altra parte del letto.

«Stai tranquilla, sono sicuro che domani starai meglio. Devi solo riposare, ecco tutto.»

Voltai il capo verso di lui, mentre lo Sposo mi guardava con il tipico sguardo di chi schizza felicità da tutti i pori. Con quegli occhi che gli brillavano, aprì leggermente la bocca, lasciando trasparire un sorriso degno di chi ha appena visto la cosa più bella che il mondo potrebbe offrirgli.

«Scusa se magari potrò inquietarti, ma Dio, sei ancora più bella con quel faccino sofferente.»

Deglutii, mentre il mio respiro si faceva sempre più pesante, seguito dal battito del mio cuore spaventosamente accelerato.

"No, non sono affatto innamorato, mi si sta semplicemente gelando il sangue." pensavo quasi per confermare la veridicità di ciò che stessi provando, mentre lo guardavo stendersi lentamente accanto a me.

Love isn't for everybodyDove le storie prendono vita. Scoprilo ora