L'ennesimo mugolio di dolore rimbombava nella stanza: il mio, seguito da quelli di tutte le altre sue povere vittime.
Il sonnifero che mi aveva spruzzato il maniaco cominciava a perdere il suo effetto, rendendomi, sfortunatamente, sempre più conscio di essere, ormai, ad un passo dalla morte.
Mi chiedevo quante ore fosse riuscito a tenermi dormiente, ma dal fatto che non mi sentissi né braccia né gambe potei dedurne che il tempo passato fosse stato davvero molto.
La mia vista sfocata mi permise di realizzare di essere sdraiato su un tavolo e legato alle braccia con delle corde che, purtroppo, dato il debole stato in cui mi trovavo, non avrei potuto di certo slegare.
Spostai lo sguardo al tetto, mentre mi tornavano alla mente le scene viste poco prima che mi addormentassi: lo Sposo, davanti al tavolo nel quale vi era sdraiata la sua nuova vittima.
E io, costretto a guardare tutto da dentro l'armadietto nel quale mi aveva rinchiuso.«Tesoro devi sanguinare di meno, devi sopportarlo...» gli sussurrava lo psicopatico sperando, dato il suo folle e ignobile ragionamento, di poter tranquillizzare la sua preda.
Ma ciò non accade, e così, tra gli angoscianti e insistenti lamenti di quel povero martire, compreso il mio sguardo pieno di terrore, lo Sposo afferrò il suo coltello col quale trafisse il povero paziente, che iniziò ad agitarsi e a strillare dal dolore lacerante, muovendo velocemente le gambe su e giù, e cercando di strappare le cinghie che lo tenevano legato dalle braccia.
In cuor suo sperava di riuscirci, ma chiunque avrebbe maturato l'idea che fosse impossibile.
Strizzai gli occhi, lasciando la mia schiena rabbrividire, mentre i gemiti di dolore che rimbombavano nella stanza si fecero sempre più deboli, permettendomi di sentire ciò che disse quel bastardo fanatico di matrimoni.
«Oh mi dispiace tesoro. L'amore non è per tutti.» spiegava fiero «Ora la parte più delicata.»
Ma io per un attimo avvertì dei capogiri, chiudendo gli occhi per qualche minuto.
Appena li riaprì, lo Sposo aveva la mano poggiata sul capo dei paziente.
«Hai rinunciato. Sei brutta e hai rinunciato all'amore. Non ne vale la pena neanche ricucirti. Sanguina qui e muori.»
E così dicendo, gli passò la testa sul tagliere, squarciandola.
Per tutto questo tempo, della vittima riuscivo a sentire semplicemente dei leggeri pianti, che andavano man mano a diminuire, fino a terminare per sempre.
Ma i capogiri continuavano, riuscendo a farmi perdere la cognizione della realtà e del tempo e facendomi cadere in uno stato di dormiveglia, ciò nonostante ancora abbastanza conscio da sentirmi prendere in braccio da quell'essere ignobile, per poi poggiarmi sul tavolo e strapparmi via i vestiti.
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Love isn't for everybody
HorrorSangue, torture e dolore è tutto ciò che domina i corridoi della clinica psichiatrica del Mount Massive, mentre nelle sue mura echeggiano urla di disperazione di anime che non chiedono altro se non la salvezza da ciò che sono costretti a subire per...