Era passato più di un mese da quando io ed Eddie eravamo stati ricoverati, e ancora non potevo sentire altro se non il battito del suo cuore. Il suo volto era sempre più scarnito e pallido.
Ogni volta che andavo da lui trovavo sempre la dottoressa Dixon a monitorarlo. Lei era buona e gentile, mi faceva sentire sempre più a mio agio. Campbell le aveva riferito della mia ultima crisi nei bagni, chiedendole se avesse potuto chiedermi di sostenere una seduta con lei al suo posto, dal momento che con lui l'avessi sempre rifiutata, anche dopo la crisi.
<Buongiorno signor Park. Si sieda pure!> mi disse la dottoressa indicandomi il divanetto dopo avermi fatto entrare nel suo studio.
Il pensiero che quella sarebbe stata la mia prima seduta da quando ero stato ricoverato in quel posto non mi rendeva per niente eccitato o particolarmente speranzoso riguardo al fatto che avrebbe potuto rappresentare il primo di una serie di passi verso la soluzione di tutti i miei problemi.
Eppure, la Dixon sapeva benissimo che la consapevolezza di aver necessariamente bisogno di qualcuno con cui parlare liberamente fu l'unica cosa che realmente mi spinse a sostenere quella seduta, dal momento che ora Lisa non fosse più la persona adatta con la quale avrei potuto confidarmi.
Quest'ultima cosa appariva già per me come un ulteriore motivo di ansia e scorrettezza, e il fatto di passare con lei interminabili e imbarazzanti minuti di silenzio quando veniva a trovarmi in stanza dopo aver finito il suo turno non migliorava affatto le cose.
Lisa era buona ma non stupida, ed ero certa che stesse iniziando a sospettare qualcosa. Ma cosa avrebbe potuto dirmi? Ero pur sempre un paziente ricoverato al reparto di psichiatria di quell'ospedale, e l'ultima cosa di cui avessi bisogno era essere lasciato da mia moglie, dopo che l'avevo appena ritrovata.
Ma almeno avrei potuto contare sui preziosi consigli della dottoressa, o al minimo, del suo semplice ascoltarmi senza giudicarmi se avessi espresso liberamente i miei pensieri per me decisamente imbarazzanti riguardanti la situazione.
Eppure, l'unica cosa di cui avevo realmente bisogno era lui. Continuavo a stringere la sua mano, e a volte, quando mi appisolavo, aprivo gli occhi di colpo guardando il suo volto, sperando di trovare i suoi splendidi occhi aperti, o quasi. Ma non accadeva mai e ormai le mie speranze stavano iniziando a vacillare, nonostante continuassi a sentire il suono del suo battito cardiaco dal macchinario.
A volte avrei voluto saltargli addosso e scuoterlo violentemente urlandogli di svegliarsi finché non lo avrebbe fatto. Ma poi pensavo che un'azione simile avrebbe solo contribuito a peggiorare le cose, e che probabilmente i medici non mi avrebbero più permesso di andarlo a trovare.
E io avevo così tanto bisogno di stare con lui, anche se in coma, e i medici non avrebbero di certo potuto vietarmi di lasciarmi andare ad una crisi di pianto, quando una notte avevo approfittato del turno di notte di Lisa per andare a trovarlo, e vedendolo, ancora una volta, così pallido e quasi senza vita, non riuscii a trattenermi.
<Dio, perchè la vita è dovuta essere così crudele con lui?> mi lamentai sbattendo i pugni nel letto, <Anche ora che era finalmente libero, che poteva essere felice come meritava? Perché?!> frenai un urlo mordendomi leggermente la lingua, per evitare che qualcuno avesse potuto sentirmi.
Lasciai che le mie lacrime cadessero sulle sue guance, mentre mi avvicinavo al suo volto. Aveva le labbra secche e fredde, e sapevo che non si sarebbero mai riscaldate, per quanti baci gli avessi dato.
Ma mi venne spontaneo avvicinare le labbra alle sue, baciandogliele, ripensando in un attimo a quei pochi momenti che avevamo passato insieme.
Poi, sentii le sue labbra muoversi sotto le mie, il che mi portò immediatamente ad aprire gli occhi.
<Eddie!> esclamai spostandomi da sopra di lui, quando lo sentii tossire. Successivamente lo vidi aprire gli occhi, e il suo sguardo puntò dritto verso di me.
Stavolta non era un sogno o un'allucinazione. Era tutto reale cazzo!
<Tesoro...sei qui...> sussurrò portando una mano al mio viso, che sfoggiò il sorriso più bello che avesse mai potuto fare.
<Te l'ho detto, non ti avrei mai lasciato.>
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Love isn't for everybody
HorrorSangue, torture e dolore è tutto ciò che domina i corridoi della clinica psichiatrica del Mount Massive, mentre nelle sue mura echeggiano urla di disperazione di anime che non chiedono altro se non la salvezza da ciò che sono costretti a subire per...