Above The Knees, Below The Navel

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*Eddie Gluskin è interpretato da Corey Graves*

«Tesoro. Ti ho spaventata?» mi disse aprendo la porta, con quei suoi infidi occhi candidi.

Era Gluskin, il tipo che avevo visto torturare qualche ora prima al motore morfogenico...

Nononostante non riuscissi a smettere di restare inorridito alla vista di tutte quelle bruciature e sangue sul suo viso, mi soffermai ad osservare quanto apparisse incredibilmente elegante con quel completo da Sposo, rattoppato in alcune parti.

«Mi dispiace tanto, non volevo.» continuó, mentre io indietreggiavo terrorizzato, «Lascia che ti riempia. Non devi più essere sola.»

Dal momento che in quell'inferno non fossero più presenti pazienti donne poiché tutte morte a causa di esperimenti, avrei dovuto dedurre che la contorta mente di quel folle mi vedesse esattamente come una di esse? Quindi era lui il misterioso Sposo della filastrocca, quello al quale dovevano consegnarmi. O meglio, al quale dovevano consegnare la sua sposa. Ma io non lo ero...

Non ancora.

«Mi potresti rendere completo. E io potrei riempire il vuoto dentro di te.» continuava a parlare con quel suo modo galante di atteggiarsi, fissandomi negli occhi. E dopo aver impugnato il suo coltello coltello, iniziò ad inseguirmi.

Corsi più veloce che potevo uscendo dalla stanza, mentre quel bastardo continuava a tenere il passo dietro di me tranquillamente, come fosse fermamente convinto che fossi già suo.

Fortunatamente trovai un tavolo sotto il quale potermi nascondere, vedendo lo psicopatico passarmi davanti scrutando ogni angolo della stanza alla ricerca della sua deliziosa preda.

«Perchè scappi? Potresti essere così bella.» parló quando fu a quasi un centimetro dal tavolo, facendomi soffocare un sussulto dalla paura.
«Voglio avere un figlio con te.» mi implorava quasi al limite della disperazione.

Poi lo vidi sparire nel buio, e dopo essere uscito dal mio nascondiglio ebbi la sfortuna di realizzare di essere finito in un vicolo cieco, con la sensazione che più avrei girato invano cercando anche solo una piccola conduttura d'aria, più quel bastardo si sarebbe avvicinato guardandomi con quei suoi occhi infami mostrando un sorriso compiaciuto.

Ma una finestra aperta mi fece riaccendere un barlume di speranza, che mi diede la forza per lanciarmici di sotto, cadendo fortunatamente su una siepe che attutì la caduta.

«Oh Dio. Stai bene?» si affacciò lui dalla finestra, probabilmente allarmato dal rumore della mia caduta, «Dimmi che stai bene. Odio pensare che tu soffra senza di me.»

Lo guardai dal basso, mentre mi allontanavo dalla finestra temendo che mi avrebbe raggiunto. Ma ciò, grazie a Dio, non accadde, eppure, in qualche modo, ero rimasto pietrificato dall'attesa della sua prossima mossa.

«Preferiresti morire piuttosto che vivere con me?» non risposi, «Allora muori.» sputó andando via.

Prima di rientrare, però, notai una cartella clinica tra le erbacce, che stranamente, decisi di leggere. Era la sua.

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