Non mi sentivo più le braccia. Cercavo di muoverle ma mi era impossibile farlo, dato che fossero legate al letto con le corde. Ciò nonostante, decisi di non perdere tempo cercando di divincolarmi. Sapevo che non ci sarei riuscito, perciò era superfluo provare ad illudermi di una speranza che sarebbe stata vana.
Aprii gli occhi con fatica, provando un dolore atroce ovunque.«Fa ancora male, tesoro?» parlò l'ombra seduta accanto a me.
Sapevo che fosse lui, pur non essendo ancora riuscito a mettere a fuoco l'immagine.
«Mi dispiace davvero tanto...» continuò, per poi sentirlo sdraiarsi lentamente su di me, lasciando che io notassi di avere addosso uno splendido abito da sposa.
Ciò nonostante, spalancai gli occhi, lasciando che il mio corpo venisse percosso da un brivido di terrore.
«Oddio...perchè stai facendo questo?» mugolai, prevedendo già ciò che avrebbe voluto farmi.
«Perché? Perché ti amo, tesoro.»Lasciai che le lacrime mi bagnassero le guance.
Signor Park, avresti dovuto saperlo che prima o poi saresti finito sotto le sue grinfie. E ora non c'è nulla che tu possa fare se non obbedire alla sua volontà.«Ti ho trovata...e ora sono così felice.» sussurrò prendendomi il volto tra le mani come fosse la cosa più preziosa che avesse mai toccato.
Ciò nonostante, il bacio che mi riservò non fu esattamente uno dei più dolci.
Fu violento, possessivo, come lo sguardo che mi riservò appena riaprii gli occhi. Fu un violento bacio che mi tolse il respiro, velocemente, come se non avesse bisogno d'altro.
Non potevo oppormi. Sotto il suo dolce tocco leggero si nascondeva una forza disumana alla quale Lo Sposo avrebbe ricorso qualora io avessi minimamente tentato di divincolarmi.Ma il mio istinto di liberarmi dalle sue grinfie mi portò a farlo sussultare con un calcio.
«Tesoro, perché...?» sussurrò soffocando un gemito di dolore.
Poi alzò il capo, mostrando lo sguardo più agghiacciante che avessi mai visto sul suo volto. L'ansia mi salí nelle vene, per poi percorrere tutto il resto del mio corpo. Forse, Waylon Park aveva appena fatto la mossa sbagliata e Lo Sposo aveva ben altri sentimenti in covo per lui, adesso. Molto diversi dai precedenti, o forse, chissà, completamente identici, ma grazie al mio passo falso, confermati.
«Tu, piccola ingrata PUTTANA!» urlò uscendo un coltello affilato da dietro la schiena e puntandomelo contro, mentre poggiava violentemente la mano sul mio collo tentando di soffocarmi.
Chiusi gli occhi, lasciandomi scappare un gemito di terrore quando vidi che il suo coltello stava quasi per sfondarmi il petto.
Fortunatamente non andò così, dato che mirò al cuscino, il che non fu per me un sollievo, in realtà, poiché ciò significava solo una cosa.
La follia dello Sposo sarebbe continuata e io, con molta probabilità, avrei dovuto sopportare sulla mia pelle dolori ben peggiori di un taglio di coltello.«Sembra che tu sia un po lunatico oggi, non è vero?» parlò tra sé e sé portandosi la mano al volto con fare riflessivo «scusami, un vero gentiluomo non dovrebbe perdere la pazienza così facilmente con la sua amata.»
Il suono del coltello che poggiò sul comodino mi fece sussultare, al che iniziai ad implorarlo, urlando di non farmi nulla, seppur invano.
«Lisa...ho bisogno d'aiuto..." sussurrai involontariamente soffocando le lacrime sul cuscino.
«Non nasconderti da me...» parlò mentre mi baciava il collo fino a lasciarmi l'ennesimo livido.
Quella notte, lo Sposo fece sì che la camera si riempisse di urli misti a disperazione e dolore immane. Le mie guance erano zuppe di lacrime mentre mi dimenavo sulle lenzuola chiare. Più e più volte avevo sperato che quelle torture fossero solo un maledetto incubo, seppur così non fosse.
Il bianco del mio vestito era ormai macchiato da quel rosso sangue che sgorgava dalle ferite, le quali venivano viste dal tentatore come splendide imperfezioni di un'opera d'arte così imperfettamente perfetta. La sua Sposa.«Ti amo...ti amo così tanto...» sussurrò con gli occhi chiusi, mentre con un braccio mi cingeva a sé, come se io non fossi già abbastanza suo.
Come se tutto quello fosse solo uno splendido sogno e lui non volesse lasciarselo scappare. Non volesse svegliarsi.
Sfortunatamente per me, quella era l'atroce realtà, e io inerme, non potevo far altro se non cedere alla sua volontà.Lo sentii baciarmi dolcemente i lividi fatti precedentemente sul mio collo, per poi fare una mossa a me completamente inaspettata.
Mi slegò lentamente i polsi dai lacci che mi tenevano legato, lasciando che io ne approfittassi per tornare nuovamente a guardare dritto in quegli occhi che, ora, mi veniva inspiegabilmente difficile sostenere.
«Tesoro, di il mio nome...chiamami Eddie...» sussurrò sulla mia pelle ricambiando lo sguardo che riuscii a stregarmi.
Gluskin sapeva manipolare la mia mente in modo inspiegabile.
No, Waylon smettila di farti controllare da lui! Per lui sei solo un maledetto gioco! Non significhi niente! E poi, perché dovresti? E qualora fosse, perché a te dovrebbe importartene?
Ma il bacio che mi riservò fu, forse, il più bello che avessi mai ricevuto, l'unico capace di farmi contorcere lo stomaco.
«Eddie...» sussurrai mentre le mie labbra pendevano dalle sue.
E lui, esaudendo il mio desiderio lanciandomi un sorrisetto compiaciuto, permise quell'unione ancora una volta.
Fu così che la realtà si annullò. Non sentivo null'altro se non il mio cuore e le sue labbra. Non volevo sentire altro, non ne avevo più bisogno.
Nessuno potrà mai capire quanto avessi bisogno di lui, dei suoi sospiri che scandivano i battiti del mio cuore, facendomi sentire così fragile come mai prima d'ora.
«Di che mi ami, tesoro...» bisbigliò mentre lasciavo che le mie labbra divenivano ancora una volta oggetto del desiderio delle sue.
«Ti amo, Eddie.» risposi riservandogli uno sguardo affascinato.
Ciò nonostante, sul mio viso sorgevano occhiaie scure, occhi rossi dai pianti silenziosi e capelli costantemente spettinati. Lui invece era così perfetto.
«Di che non mi lascerai mai...» parlò mentre delicatamente mi slegava l'altra mano, permettendomi di cingerlo a me.
«Non ti lascerò mai...» bisbigliai.
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Love isn't for everybody
HorrorSangue, torture e dolore è tutto ciò che domina i corridoi della clinica psichiatrica del Mount Massive, mentre nelle sue mura echeggiano urla di disperazione di anime che non chiedono altro se non la salvezza da ciò che sono costretti a subire per...