One Who Loves Nobody Else But You

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Vedevo mia moglie Lisa in lontananza, con i nostri figli. Ma nonostante urlassi il suo nome, lei non si voltava. Le corsi in contro, quando venni preso alle spalle da qualcuno.

«È sempre così.» disse lo Sposo mentre mi scaraventava a terra, per poi cominciare a sferrarmi pugni "Io provo, e provo. E tutte mi tradite!"

«Io non sono tua moglie!« gli urlai «uccidimi pure se è questo che vuoi, psicopatico di merda!»

«Davvero preferiresti morire piuttosto che stare con me? Allora muori.» parlò stringendomi il collo e alzandomi da terra con una forza indescrivibile.

Cercavo di muovermi il più possibile per divincolarmi, ma l'aria andava sempre più a diminuire e i polmoni non avrebbero retto per molto.

Intanto lui guardava fiero il suo coltello, per poi infilzarmelo nello stomaco per ben tre volte.

Mi alzai di colpo dal letto, ansimando.

Avevo terribili capogiri, e sentivo tremare tutto il mio corpo.

Lui era ancora accanto a me, che dormiva tranquillo.

E allora mi ricordai di quel bacio, di me che lo sfioravo mentre lui mi cingeva a sé

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E allora mi ricordai di quel bacio, di me che lo sfioravo mentre lui mi cingeva a sé...

Ma che cazzo stavo facendo? Io dovevo andarmene da quel maledetto posto!

Cercai di alzarmi dal letto il più veloce che potevo, ma mi venne quasi spontaneo voltarmi verso di lui.

Come avrebbe reagito al suo risveglio?

«Scusa, Eddie...ma io non sono una donna, non posso stare con te...» gli dissi, lasciandogli un dolce bacio sulla fronte.

Un volta in piedi, tornarono di nuovo quei capogiri

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Un volta in piedi, tornarono di nuovo quei capogiri. Questa volta, se chiudevo gli occhi, potevo vedere strane immagini confuse e una luce accecante.

Si trattava sicuramente dei sintomi post esperimenti ai quali ero stato sottoposto.

Ma non avevo tempo per pensarci, né tanto meno per dare retta al dolore alla gamba.

Presi la telecamera da sopra il comodino e uscii dalla stanza.

Ed eccomi nuovamente ad esplorare quei corridoi misteriosamente calmi, nei quali echeggiava il suono della canzone che era solito cantare lui.

Esplorai le stanze, finché non giunsi a quella addobbata quasi a chiesa, con in fondo il manichino di una Sposa.

Teneva in mano una chiave, proprio quella che cercavo

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Teneva in mano una chiave, proprio quella che cercavo. Quella che mi avrebbe finalmente fatto uscire da quell'inferno.

Prima di prenderla, ebbi nuovamente un leggero capogiro, che involontariamente fece spostare la mia attenzione su quell'abito.

«A good old fashioned girl with heart so true...»

«One who loves nobody else but you...» completai.

No. Non ero io la sposa perfetta per lui. Io ero un uomo. Un uomo, cazzo!

Presi velocemente la chiave, per poi andare verso la porta chiusa.

Ma sentii qualcosa tirarmi la maglietta, costringendomi a voltarmi.

Ed eccolo li, con gli occhi lucidi e rossi di rabbia e lo sguardo minacciosamente perfido.

Mi sferrò violentemente un pugno, il che mi fece perdere l'equilibrio facendomi crollare a terra inerme.

«Sapevo che non avrei dovuto fidarmi di te! Stupida puttana!» urlò per poi farsi più vicino a me.

Nonostante vedessi sfocato, quella figura alta e possente mi terrorizzava al punto da poter sentire perfettamente il battito accelerato del mio cuore, che forse implorava perdono.

Implorava di essere sentito da lui, affinché lo risparmiasse. Mi risparmiasse. Perché sapevo che lo Sposo non mi avrebbe dato tregua, punendo la sua "puttana" come meritava.

Le immagini di ciò che sarebbe potuto succedere scorrevano veloci nella mia povera mente frustrata, mentre lui continuava ad osservare il mio povero corpo tremare.

Poi mi caricò un calcio nello stomaco, quasi come fosse un pallone.

Scacciai un urlo di estremo dolore, sentendo le mie costole farsi in mille pezzi seguite dalla sua risata compiaciuta.

Ma non riuscivo ad ascoltarlo. Il dolore invadeva il mio corpo senza lasciarmi tregua.

La testa pulsava. La gola bruciava. Le mani tremavano, e di conseguenza non potevo far altro se non versare lacrime di paura e tormento.

Ciò che, fortunatamente, finì presto.

In preda al dolore e alla sofferenza, mi venne quasi spontaneo chiudere gli occhi a causa della loro pesantezza, e sentire il mio corpo farsi sempre più leggero e sciolto.

Nessun dolore invadeva più la mia anima, o per lo meno, io non riuscivo a sentirlo.

L'ultima cosa che videro i miei poveri occhi, fu lo sguardo di lui, inclinarsi, come se si stesse concentrando per realizzare qualcosa a cui non aveva pensato prima.

E quando i miei occhi si chiusero, il tormento tornò nuovamente ad essere padrone della mia anima, affinché io capissi che, probabilmente, avrei assistito alla realizzazione della sua folle idea una volta essermi svegliato.

Love isn't for everybodyDove le storie prendono vita. Scoprilo ora