Immagina Isacc Lahey

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Sono una semplice ragazza che vive a Beacon Hills da quasi due giorni.
Prima vivevo a Los Angeles.
Lì tutto era molto bello, proprio come la descrivono nei film, è magia vera e propria.
Posso dire però di essere abituata a questi trasferimenti molti spesso.
Mio padre ed io ci trasferiamo spesso a causa del suo lavoro ed eccomi qui al mio primo giorno di scuola nel liceo della contea di Beacon Hills.
Viviamo in un quartiere molto strano.
Le uniche persone che finora ho visto sono un ragazzo con una porsche, che mi guardò male da subito e vidi un altro ragazzo che sembrava terrorizzato.
Aveva una carnagione pallida, dei capelli biondi e ricciolini e delle occhiaie così lunghe che sembrava non dormisse da giorni.
Mi salutò sorridendo e io gli ricambiai molto felicemente.

Mio padre mi accompagnò a scuola con la sua fantastica macchina nera opaco e finalmente entrai nell'edificio.
Aspettavo quel momento da tanto tempo.
Appena entrai in classe tutti mi stavano guardando in modo assente, specialmente un ragazzo di cui sembrava conoscessi il viso.
Era il ragazzo che mi aveva salutato, mio vicino di casa.
Un viso lo riconobbi facilmente, quello della mia amica di infanzia Allison.
Io e lei ci conosciamo dall'età di cinque anni, visto che i nostri genitori fanno lo stesso lavoro.
Professoressa:«Vi presento la vostra nuova compagna di classe...qual è il tuo nome tesoro?»
T/n:«T/n...T/n Crossbow»
Professoressa:«Bhe...benvenuta al liceo di Beacon Hills. Siediti dove trovi posto»
Mi guardai intorno e l'unico posto che trovai fu quello vicino a lui.
Sembrava veramente felice che mi stessi avvicinando verso il posto affianco al suo.
Allison:«Psss...t/n»
T/n:«Si»
Allison:«Benvenuta...dopo vieni a casa mia giusto?
T/n:«Grazie...carto ci vediamo fuori scuola»
Allison:«Ok a dopo»
Dopo quell'ora che sembrava interminabile suonò la campanella e iniziai a prendere le mie cose finché non vidi fermarsi davanti a me una sagoma.
X/n:«Ehm...si..ecco volevo...io sono Isaac»
Risi e poi gli dissi:«Molto piacere»
Ci guardammo per qualche istante e poi uscimmo da lì parlando.
Mi accorsi solo poco dopo che Allison era sparita senza aspettarmi.
A pranzo io e Isaac ci sedemmo vicini e iniziammo a parlare:«Da quanto ti sei trasferita?»
T/n:«Da circa due giorni...io e mio padre ci siamo trasferiti qua a causa della suo lavoro.
Mio padre e quello di Allison lavorano insieme da tanto.»
Isaac fece una faccia da far paura
T/n:«Ho detto qualcosa che non va?»
Isaac:«Nono è solo che ....»
T/n:«Che?..»
Isaac:«No niente....che lavoro fa tuo padre?»
Presi la forchetta ed un altro pezzetto di carne quasi disgustata:«È venditore d'armi...e per come ne parlano uno dei migliori»
Isaac mi guardò e rise a causa della faccia che ho fatto davanti a quel pezzo di carne:«Non ti piace è?
T/n:«Se devo ammetterlo a me non piace per niente la carne»
Isaac:«Lo avevo notato»
E scoppiammo insieme in una lunga risata.

********

Era finita la mia prima giornata di scuola e mi diressi verso il parcheggio per andare da Allison quando mi sentii chiamare.
Era Isaac:«T/n!»
Mi girai e lo vidi con il fiatone:«Ti-ti va di u-uscire un giorno?»
Io sorrisi guardando verso il basso e lui si accorse che arrossii:«Con molto piacere signor. Lahey»
Isaac:«Signorina Crossbow» mi disse poi aprendo la strada per farmi passare.
E io mentre camminai gli risposi con un semplice:«A domani»
Lui rimase fermo in mezzo al corridoio sorridendo.
È stato il primo giorno di scuola migliore di sempre.

T/n:«Allison mi sei mancata veramente tanto è stato bello rivederti..ed è stato un piacere rivedervi anche a voi signore e signora Argent»
Signor.Argent:«Quante volte ti devo dire ancora di chiamarci con i nostri nomi?»
Sorrisi e poi diedi la buonanotte a tutti.
Uscii di casa e feci a piedi un bel tratto di strada fino ad arrivare alla via della mia nuova casa.
Come al solito c'era molto silenzio e stranamente, le luci erano tutte spente,tranne quelle di casa di Isaac.
Sentii poi delle urla venire da casa sua.
Ero molto spaventata per questo.
Inizialmente pensai di andare a bussare per chiedere come stesse ma decisi di andare dritta a casa mia senza nessun'altra deviazione.

******

Ero al mio armadietto quando mi si avvicinò qualcuno
Isaac:«Buongiorno piccola»
T/n:«Che cos'è tutta questa confidenza?»
Isaac:«Giusto...mi perdoni signorina»
E dopo le sue parole scoppiammo a ridere come matti. Con lui mi sentivo felice.
Lo squadrai per bene e notai dei lividi sulle sue braccia, che sembrava continuassero su quasi tutto il corpo.
Dunque gli chiesi preoccupata:«Isaac ieri sera sentivo delle urla venire da casa tua...cosa è successo?»
Isaac divenne immediatamente triste e abbassò gli occhi a terra.
Isaac:«Niente»
T/n:«A me non sembrava niente» alzando poi le due maniche , che riabbasso con forza.
Isaac:«Fidati non è niente»
Stavo per continuare a parlargli ma suonò la campanella...

*******

Non era uno dei pomeriggi migliori.
Il cielo era molto cupo e stava piovendo molto.
Ero in camera mia a fare i compiti e continuavo a pensare ad Isaac e alla sua situazione.
Ad un certo punto sentii suonare il campanello.
Scesi di fretta le scale e andai ad aprire.
Quando aprii la porta vidi Isaac zuppo sul pianerottolo di casa mia.
Rimasi a bocca aperta...era più triste del solito.
Isaac:«Posso entrare?»
T/n:«Certo vieni..entra»
Isaac entrò quasi zoppicando
T/n:«Che cosa hai fatto alla gamba?»
Isaac:«Niente tranquilla...nulla di grave»
disse abbassando automaticamente gli occhi a terra.
T/n:«Ora basta mentirmi ok? E da quando ti conosco che ti vedo così. Sei sempre triste e vorrei cercare di aiutarti, ma se non vuoi parlare con me della tua situazione non so neanche come partire per aiutarti seriamente»
Lo vedevo che tremava così gli portai il cambio.
Presi dei vestiti vecchi di mio padre e si infilò quelli.
Isaac:«Grazie..»
T/n:«Dunque??»
Isaac:«Dentro casa mia diciamo che non si sta per niente bene. Mio padre pretende sempre tanto da me e ogni sera le urla che senti sono le sue mischiate alle mie per il dolore. Non puoi immaginare quello che devo sopportare ogni giorno lì dentro. Molto spesso mi picchia» disse poi mostrandomi la schiena «e la sera mi rinchiude in un frigorifero. Per questa cosa sono claustrofobico da quando sono piccolo».
T/n:«Quindi i lividi ci sono a causa sua?»
Lui annuì e abbassò la testa.
T/n:«Dovresti denunciare la cosa...»
Lui non rispose, così mi avvicinai a lui e lo abbracciai. Stava piangendo.
Cosi decisi di salire con lui in camera mia e mettemmo un film.
Durante il film mi sussurrò in un orecchio:«Grazie per esserci piccola»
T/n:«Di niente»
Ci guardammo per un po' e capii che tra noi era scattato qualcosa.
Ci baciammo e da li capii quanto potessi amare quel ragazzo dai capelli biondi.

Fine

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