NON VIENE RIPRESA TOTALMENTE LA STORIA DI IT, MA SOLTANTO I PERSONAGGIO IN QUESTIONE.
Era gennaio, uno dei mesi più freddi dell'anno.
Uscivo spesso con il mio gruppo di amici.
Mi trovavo bene con loro e mi trovavo bene con una persona in particolare.
Era uno di quei ragazzi ritenuto da tutti un po' stronzo, quello che si faceva ogni ragazza con un bel culo.Se mi ero innamorata?
In realtà non saprei, però ultimamente trovavo qualcosa in lui che mi faceva perdere letteralmente la testa.
Parlavamo spesso durante la settimana e quando mi scriveva io mi sentivo altrove per qualsiasi suo messaggio, proprio in un altro mondo.
Mi trattava come se fossi molto importante per lui, eppure, per quanto potesse rendermi felice, da una parte sapevo che tutto questo era veramente sbagliato.
Perchè?
Diciamo che la nostra situazione era un po' come quelle delle serie tv americane in cui gli episodi durano trenta minuti al massimo.
Dove la protagonista comincia ad innamorarsi di un ragazzo, mentre lui è fidanzato.
Esattamente, fidanzato.
La situazione era identica e spesso mi facevo delle domande.Perchè proprio io?
O almeno, mi sto facendo solo dei film mentali o sta accadendo realmente?Vedevo che c'era intesa, la vera e propria chimica tra noi.
Ma perché proprio in questo momento?Richie:«Ragazzi!» disse venendo verso di noi per salutarci.
Stan:«Alla buonora!»
Richie:«Sai Stanley, quando anche tu un giorno avrai una ragazza, forse ne riparleremo» disse mettendo un braccio sulle spalle di lei, per poi posare lo sguardo verso di me.
Occhi persi verso la mia direzione.
Mi sorrise e io abbassai subito gli occhi a terra.
Eddie:«Ok, prima che vomito, scendiamo?» disse cercando disperatamente qualcosa nel suo borsello.
Bill:«V-va bene»
Ci incamminammo tranquillamente verso la cava.
Tutti insieme, non mancava nessuno sta volta.Passammo il pomeriggio così, in compagnia, ascoltando musica, chiacchierando e sopportando le battutine stupide e sconce di Richie.
Essendo adolescenti non potevano mancare le sigarette portate da Beverly, rubate ovviamente dal padre e quelle comprate da Richie.
La ragazza di Richie se ne andò via dopo un po' e dato che si erano staccati per parlare appena dopo averla salutata ritornò da noi.
Sempre con quel suo sorriso stupendo.Già sentivo il cuore uscire dalla gabbia toracica.
Da una parte mi faceva piacere avere queste sensazioni, e da una parte quasi le odiavo.
Richie:«Hey» disse sorridendo e sedendosi poi vicino a me su quel muretto.
T/n:«Hey» gli risposi con un velo di ansia.
Richie:«Gradisci?» disse porgendomi la sua sigaretta.
Annuii e me la presi, sfiorando le sue dita.
Sentii una scossa lungo la schiena.
Nel frattempo sentivo i suoi occhi su di me.
Beverly:«Ragazzi io devo andare, sennò rischio che mio padre sta volta mi uccida per davvero»
Bill:«O-ok, a d-domani Beverly» disse facendo un sorrisetto timido.
Di tutta risposta sorrise anche lei.
Richie si girò verso di me.
Richie:«Secondo me tra quei due c'è qualcosa» mi disse a bassa voce.
T/n:«Già, lo penso anche io.
Cioè guardali, non fanno altro che guardarsi e sorridere»
Richie:«Tra l'altro non so se lo hai notato, ma Bill balbetta un sacco di più del solito»
T/n:«Esatto!»
Richie si fermò a guardarmi di nuovo.
Questa volta avevamo gli occhi legati gli uni agli altri e avrei fatto di tutto pur di non interrompere questo contatto, ma non potevamo.
Guardai da un'altra parte e sbuffando poggiai la testa sulla sua spalla.
Spesso si girava verso di me per guardarmi, io però rimasi fissa a guardare avanti a me, mentre finivo la sigaretta che poco prima mi aveva offerto.Per lui sentivo qualcosa di tanto forte, ma il fatto che era fidanzato, specialmente con una mia amica, mi frenava molto.
Richie:«Allora ragazzi, ditemi, quando vogliamo tornare a casa?»
Ben:«Per me è uguale, dopotutto dobbiamo stare tutta la sera da te.
Possiamo fare come vogliamo»
Richie:«Voi?» disse rivolto a tutto il gruppo.
Stan:«Magari rimaniamo un altro po', poi appena siamo stanchi ci incamminiamo»
Richie:«Perfetto direi» disse poggiando la testa sulla mia e lasciando andare un po' d'aria.
Eddie in tutto questo guardava me e Richie, forse troppo appiccicati, in modo strano.
Mi staccai dalla spalla del ragazzo spiazzandolo un po', ma forse era meglio così.
Infatti si girò confuso verso di me.